Granelli Di Sabbia

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(Una curiosità: fra gli scampati c'é Ernst Thoeni, zio del futuro "azzurro" campione del mondo di sci Gustav Thoeni.)

Con loro muoiono anche due civili, un ragazzo di 13 anni (Pietro Zuccheretti) e un uomo di 66 (Antonio Chiaretti, un uomo di sinistra). Hitler in persona ordina la rappresaglia: 10 italiani per ogni tedesco ucciso. "Esemplare giustizia tedesca" scrive il Messaggero il giorno dopo.

La "Stampa" il 26 marzo esce con il comunicato "Stefani", che attribuisce la vile imboscata, ai "comunisti badogliani".

I manifesti sui muri di Roma da mesi parlano chiaro (alcuni dicono di averli visti, altri no). Comunuque, la rappresaglia (anche se i bandi non ci fossero stati) è quella: 10 italiani per ogni tedesco ucciso.

Ai 330 (rapporto 10 a 1) ne furono aggiunti altri 5.

I Comunisti distribuiscono un manifesto

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14 ROMA - NORMANDIA

Negli alti comandi della VIII armata britannica circolano voci che danno per imminenti certi spostamenti in quanto sembra che alcuni importanti incarichi, in merito alla tutela dei servizi essenziali, saranno affidati a quella grande unità. Difesa degli acquedotti, delle linee elettriche, prevenzione malarica. Gli inglesi temono la malaria ed hanno istituito delle apposite MCU, Malaria Control Unit. Piero viene ammesso all'esame della pianta di Roma, e gli si chiedono pareri in merito a infiniti piccoli e grandi problemi che certamente i nuovi occupanti dovranno affrontare. I collegamenti con i reparti antitedeschi di Roma non sono tra i migliori ed anche le strutture sorte allo scopo non soddisfano gli operativi delle forze armate.

Si parla che a Roma sia sorta, tra uomini sottrattisi alla cattura dei tedeschi, la Banda Napoli, articolata in gruppi. Ma se ne ignora l'attività.

Piero riesce spesso a pernottare a Conversano, e Paula, un certo giorno, lo guarda con i suoi meravigliosi occhini pieni di gioia, e gli confida che è certa di aspettare il loro bambino. Per ora deve essere un loro segreto.

I Marini hanno tutto pronto per rientrare a Roma, come se dovessero partire da un momento all'altro. Piero non riesce a far comprendere loro che le comunicazione non saranno ripristinate immediatamente.

Ad Anzio, infatti, è tutto fermo.

Roma è sconvolta per quanto accaduto a Via Rasella.

Divampano le polemiche sul perchè e per cosa sia stata fatta l'azione terroristica partigiana che ha poi scatenato la repressione tedesca. Giorgio Amendola chiede l'approvazione dell'attacco al CLN romano, ma Spataro il rappresentante della DC dimostra subito la sua piena ostilità e disapprovazione al gesto ritenuto folle per le conseguenze che ha provocato, e si dissocia da questo tipo di lotta.

L'Unità esce con un articolo dove i comunisti si assumono da soli la responsabilità dell'azione. "....mentre una colonna della Polizia tedesca in pieno assetto di guerra transitava per Via Rasella, un reparto dei GAP eseguiva una audace e violento attacco a bombe a mano seminando la strage...."

La situazione politica continua ad essere ancora più bloccata dal rifiuto dei partiti e degli esponenti antifascisti ad entrare nel governo Badoglio. Ma a ricucire gli strappi, arriva da Mosca Palmiro Togliatti. Sbarca a Napoli dalla motonave Tuscania. Presiedendo i lavori del Consiglio del Pci, fa approvare all'unanumità la sua linea politica che prevede la formazione di "un governo capace di organizzare un vero e grande sforzo di guerra e in primo luogo di creare un esercito, forte, che si batta sul serio contro i tedeschi". Invita perentoriamente a promuovere la costituzione urgente di un "nuovo governo di carattere transitorio ma forte e autorevole con l'adesione dei grandi partiti di massa". Se non si poteva ottenere l'abdicazione del Re, la questione la si poteva benissimo posporre. "Accantoniamo il problema, dichiariamo solennemente, tutti uniti, che lo risolveremo quando l'Italia sarà stata liberata e il popolo potrà essere consultato".

Il 12 aprile, Re Vittorio Emanuele III, alla radio annuncia il suo ritiro, affermando che abdicherà a favore del figlio Umberto non appena si sarà liberata Roma e lui potrà far ritorno al Quirinale.

18 aprile. Nel regno del sud si forma il CIL, il Corpo Italiano di Liberazione, che si mette a disposizione degli alleati che coordineranno sia le strutture logistiche sia le azioni di guerra. Non sono partigiani, ma regolari reparti militari che vengono ricostituiti con i nuovi coscritti (salvo essere dichiarati disertori e anche qui fucilati, come a Salò).

22-24 aprile. Badoglio vara il suo primo governo di Unità Nazionale proprio a Salerno dove troviamo fra gli altri lo stesso Palmiro Togliatti ministro senza portafoglio.

Il 15 maggio, grande festa a casa Marini-De Lupis. Primo anniversario delle nozze di Paula e Piero. Leda, per l'occasione, regala alla sposa un vecchio gioiello di famiglia, che è accolto con lacrime, commozione, abbracci. Al pranzo, Piero chiede un momento di silenzio e annuncia che per la fine di novembre è previsto un aumento numerico nella famiglia Marini. Di nuovo abbracci e... toccatine di pancia della incantata Paula.

Purtroppo, l'indomani Piero deve raggiugere l'unità inglese che è tra le prescelte per il presidio di Roma, che si prevede imminente.

22 maggio. I Partigiani di Montefiorino (MO) liberano dai tedeschi il proprio territorio e danno origine alla prima Repubblica Partigiana, che durerà fino al 3 agosto.

25 maggio. Finalmente dopo l'Odissea di Montecassino subita dagli anglo-americani, il II corpo USA, che sale verso nord lungo la costa tirrenica, si ricongiunge al VI corpo USA che ha intanto sfondato il cerchio tedesco che chiudeva le forze alleate nella testa di sbarco di Anzio (il VI corpo si schiera nel settore costiero prendendo il posto del II, che rimane sul fianco sinistro dei francesi).

Mentre la 3a divisione conquista Cisterna e Cori, la 1a divisione corazzata americana progredisce in direzione di Velletri.

Con un fronte così ampio e consolidato al gen. Clark, comandante la V armata USA, si presentano due possibilità: puntare direttamente su Roma e conquistare la città ricavandone gloria e prestigio e un eco propagandistico di importanza straordinaria, oppure puntare il più velocemente possibile verso nord-est con tutte le sue forze per intrappolare (cosa fattibile) la 10a armata tedesca di Vietinghoff.

Militarmente e strategicamente la seconda possibilità significherebbe probabilmente la fine della guerra in Italia, perché Kesserling non avrebbe avuto il tempo per consolidarsi sulla linea Gotica; ma Roma attira Clark in maniera irresistibile. Lui vuole passare alla Storia.

4 GIUGNO - Finalmente un contingente dei reparti delle truppe alleate al comando del generale Clark liberano Roma dopo essere rimasti in stallo per quasi 5 mesi con delle motivazioni che restano un mistero per tutti. Ma politicamente c'erano forse in gioco altre componenti. Mancano 24 ore allo sbarco di Normandia, e quello che deve far notizia è la "caduta di Roma", è questa notizia che deve andare sui giornali e nelle radio di tutto il mondo. Roma oltre che la capitale storica dell'intero Occidente e capitale della cristianità, è soprattutto la capitale del fascismo.

Anche Berlino apprende la notizia del più grande sbarco della storia, di uomini e mezzi, e apprendono i tedeschi che si sta dunque avvicinandosi l'ora più critica della Germania; ma anche a Berlino la caduta di Roma è sentita come l'ora della disfatta totale.La caduta e la conquista di Roma - questo Churchill lo sapeva benissimo - ottiene un effetto psicologico dirompente in Italia, in Germania e in tutto il mondo, come e più di 100 cento battaglie vinte.

6 giugno - Con Roma liberata rientra al Quirinale Vittorio Emanuele III, che subito, come era nei patti, firma il decreto di abdicazione e nomina il principe Umberto luogotenente generale del Regno.

A tredici giorni dalla costituzione del primo governo formato da Badoglio, il il maresciallo (controvoglia, su parere o meglio su ordine dell'inglese Mac Farlane) rassegna le dimissioni, e rimette nelle mani di Umberto il mandato, che subito dà inizio alle consultazioni. Gli americani, riferendosi ai suoi doppi giochi, creano anche un verbo "to do not badogliare", "non fare il Badoglio", cioè "non barcamenarti sul filo del rasoio del tradimento" secondo l'"Oxford dictionary".

6 giugno - Sbarco in Normandia.

il più imponente ma anche il più tecnologico sbarco della Storia. Dall'Inghilterra, via mare, via cielo, raggiungono la Francia su 6000 mezzi navali di ogni tipo 2.800.000 uomini, mentre sopra le loro teste come protezione volano contemporaneamente 13.000 aerei.

I bombardamenti anglo americani sulle città colpiscono al cuore le più belle città germaniche. In effetti senza fare grandi danni all'apparato produttivo tedesco, ma distruggendo anche qui il morale del popolo tedesco che subirà una ecatombe di civili, 900.000 morti. La sola Dresda é completamente rasa al suolo, 200.000 abitanti pagano l'errore di un uomo solo, che ormai in questi ultimi mesi é preso da una mania di auto-distruzione, infatti dà ordini di far saltare e distruggere nelle città tedesche, ponti, industrie, ferrovie, magazzini per far terra bruciata agli invasori.

I Partigiani sono all'attacco. Disposizioni emanate dal Comando della Brigata Garibaldi:"Dopo lo sbarco in Normandia gli eserciti alleati avanzano su tutti i fronti. E giunta l'ora dell'attacco generale per tutte le formazioni partigiane, per tutti i patrioti, per tutti gli italiani".

Nella RSI si ordina:

1)Compilare un elenco di tutti gli inquilini di una casa e applicarlo all'interno del portone di ogni edificio, e nell'alloggio nella porta di entrata.

2) Ogni casa in cui vi siano persone che non figurino nell'elenco verrà subito data alle fiamme e le stesse persone che vi abitano che hanno dato rifugio verranno trattate come i ribelli.

3) Chi ha rapporti con i ribelli o presta loro aiuto in qualsiasi maniera, verrà trattato come ribelle e incorrerà nella pena di morte mediante fucilazione.

4) Ogni casa in cui vengono trovate armi e munizioni verrà immediatamente incendiata e i suoi abitanti trattati come al punto sopra. Morte per fucilazione.

5) Chiunque viene sorpreso all'aperto con indosso armi e munizioni di qualsiasi tipo, verrà immediatamente con giudizio sommario fucilato sul posto come ribelle.

6) Chiunque abbia notizia del luogo ove hanno rifugio elementi ribelli e non ne faccia subito denuncia verrà considerato alla stessa stregua di colui che ha offerto rifugio.

7) Case, alberghi e locande che accolgono persone, devono subito comunicarlo alla PS e registrarle negli appositi registri dei forestieri.

18 giugno - A Roma, viene varato il nuovo Governo di Unità Nazionale presieduto (ma assume anche gli Interni e gli Esteri) da IVANOE BONOMI (Democrazia del lavoro). Il governo si insedierà il 15 luglio a Roma, che in questo periodo è sotto l'amministrazione alleata. Fra i ministri senza portafoglio (uno per ogni partito) De Gasperi (DC), Togliatti (PCI), Corradini (PLI), Ruini (DL), Cianca (Pd'A), Saragat (PSIUP), Sforza (indipendente, che si era nel frattempo avvicinato ai repubblicani costituitisi, dopo il rientro di Randolfo Pacciardi, in partito (escluso dal CLN).

Fra i ministri Tupini (DC) giustizia; Gronchi (DC) industria e commercio; Mancini (PSIUP) lavori pubblici; Gullo (PCI) agricoltura; Piacentini all'Aeronautica; De Courten alla Marina; Siglienti alle finanze; De Ruggiero all'istruzione; Cerabona alle comunicazioni. Nenni che raccoglie molte simpatie stranamente rimane fuori (lui giustifica la cosa dicendo che così é più libero di fare l'opposizione).

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In Casa De Lupis, così è scritto nel marmo che sta sulla colonna che sorregge il cancello, le cose scorrono quasi regolarmente.

Quasi, e non per tutti.

Marco è già da tempo all'università. Ci va spesso, e il profitto è incoraggiante Ormai è un bel giovane che ha già compiuto 21 anni. E' riuscito a rinviare il servizio militare. Non ha molte colleghe nella sua facoltà e, tra l'altro, quel suo viaggiare limita sensibilmente la possibilità di socializzare, cosa del resto non facile, soprattutto dato il momento e la situazione. Quel continuo girare di militari anglo-americani sconsiglia i luoghi appartati che di solito i giovani cercano per scambiarsi qualche effusione, anche innocente.

C'è, poi, che la facoltà è stata costretta ad arrangiarsi qua e là, perché la sede principale, oltre la prefettura, e prospiciente il mare, è stata requisita dagli Inglesi ed è sede di un Comando. E' proprio li l'ufficio di Piero.

Marco non può definirsi un 'fissato' del sesso, ma gli ormoni e gli anni hanno le loro esigenze. Non è che alla masseria non abbia trovato dove placare la propria esuberanza, ma non può assolutamente dirsi soddisfatto.

Nicolina non è giovanissima, va bene, ma è anche un po' prosperosa. Ha un petto robusto, e questa opulenza non lr consente di ostentarlo eretto e prepotente quando si spoglia, profittando dell'assenza del marito e che i figli stanno a scuola. Del resto, ha anche allattato, e a lungo, tre bambini. E' tenera, però, affettuosa, in un certo senso materna. E accoglie con entusiasmo le giovanili esigenze di Marco, di cui apprezza il giovanile slancio, la passione, e soprattutto l'incredibile resistenza nel frugarle il grembo col suo pregevole fallo che la fa impazzire, procurandole orgasmi fino ad allora ignoti e inimmaginati.

Lui non è che si preoccupi troppo delle conseguenze di quegli incontri e lei non solo gli ha detto di non darsi pensiero, ma anche aggiunto che sarebbe stato bello rimanere 'prena' di quel bel ragazzo, così istruito. Comunque Peppino non se ne sarebbe mai 'addonato' perché 'lu pazzariello lascia l'inchiostro ma non la firma'. E lei, quando l'inchiostro di Marco la riempiva, si consolava tutto, si 'addicreava'!

Incredibile, ma quella che lo attraeva tormentosamente, e da tempo, era Leda, malgrado i suoi cinquanta anni che, comunque, erano portati egregiamente, tanto che nessuno gliene avrebbe dato più di quaranta.

La seguiva con lo sguardo, dovunque, la spogliava cogli occhi.

Le volte che erano andati al mare era rimasto in estatica contemplazione di lei. Quando sprimacciava le tette di Nicolina, pensava a quelle prominenti e sode di Leda. Quando le brancicava le chiappe, specie quando era lei a cavalcarlo, le comparava mentalmente a quelle certamente sode e rotonde di Leda. E quando la sbatteva con fervore, chiudeva gli occhi e vedeva Leda. Se Nicolina avesse saputo che tutto quell'ardore era dovuto a Leda, l'avrebbe certamente salutata con grata deferenza ogni volta che l'avesse incontrata.

C'è un detto africano. Il destino è come un corso nascosto di acqua che scorre nel profondo delle rocce, sotto la sabbia, e tu non sai se, quando e dove affiora, ma se affiora impreziosisce la terra, fa sbocciare la vita.

A ciò deve accadere, e nessuno si può sottrarre. Quello che per l'uomo è l'imprevisto, è già scritto nel suo destino.

L'idea fissa di Marco era qualcosa di irrealizzabile, ed anche non proprio normale. Lui ventuno anni, lei cinquanta e, tra l'altro, era la moglie di suo padre. Lo trattava con molto affetto, ora una carezza, ora un abbraccio, e quando quelle dita lo sfioravano lui si sentiva percorso da una scarica deliziosa; quando sentiva quel seno sul su petto, l'eccitazione lo sconvolgeva.

Aveva anche pensato che era il fascino del proibito, forse solo un capriccio e che se fosse riuscito a toglierselo poteva anche rivelarsi na disillusione. Lui, comunque, avrebbe volentieri corso questo pericolo. Quella donna gli era entrata nel sangue. E non era sufficiente esaurirsi in Nicolina, follemente grata di ciò, perché nessuno riusciva ad allontanare quel pensiero dalla sua mente.

Quella sera, a cena, c'era anche Piero. Era venuto a trascorrere la domenica, ed in luogo della solita jeep aveva una grossa ed accogliente Humber, quella dell'O.C. che gliela aveva volentieri ceduta per il week end.

Renato pensò che era una buona occasione per profittarne, perché voleva far visitare Carla dall'otorino, dati i suoi frequenti mal di gola. Per il ritorno avrebbero provveduto diversamente.

Piero disse che era la volta buona per far vedere a Paula come si era sistemato, in un'ala della piccola villa poco distante dal lungomare. C'era posto per tutti.

Fu così che la domenica, nel tardo pomeriggio, dato che non volevano arrivare col buio, sarebbero partiti, sperando di sbrigare tutto l'indomani.

Nella grande Case De Lupis, rimanevano soli Leda e Marco.

Qualcosa gli disse che il corso d'acqua stava riaffiorando.

O allora o mai più.

Con tutti i rischi e i pericoli che la cosa poteva comportare.

Leda sola, nel suo letto!

Videro l'auto allontanarsi, tornarono dal cancello verso la casa, lui le cinse la vita. Lei ricambiò. Ma la mano di Marco era proprio su una natica della donna e la sentiva muoversi, nel leggero vestito, mentre camminavano.

Solita cena leggera, qualche cosa alla radio.

"Credo che sia ora di andare a leto, Marco. Che fai?"

"Vengo a letto."

S'avviarono alla scala che conduceva al piano superiore, dov'erano le camere da letto. Giunti dinanzi a quella sua, Leda si voltò per dargli la buonanotte, il solito bacetto, poi aprì l'uscio ed entrò. Marco la seguì. Serio, silenzioso.

"Non vai a letto?"

La guardò con un'espressione che non ammetteva discussione.

"Vengo a letto con te!"

Leda rimase impietrita, ma era da tempo che si sentiva guatata da quel giovane, e quei pur fugaci toccamenti avevano approfondito i suoi sospetti. Non poteva nascondere che se ne sentiva lusingata, perché Marco era un gran bel ragazzo, tanto che a volte s'era sorpresa a pensare a lui come maschio, non come figlio del marito. Rifletté che erano soli, in casa, e lui aveva una forza erculea, in confronto alla sua. Forse era meglio usare le maniere dolci. Gli si avvicinò, sorridendogli, allungò la mano e lo carezzò lievemente sul volto. Cercò di essere naturale, con la voce, anzi carezzevole.

"Marco, ma cosa ti prende? Fa il bravo, non dire neanche per scherzo, queste cose."

"Non scherzo, Leda....!"

L'afferrò, con dolce violenza, la strinse a sé e la baciò con passione, intrufolando la sua lingua impaziente tra le labbra di lei che, dopo un attimo d'incertezza, si schiusero.

Leda sentì, turbata, il rimescolio del proprio grembo, e un profondo senso di tenerezza per quel ragazzo che le dimostrava, a modo suo, ammirazione e desiderio.

Gli lasciò il tempo di allentare la stretta.

"Non devi fare così, Marco. Non devi..."

Lui la guardava con occhi sfavillanti. In effetti era bellissimo. Lei avvertì un'attrazione alla quale era difficile sottrarsi, aveva l'impulso di rifugiarsi tra le sue braccia per sentirsi coccolata e protetta, ma fu anticipata dal nuovo e più appassionato bacio che non riuscì a non contraccambiare golosamente. E intese anche, attraverso il vestito, la prepotente e pressante eccitazione di lui mentre con dita febbrili andava sbottonandole il vestito, sulla schiena.

Ogni forza di volontà l'aveva abbandonata. Era completamente alla mercé del giovane che proseguì lentamente, inesorabilmente, a svestirla. Come un automa, alzò le gambe per aiutarlo a sfilarle le mutandine, e rimase così, nuda, di fronte a Marco che le prese sulle sue braccia, la depose sul letto, si liberò a sua volta d'ogni indumento, s'avvicinò, prese a baciarla, sulle labbra, sul seno, sul grembo, tra le gambe che s'erano dischiuse, sollevate, invantandolo con lo spettacolo che aveva sempre e solo sognato. Fino allora.

Gli tese le mani, lo aiutò a penetrarla, e la loro smania era tale che non si curarono dell'incalzante ritmo che faceva la testiera del letto, battendo sulla parete.

Appagato lui, più che voluttuosamente soddisfata lei, che gli carezzava il dorso, la testa, lo baciava sugli occhi, sulla bocca, stringendolo ancora in sé, deliziosamente.