Granelli Di Sabbia

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Le mine a farfalla, erano complesse. Un cilindro, come un barattolo di carne, che nei due lati aveva una specie di ala metallica. Lanciate dall'altro, da un aereo a bassa quota, le ali si aprivano e, ruotando intorno a un perno, provocavano l'armamento del detonatore. Appena a terra, o su case, alberi, uomini, deflagravano.

Le apparecchiature di ricerca, mine detector, erano USA. SCR625.

Piero venne incaricato di fungere da interprete durante le lezioni, ma oltre ciò, seguì con la massima diligenza il corso teorico, le esercitazioni pratiche, e quando chiese di essere sottoposto all'esame di idoneità, che dava la qualifica di Dirigente Tecnico BCM, non solo vi fu ammesso, ma lo superò classificandosi al primo posto.

Paula gli chiese a cosa servisse quel pezzo di carta, e gli raccomandò di non farsi venire strane idee, di stare il più lontano possibile da mine e da campi minati.

Piero annuiva, e sembrava ascoltarla.

Gli eventi incalzavano abbastanza confusi.

Non sono sempre facili i rapporti tra vincitori e vinti, anche se per dimostrare al mondo la propria magnanimità, la propria civiltà, il vincitore concede al vinto riconoscimenti formali. Le forze armate italiane erano 'cooperatrici' di quelle anglo-americane, ma...

In quel Comando erano sorti attriti. Malgrado la giovane età, a Piero erano riconosciute delle ottime doti diplomatiche. Senza nulla cedere della propria dignità, sapeva comprendere la mentalità del vincitore –specie di qualcuno in particolare- ed aveva una capacità di mediazione che lo aveva fatto distinguere. Questo gli aveva fatto meritare una promozione per meriti di guerra, cosa del tutto eccezionale per gli ufficiali di complemento. Ma tutto aveva un fine. Fu destinato come ILO, Italian Liaison Officer, proprio dpve c'era maretta. Quell'incarico prevedeva un ufficiale superiore, almeno maggiore, ma Piero vi fu designato come 'temporary solution' e si presentò al W.H. Plomer, generale USA Army a due stelle, che doveva dare il proprio gradimento. Plomer divenne cordiale quando seppe che il nonno materno di Piero, era stato attorney, nel New Jersey, ed aveva fatto parte dell'editorial staff di un noto quotidiano di Ney York. Concluse che, però, doveva anche avere il placet degli Inglesi. A ricevere Piero fu Il Col. P.Postleth, Comandande Royal Engineer, il loro Genio Militare, alle cui spalle spiccavano le insegne del corpo.

Il Colonnello, assistito da William Ross, suo aiutante, fu molto cortese. Si alzò per stringergli la mano, lo invitò a sedere, gli chiese dei suoi studi, della famiglia, si complimentò per la recente promozione, e poi, con un certo sorriso sulle labbra, ma non ironico, gli domandò: "Mr. Marini, come crede che gli Italiani si sarebbero comportati in UK, se avessero vinto loro la guerra?" Piero sfoggiò un identico sorriso. "Sir, la sua gente sa benissimo come si comportò Giulio Cesare, a suo tempo."

La cosa non irritò Postleh, che sorrise apertamente, seguito da Ross. "Lei sarà un ottimo Liaison Officer, Mr Marini. Benvenuto. La informo che il suo ufficio sarà qui, vicino a quello del maggiore Ross. Quando intende iniziare?" "Posso farle una domanda, Sir?" "Of course!" "Poiché sono un soldato, e quindi legato al grado, desidererei conoscere se, qui dentro, conserverò le prerogative di quello attualmente ricoperto, se, cioè sarò considerato ufficiale a tutti gli effetti." Il Colonnello dette uno sguardo al maggiore, rimase un istante in silenzio. Poi lo guardò negli occhi. "Lei sarà trattato come un pari grado British Army. Potrà frequentare la nostra mensa, e i locali aperti agli Ufficiali di Sua Maestà Britannica... Non posso dirle nulla su quanto faranno gli Yankees, that's up to them... Ma il suo lavoro sarà quasi esclusivamente tra noi, Royal Engineers, e il Genio Militare Italiano. Lei conosce il Comandante del Genio Italiano?" "Prima di tutto la ringrazio. Non conosco il Generale Faretra, ma conto di fargli visita oggi stesso." "Well, Piero, neanche io lo conosco, ma ho visto le opere che ha saputo realizzare in Libia. E' un ottimo engineer, gli porti i miei saluti e dica che vorrei incontrarlo. Arrivederci."

Ora si trattava di farsi raggiungere da Paula ed Aba.

Le telefonò, disse che aveva avuto il gradimento ed avanzò l'idea che anche lei andasse nella nuova sede. Paula rispose che erano già tre giorni di lontananza. Troppi. Aba stava benissimo, cresceva a vista d'occhio. Nora, la tata, era premurosa. "Allora, mio signore, quando veniamo? Preparo i bagagli?" "Domani mi dovrebbero dare una risposta in merito ad un alloggio. Prepara, intanto. Spero di telefonarti domani sera. Solo in caso di effettiva e grave urgenza, tramite operatore militare –ti ho lasciato il numero- puoi chiamarmi al 11.111, ricordati di parlargli in inglese, altrimenti riattacca subito. Ti voglio bene, Paula. Baciami Aba." "Ti amo, vita mia, vieni a prenderci presto."

Ebbe asegnato un appartamento, in una villetta bifamiliare, alla periferia sud. Discretamente arredato. Dal comando italiano ebbe lenzuola e federe, da quello UK delle ottime e leggere coperte di lana. Provvide a pentole, piatti... bicchieri. Del resto, le cose andavano fatte un po' alla volta. Doveva trovare un auto. Non poteva usare la jeep. Ne accennò a Willy Ross, e poco dopo gli fu comunicato che poteva usare un'auto berlina, di servizio, con autista inglese. C'era una Ford civile, in ottimo stato, con targa militare, comoda. Il bagaglio più voluminoso, dato che Paula aveva pensato di portare con sé tante cose, non tutte indispensabili, sarebbe stato caricato su un altro mezzo. Le cose si stavano mettendo abbastanza bene, per loro. Non era così dappertutto.

In quel tempo, lo stipendio di un operaio si aggirava sulle 300 lire al giorno. Il costo di un giornale 4 lire, latte 30, pasta 120, polpa di mazo 400. Un grammo di oro 818. Il razionamento, solvo in alcune zone del sud, era ferreo. Gli alleati avevano migliorato alcune quantità. A Roma, il 25 gennaio, la Sepral comunicava " A seguito accordi con le autorità alleate i consumatori potranno prelevare dal 27 corrente al 15 febbraio una candela a persona..." La spesa media quotidiana per uomo medio, che era di Lire 5,40 nel 1940, salita a Lire 1113,25 nel giugno del 1944, discesa poi a Lire 84,25 nel dicembre scorso, è risalita in gennaio a Lire 94,80.

Piero andò a rilevare la famiglia. Aba gli sorrise subito. Paula lo sequestrò, letteralmente, durante le poche ore che rimase a casa. Specie la notte! Eddy, il caporale autista, preferì andare al 'rest camp'. Nora, per fortuna, accettò di seguirli.

Il viaggio non fu scevro di difficoltà, sia per la condizione delle strade sia per i convogli militari che, logicamente, agli incroci avevano la precedenza.

A Paula piacque molto quella piccola villa, e anche la disposizione delle camere. Nell'altra metà dell'edificio abitavano altre due famiglie, italiane, con due bambine, di sei e di due anni, che cominciarono subito a giocare con Aba che, sebbene piccola, e non certo in grado di camminare, si divertiva moltissimo.

La guerra guerreggiata era finita, in Italia, ma i problemi erano moltissimi, e non solo per il solco che divideva partigiani (in buona fede e non) e reduci della RSI, la Repubblica Sociale Italiana, voluta da Hitler e accettata da Mussolini che oramai era solo una 'testa di legno', ma per il grosso problema istituzionale che andava delineandosi: Monarchia o Repubblica?

Piero era fortemente simpatizzante per la Repubblica, quella che considerava il vero governo del popolo, quella esaltata da Platone, ed aveva trovato nel generale Faretra un altrettanto fautore di quella forma istituzionale. Non era facile, però, per ufficiali del Regio Esercito, specie per un generale, esprimere tale preferenza, specie in un ambiente tradizionalmente monarchico, ed anche gli Inglesi, specie gli Ufficiali di Sua Maestà, non comprendevano troppo i motivi di una scelta repubblicana.

Il lavoro di 'collegamento' riusciva benissimo a Piero, che era riuscito a creare un clima di reciproca stima e di effettiva collaborazione tra Royal Engineer UK e Genieri italiani.

Un lavoro, però, che lo assorbiva moltissimo, ma questo non gli impediva di passare ogni minuto libero della giornata con la famiglia. Le notti erano decisamente di Paula.

Una delle maggiori piaghe era la borsa nera, il contrabbando, la vendita di cose militari da parte degli Alleati, la prostituzione. La PM, Polizia Militare anglo-americana, coadiuvata dalla Polizia italiana, effettuava numerose retate. Erano sorte delle difficoltà operative, e non era facile il rapporto con i 'fermati', specie le donne. Fu chiesto a Piero di interessarsi, episodicamente, anche del 'collegamento' tra quelle unità operative. Si dichiarò disposto (del resto non avrebbe potuto sottrarsi) e, di conseguenza, a volte i suoi compiti si svolgevano anche a sera tardi e di notte.

Quello che irritava Piero era quanto facilmente sfuggissero al controllo alcuni 'salotti' frequentati da alti ufficiali alleati e da compiacenti signore italiane, alcune consorti di ignari e distinti professionisti, mentre povere ragazze, che spesso si vendevano per sfamare la famiglia, erano oggetto di umiliazione, di trattamento poco umano, di umilianti accertamenti. Pose la massima attenzione a questo problema, preteso il rispetto delle 'fermate', ne favorì il rilascio immediato anche se prive di regolari documenti, fece finta di credere alle false generalità che fornivano, tanto che.... gli capitava di essere salutato di discreti ma significativi sorrisetti da quelle 'segnorine' (così venivano chiamate) che a volte incontrava quando era a passeggio con Paula. La bellissima ed elegante somala, che faceva voltare tutti, non era entusiasta di quella cosa, ma, pur gelosissima, cercava di convincere Piero che, in fondo, lui era Ufficiale presso il Royal Engineer e non presso il 'centro segnorine'. Come lo definiva amaramente.

Le cose, in un certo senso, avevano preso un ritmo abbastanza regolare, quando...

In un centro di addestramento per operai rastrellatori dei campi minati, per cause in corso di accertamento, era scoppiato un ordigno esplosivo ed aveva ucciso diversi allievi, nonché ferito altri. Quasi tutti padri di famiglia, che avevano brigato per frequentare quei corsi che avrebbero consentito loro di essere assunti con lusinghiera retribuzione (una discreta indennità di rischio). Si era parlato del difetto di una mina di fabbricazione inglese. Il CRE, Commanding Royal Engineer, chiese a Piero di andare a vedere... discretamente, tenendo conto che, ormai, era un DT, Dirigente Tecnico, del settore.

E Piero si recò sul posto, prese alloggio in un modesto albergo con moglie, figlia e tata, anche lì sollevando curiosità e commenti per la sposa di colore. Non ci volle molto per capire che la tragedia, causata da una mina tedesca, era dovuta a leggerezza da parte del Comando locale, che aveva consentito esercitazioni con ordigni carichi, faceva usare accenditori non inerti, e lasciava un po' tutto senza sorveglianza. In effetti, docente e assistenti erano andati a prendere il caffè, lasciando allievi e ordigni da esercitazione in balia di loro stessi. Qualcuno aveva infilato un accenditore nella mina e... qualcun altro si era trovato sul tetto, ma solo in parte, l'altra metà era rimasta in aula.

La cosa fu discussa, tra italiani e inglesi, e alla fine fu proposto a Piero di andare lui ad interessarsi di quel Comando con l'incarico di Ufficiale operativo.

Paula disse subito che lui non doveva 'assolutamente' accettare. Le carezze, i baci e le coccole di Piero riuscirono a farle acconsentire che lui 'sarebbe andato a vedere, avrebbe messo le cose a posto, avrebbe organizzato il tutto, e poi...'

A Piero interessava molto quel lavoro, lo entusiasmava, e di motivazioni ce n'erano tante. A parte la fiducia che gli dimostravano, si sentiva sentimentalmente attratto e motivato dal fatto che, usando una formula un po' retorica, avrebbe collaborato a restiture la terra ai contadini, a rendere sicure le zone, a favorire il ricrescere delle spighe... Non bisognava nascondere anche il trattamento economico, che conduceva a quasi triplicare quanto percepiva attualmente. E' vero che la vita non ha prezzo, comunque... Si era, ormai, nel 1946. Paula lo seguì, sempre e dovunque, anche affrontando notevoli disagi. Lei, Aba e la tata. Sempre con lui. E non seppe mai che sotto il letto c'erano detonatori. Era a conoscenza di un miglioramento economico, ma non di quanto. Quando possibile, tornavano a casa, per qualche giorno, e allora lasciavano Aba con la tata, in casa dei nonni, e loro andavano a cena fuori, in qualche locale. Allora andava di moda 'La Conchiglia', sul fiume, frequentata anche da ufficiali alleati. Ma Piero vi andava in borghese con la sua splendida moglie.

Gli Italiani erano chiamati a una scelta storica, dovevano stabilire se confermare la forma monarchica o preferire che l'Italia divenisse una Repubblica. Ad essere sinceri, non erano moltissimi ad avere idee chiare, in proposito, ed anche tra coloro che erano in possesso di una certa scolarizzazione, si faceva confusione tra forma di Stato e forma di Governo. Poiché le 'sinistre' erano favorevoli, logicamente alla Repubblica, e il maggior partito della sinistra era il partito comunista, una certa propaganda agitò lo spettro di una non meglio identificata 'repubblica sovietica' e in qualche caso si riuscì anche a far credere alle povere vecchiette scalze delle abbandonate campagne, soprattutto meridionali, che 'i comunisti mangiano i bambini!'. Dall'altra parte, si sfruttava il ritratto di Garibaldi, anziano e barbuto, sia per attrarre i repubblicani sfegatati sia per ingannare le predette vecchiette dicendo che quello era San Giuseppe!

Si andò al referendum, tra critiche e polemiche, e il risultato fu:

A favore della repubblica, voti 12.717.923; a favore della monarchia, voti 10.719.284; schede e voti nulli 1.498.136. Il 18 giugno, alle ore 18.00, nell'aula di Montecitorio, il Presidente della Corte di Cassazione, Giuseppe Pagano, dà lettura del verbale relativo al giudizio definitivo, e comunica i risultati dopo le contestazioni, le proteste e i reclami dei monarchici, e proclama che 'da oggi, ore diciotto del diciotto giungo 1946, l'Italia è una Repubblica.

Piero vide realizzarsi il suo sogno politico: la repubblica! Il padre, Savoiardo tutto d'un pezzo, scosse la testa, Leda De Lupis strinse le labbra e non confessava che in fondo al cuore temeva per la sua tenuta. Chissà quali limiti alla proprietà avrebbe messo il Governo repubblicano.

L'uomo di spicco è Alcide De Gasperi, trentino di nascita, che durante la guerra si era rifugiato in Vaticano ma, pur essendo cattolico praticante, non è divenuto un clericale, e si dimostra un ottimo politico realista. Questa virtù politica degasperiana non piaceva molto al papa, e non gli piaceva il suo dichiarato pluralismo. Infatti Pio XII da oltre due anni stava soppesando e valutando l'operato di De Gasperi, ma ciò che gli fece accelerare le sue scelte su questo "uomo giusto e capace", fu la disfatta di Roma, dove alle elezioni vinsero le sinistre: il "nemico rosso era in casa". Il 22 dicembre, nel suo discorso pastorale PIO XII scende in campo in modo palese e chiaro. Parla nella sua omelia del grave pericolo comunista. I seguaci della Stella Rossa li indica come incarnazione dell'Anticristo, la Russia "Un popolo senza Dio" e minaccia scomuniche. Termina con una invocazione che sembra una dichiarazione di guerra "O con Cristo o contro Cristo".

Le sorprese non finiscono.

Finisce l'anno con un colpo di scena. Il 26 dicembre per iniziativa di Giorgio Almirante, nasce il Movimento Sociale Italiano (MSI). Il bacino di adesioni è inizialmente composto dai reduci di Salò, familiari e parenti dei caduti, dai colleghi e dagli amici (circa 300.000) dei 15 mila "martiri" (ma si afferma 40-50 mila), secondo Almirante giustiziati sommariamente senza un regolare processo e alcuni uccisi solo perchè portavano la divisa di quello Stato che in quel momento era sul territorio del Nord sovrano, quindi non fanatici ma giovani richiamati dalle regolari liste di leva. E non si potevano certo opporre. Fuggire, disertare, lo poteva fare solo chi era solo senza una famiglia; perchè a questa sarebbero ricadute le conseguenza.

Presidente della Repubblica è Enrico De Nicola.

La 'Costituente' lavora per la 'Costituzione'. Togliatti, leader dei Comunisti, cerca di non creare irreparabili fratture con gli altri partiti e soprattutto con la Democrazia Cristiana.

Nasce il binomio De Gasperi-Andreotti.

Piero è tutto preso dal suo lavoro, dalla mattina prestissimo fino a quando tutti gli sminatori sono rientrati.

Paula vive in continua e non ingiustificata apprensione. Il marito, prima di comandare, vuole spiegare e dare l'esempio. Solo così –sostiene Piero- si può avere la collaborazione attenta e guardinga. Non sempre gli uomini si rendono conto del pericolo che affrontano sul campo, in ogni momento. L'errore di uno può essere fatale a molti.

Paula, con garbo e dolcezza, cerca di convincere Piero che lui non deve rimanere nell'esercito, deve svolgere un'attività nel mondo civile, che deve non accettare le proposte che gli vengono ripetute: di transitare nel ruolo del 'servizio permanente effettivo', SPE.

Gli eventi si susseguono. Intanto, giorno per giorno, si bonificano campi, case, scuole, boschi, sorgenti. La vita riprende lentamente, si ara la terra, si semina, si attende la raccolta.

Vie emanata la Costituzione, viene confermato Enrico De Nicola a presidente della Repubblica.

Si volta per il Parlamento il diciotto aprile del 1948. La Democrazia Cristiana raccoglie oltre il 48% dei voti; il Partito Comunista il 31%.

Piero non ha accettato di candidarsi alla Camera, gli promettevano un seggio sicuro, bastava che si presentasse come il 'redentore' delle terre minate, ed avrebbe avuto un plebiscito. Da tempo ha pensato seriamente di chiedere di essere congedato e di affrontare un'attività come civile. Paula gli aveva parlato di un concorso nello Stato, gli dice che lui lo vincerà sicuramente, ed è lei ad approntare i documenti necessari, la domanda. Piero firma tutto, sorridendo, per contentare la sua deliziosa sposa. In effetti ripassa le materie di esame, va agli scritti, quattro prove, le supera con una lusinghiera votazione, e così anche gli orali, e si classifica al primo posto.

Natale 1948.

Grande festa in Casa Marini, a Roma.

Si brinda alla nuova attività che Piero inizierà il prossimo gennaio. Sono tutti in festa, la più vivace è Aba, che tutti coccolano e viziano.

Renato, il padre, alza il calice è brinda al Consigliere Dottor Piero Marini. E' felice, dopo tanto tempo. Si toccano i calici, borghesemente, si scambiano abbracci. Paula è radiosa.

Piero rimane in piedi.

"Vi ringrazio tutti, dal profondo del cuore. Devo a Paula, soprattutto, questo momento, se non fosse stata la sua quotidiana e sollecita attenzione, la sua spinta perché scegliessi la via della vita civile, forse sarei ancora in divisa. Ringrazio papà per il calore con cui ha indicato la mia nuova funzione, ma... -perché c'è sempre un ma- ho intenzione di cambiare presto, di cercare qualcosa che non sia 'Statale', che operi concretamente nella vita industriale, che si interessi di uomini e strutture, e mi dedicherò anche all'Università, parzialmente, però, per trasferire nell'Università l'esperienza di un'attività collegata al progresso industriale, e per portare nell'industria la sapienza delle ricerche universitarie. Grazie a tutti, di nuovo."

E sedette.

Intorno fu silenzio

ULISSE
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1 Commenti
AnonymousAnonimopiù di 19 anni fa
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