Granelli Di Sabbia

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Il 22 settembre la 5a armata USA del gen Clark riceve l'ordine di marciare su Napoli. Il 26 settembre tenta di penetrare nella pianura di Napoli. Mentre pattuglie della 8a armata del gen. Montgomery nel settore est conquistano Canosa, il 27 settembre entrano a Foggia occupando il suo aeroporto, fondamentale obiettivo delle forze alleate, e proseguono per Termoli dove entrano il 2 ottobre dopo aspri combattimenti.

23 settembre - Mussolini dopo aver annunciato il 18 da radio Monaco la costituzione della Repubblica Sociale Italiana di Salò, rientra in Italia. Forma un governo statuale ma che ha pochissima autonomia; é un semplice paravento all'egemonia tedesca fortemente presente ora in Italia settentrionale.

Altrove si combattono i tedeschi.

Si costituisce una delle prime Brigate d'assalto: "Garibaldi".

Le "brigate" sono formazioni di una cinquantina di uomini, con un comandante militare e un commissario politico, organizzate dal PCI.

Si costituiscono pure i GAP (Gruppi d'Azione patriottica). Piccole formazioni di tre o quattro elementi. pure queste organizzate in prevalenza dal PCI. Compito principale: azioni di guerriglia e sabotaggi contro i tedeschi. Ma soprattutto dare la caccia ai fascisti, eliminarli fisicamente.

Nella RSI, la scelta dei ministri é fatta sotto la supervisione dell'ambasciatore tedesco Rahn.

Pavolini e Buffarini Guidi rientrati in Italia dalla Germania alcuni giorni prima di Mussolini riorganizzano il partito. Oltre agli stessi Pavolini e Buffarini, rispettivamente segretario del partito e ministro dell'interno, gli uomini più influenti del gruppo dirigente repubblicano sono il maresciallo Rodolfo Graziani, ministro della Difesa, Fernando Mezzasoma, ministro della Cultura popolare, e Domenico Pellegrini Giampietro, ministro delle Finanze. Altri ministri:l'ex presidente del Tribunale Speciale, Antonio Tringali Casanova (Giustizia), che muore a novembre ed é sostituito dall'avvocato Piero Pisenti; Carlo Alberto Biggini (Educazione nazionale); Silvio Gai (Economia corporativa), sostituito poi da Angelo Tarchi; Edoardo Moroni (Agricoltura); Augusto Liverani (Comunicazioni).

Sottosegretario e poi ministro alla presidenza é nominato Francesco Maria Barracu.

Il ministero degli Esteri é assunto personalmente da Mussolini, che nomina sottosegretario Serafino Mazzoleni, un fascista di provenienza nazionalista entrato in diplomazia nel 1928.

Filippo Anfuso viene nominato ambasciatore a Berlino, dove é trasferito, dopo essere stato richiamato dalla sede di Budapest.

Nel Sud, il governo del Re non é sovrano né di diritto né di fatto, perchè legato a tutte le servitù dell'armistizio e soggetto a un vero supergoverno della Commissione Alleata. Non conta nulla.

Anche Mussolini é piuttosto preoccupato.

Fin dal rientro alla Rocca delle Caminate, le ingerenze illecite dei comandi militari tedeschi sono numerose. Con la scusa di proteggerlo, lo opprimono; S.S. alla porta della Rocca; S.S. in giardino; S.S. al centralino telefonico. Danno ordini ai militari italiani, ai funzionari delle istituzioni, alla Polizia, ai vari enti.

Mussolini, però, non vuole essere il loro fantoccio; e quando le ingerenze illecite si fanno più numerose, screditando lui e il suo governo, scrive una lettera a Hitler. E' una lettera angosciata, la risposta non si conosce.

Nel sud d'Italia la situazione è anche molto confusa.

Mentre le truppe anglo-americane (V Armata di Clark) si stanno avvicinando a Napoli (hanno già circondato il Vesuvio) mettendo nello scompiglio i tedeschi, la popolazione di Napoli insorge dopo che gli occupanti hanno iniziato a saccheggiare negozi, a requisire i mezzi pubblici di trasporto, a rastrellare migliaia di cittadini da inviare al lavoro coatto. La scintilla scocca quando l'ennesima razzia provoca la reazione dei napoletani.

Si verifica l'episodio che può essere considerato l'inizio delle Quattro Giornate: nelle strade si scontrarono violentemente napoletani e tedeschi. I morti sono parecchi, d'ambo le parti. A questo punto gli insorti nella notte si organizzano. E fino al 1° ottobre si combatte aspramente nelle strade, piazze, cortili, fondaci e campagne. Stranamente, gli avvenimenti ripercorrono l'itinerario delle precedenti rivolte, da Masaniello alle barricate del 1799 e a quelle del 1848.

A Brindisi si incontrano i generali alleati Bedell Smith, Mac Millan e Murphy con i delegati italiani Badoglio, Ambrosio, Acquarone per mettere a punto l'incontro che il capo del governo italiano Badoglio avrà con Eisenhower a Malta per la firma dell'"armistizio lungo".

Fin dal 13 settembre, nelle quattro province che componevano il "Regno del Sud" (Taranto, Lecce, Brindisi e Bari), é riservato un trattamento diverso da quello delle altre invase, amministrate dall'AMGOT (Allied Military Government Occupied Territories): vengono infatti poste alle dirette dipendenze della Missione Militare Alleata, installatasi proprio a Brindisi, guidata dal generale inglese Frank Mason Mac Farlane e del generale americano Taylor.

Come primo provvedimento, questa Missione Militare Alleata, fa sloggiare immediatamente dall'Albergo Internazionale lo Stato maggiore italiano e il Re per alloggiarvisi. Due generali si presentano al Re, in camiciola aperta e pantaloncini corti.

Molto diverso é invece l'Amgot creata in Sicilia, con un'amministrazione che ha instaurato un regime di assurda durezza. E dato che i siciliani (memori di un passato) non ne vogliono sapere di andare a finire nuovamente sotto i Sabaudi, lo sviluppo dell'idea separatista prende idea in tutta l'isola nei vari partiti, rappresentati da numerose personalità eminenti.

La verità é che la questione siciliana rientra in un quadro di complessi equilibri internazionali, e l'isola sarebbe moneta di scambio fra gli interessi occidentali e gli interessi sovietici.

Ma la guerra non é finita, e per i "tre grandi" che stanno spartendosi il mondo intero, la questione siciliana é poca cosa, presto dimenticata, e lasciata in mano alle locali lotte intestine.

In America è stampata una rivista, in Italiano, per la Sicilia,

con un nome abbastanza singolare "Nuovo Mondo",dove il nuovo "Colombo" é Poletti, perché é lui a "scoprire" la Sicilia! E concede agli indipendentisti protezione e larghi mezzi.

I Siciliani credono di potersi ispirare ai principi della Carta Atlantica, e nemmeno prendono in considerazione la possibilità di essere venduti a Badoglio, "il peggiore dei loro nemici". Del resto si sentono protetti dagli anglo-americani sbarcati sull'Isola.

Ma poi, con Stalin che fa la voce grossa, temendo un'ingerenza nel vicino Adriatico e quindi nei Balcani, questi appoggi all'indipendentismo, sia Inglesi che Americani sono ufficialmente smentiti attraverso la stampa e la "Voce dell'America".

Giungono perfino a far emettere un comunicato dall'Amgot, affermando che "qualsiasi movimento separatista se causava intralci nella collaborazione dell'Italia in guerra, avrebbe approvato qualsiasi provvedimento del governo italiano per stroncarlo; perfino l'arresto e la fucilazione dei sobillatori".

In effetti, dopo che l'amministrazione americana a Palermo, distaccata da quella inglese a Catania, ha dato ai siciliani una specie di autogestione, priva di burocrazia e ricca di iniziative commerciali e industriali (business astronomico) che hanno ravvivato la vita dell'isola, il ritorno dell'amministrazione italiana (per di più sotto l'odiato Badoglio) suscita sgomento. Fra l'altro l'Italia continentale é in bilico fra monarchia e repubblica, frantumata dalla litigiosità dei partiti, e pateticamente debole, visto che sta vivendo dell'elemosina dei vincitori.

Ma non bisogna anticipare i tempi.

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Piero ha deciso, malgrado le suppliche di Paula di non lasciarlo e nonostante la giovane abbia sofferto una interruzione spontanea della gravidanza, ad appena sei settimane dal concepimento.

Piero si presenterà alle forze armate italiane.

Viene assegnato ad un Comando britannico come I.L.O., Italian Liaison Officer, Ufficiale di collegamento con le forze armate alleate.

Sede di tutto riposo, Bari, a circa 25 chilometri dall'Azienda De Lupis.

A Malta, viene firmato il testo definitivo dell'Armistizio (detto Armistizio lungo) con alcune condizioni che verranno rivelate fino alla fine del conflitto. Comunque quelle applicate non sono di un armistizio, ma di una "resa senza condizioni". Nei vari articoli, figura il controllo politico e militare del governo in carica, le forniture logistiche dell'Italia per proseguire la guerra contro i tedeschi e gli aiuti necessari esterni (anglo-americani, poi messi in conto) per sostenerla. Sotto l'amministrazione degli alleati va il controllo delle banche, i cambi, le relazioni commerciali, le comunicazioni, radio, telefoni, stampa, cinema, teatri. Tutte le attività del Paese. Nessuna esclusa.

Sempre a Malta, Eisenhower, impressionato dalle vicende italiane (la caccia al tedesco) mette sul tappeto la questione della dichiarazione di guerra e c'è un colloquio che si riporta testualmente.

EISENHOWER: "Desidero sapere se il governo italiano è a conoscenza delle condizioni fatte dai tedeschi ai prigionieri italiani in questo intervallo di tempo in cui l'Italia combatte la Germania senza averle dichiarato guerra".

AMBROSIO: "Sono sicuro che i tedeschi li considerano partigiani".

EISENHOWER: "Quindi passibili di fucilazione?".

BADOGLIO: "Senza dubbio".

EISENHOWER: "Dal punto di vista alleato la situazione può anche restare com'è attualmente, ma per difendere questi uomini, nel senso di farli divenire combattenti regolari, sarebbe assai più conveniente per l'Italia dichiarare la guerra".

Pochi giorni dopo (l'11 Ottobre), Badoglio comunica all'ambasciatore Paulucci, ca Madrid, di consegnare ai tedeschi la dichiarazione di guerra:

"Vostra eccellenza è incaricato da S.M. il Re di comunicare all'Ambasciatore di Germania a Madrid, affinchè lo partecipi al suo Governo, che di fronte ai continui intensificarsi atti di guerra compiuti contro gli italiani dalle forze armate tedesche, l'Italia si considera dalle ore 15 (ora di Greewich) del giorno 13 ottobre in stato di guerra con la Germania".

Non é facile a Paulucci consegnare questa dichiarazione. All'ambascita tedesca nessuno vuole riceverlo. Lui la mette in mano ad un usciere e si allontana in fretta, ma costui dopo averla letta o fatta leggere, lo rincorre per restituirla, e davanti al rifiuto di Paulucci, furtivamente gliela infila in tasca e torna rapidamente indietro, in ambasciata.La conclusione dell'ambasciatore italiano é questa: "vuol dire che l'hanno letta, e quindi il contenuto della dichiarazione di guerra lo conoscono".

La decisione del Re (che però inizialmente si era opposto) e di Badoglio, inasprisce in crescendo l'odio dei repubblichini e dei tedeschi. E, dato che giunge tardiva, serve ai gruppi politici antifascisti per promuovere una violenta campagna contro di essi e per rifiutare qualunque appoggio al Re e a Badoglio. Serve, inoltre, a promuovere la formazione di un governo straordinario di salute pubblica con mezzi straordinari, per condurre la guerra contro i tedeschi e cacciarli dall'Italia, per condurre la guerra in Italia contro i fascisti per eliminarli tutti, ed infine per condurre la guerra politica contro il Re e Badoglio per dare vita a un governo democratico.

Ispiratore dell'O.d.G. fu La Malfa. Il Partito d'Azione approvò, il CLN pure, e il PCI con un appello ai lavoratori dichiara che mai guerra -contro il nazismo e il fascismo- é stata "più sacrosanta, più giusta e necessaria" e che tutti dovevano impugnare le armi per battersi con le Nazioni Unite, dove stava anche l'Unione Sovietica, per riconquistare l'indipendenza e la libertà".

L'Avanti il giorno 19 ottobre pubblica le deliberazioni prese dal PSIUP (piuttosto dure e con tanto livore) e dal CLN con la firma del PL, DC, Partito d'Azione, PSIUP, Democrazia del Lavoro, e il PCI (che nella presente circostanza si dimostrava il partito più moderato).

Per la RSI la guerra continua a fianco dei tedeschi.

Badoglio standosene nel Sud, finalmente dichiara guerra alla Germania. Se non altro ora gli italiani del Regno del Sud (quattro province), possono combattere l'ex alleato con una ratifica giuridica; anche se, proprio nel Regno del Sud, di tedeschi non ce ne sono.

Ma all'Italia non viene riconosciuta la condizione di nazione alleata degli anglo-americani, bensì quella di nazione "cobelligerante".

Dopo la dichiarazione di guerra alla Germania, Badoglio tiene una grande adunata di ufficiali rivolgendo loro un discorso, tipico delle vanterie e delle inesattezze, oltre che pieno di livore.

Presenta il passato regime fascismo come una banda di ladri, quello della Cultura un lupanare, il Ministero delle finanze al servizio di Mussolini; e ricordando che dopo il ritorno di Feltre, il Duce per primo aveva proposto di sganciarsi dai tedeschi, non capisce perchè i fascisti ora accusino lui e non Mussolini di "tradimento".

Quanto all'armistizio afferma falsamente (era reduce da Malta) "noi non siamo la nazione vinta, ma in cobelligeranza" con gli anglo-americani; e che lui, l'avrebbe poi trasformata in alleanza.

Mente che l'Italia al Nord si è sollevata con le armi in pugno per combattere tedeschi e fascisti; che la IV armata italiana al completo italiana combatte contro di essi (la IV armata nel sud invece si é volatizzata), e citando la nuova RSI asserisce che sì, si é costituita, ma che Mussolini non aveva il coraggio di ritornare in Italia (sapeva benissimo che M. era tornato da più di due settimane, il 28 settembre).

L'eco di questo discorso giunge in Inghilterra, e Craborne precisa, senza attenuazioni, con la firma della resa a Malta, i governi delle Nazioni Unite non hanno assunto nessun particolare obbligo verso l'Italia, il Re e Badoglio.

Il Ministro Law, dando una risposta al deputato Southby che chiede cosa mai sia questa "cobelligeranza", conferma che la "cobelligeranza" non intacca minimamente le clausole dell'armistizio, e aggiunge che l'Italia non deve avere altri benefici e che "...già aveva incominciato a godere dei frutti che spettano al malfattore che tradisce il suo complice" (The Times, 13 ottobre 1943 - Letteralmente, South: "Does the right hon. gentl. consider that Italy ought to enjoy the advantage which usually accrue to the evil - doer who turns Kink.s evidence? - Law: "I think that Italy is already beginning to enjoy some of the fruits accrue to the evil - does who turns King's evidence".

Churchill rivolgendosi agli italiani li invita "ad aver fede nel futuro, e di marciare con gli amici americani e inglesi verso la libertà, la giustizia e la pace".

Siamo alla fine dell'anno 1943.

L'uomo che ha siglato la tragedia dell'8 settembre, che ha firmato la resa senza condizione a Malta, fatto affondare navi i cui comandanti non volevano subire l'onta di quella resa, ritorna a galla a capo di un Gabinetto fantoccio.

A Brindisi il fuggiasco governo nato a Roma dopo il 25 luglio, che ora si chiama "del Sud" e ha giurisdizione limitata a quattro province, seguita a considerare in carica i ministri lasciati a Roma nella precipitosa fuga. E che paradossalmente esplicano le loro funzioni con Calvi di Bergolo dopo che questi ha ceduto Roma, forze armate e ministri ai tedeschi.

Badoglio a Brindisi, cerca di mettere insieme un Ministero in qualunque modo, anche perchè arrivano a Brindisi le diverse sezioni della Commissione di Controllo anglo-americana, destinate a iniziare i lavori di supervisione (che è poi quella di governare lo stato vinto).

A Bari i tre partiti della sinistra, pubblicano un O.d.G., che pare un incitamento alla resistenza passiva, poichè fra le righe postula che bisogna negare a Badoglio persino la collaborazione tecnica, quindi anche quella dei funzionari, in quanto compromessi con il passato, e che bisogna epurarli.

Badoglio si dichiara pronto a formare un Gabinetto con esperti tecnici, che dovrebbe durare sino al ritorno della capitale, per far posto allora a un governo politico.

Nella costituzione del nuovo Ministero, Badoglio usa un'ingenua finzione: come se il governo del 26 luglio esistesse ancora e non fosse né decaduto, né dimissionario, assegna quindi ai nuovi nominati le funzioni di Sottosegretari di Stato.

Presidenza, Pietro Badoglio; Interno Vito Reale; Grazia e giustizia

Giuseppe De Santis; Finanze Guido Jung; Guerra Taddeo Orlando; Marina Mercantile Pietro Barone; Renato Sandalli; Educazione nazionale Giovanni Cuomo; Lavori pubblici Raffaele De Caro; Agricoltura e foreste Tommaso Siciliani; Industria, Commercio e Lavoro Epicarmo Corbino; Ferrovie

e Trasporti Generale Giovanni Di Raimondo; Poste e Telegrafi Mario Fano.

Un Governo che si rivela inutile e serve solo a far diventare un abisso il dissidio tra Badoglio (e con lui la Monarchia) con i partiti antifascisti.

"La formazione di un Ministero "tecnico" ci sembra invero una soluzione di ripiego o, come comunemente si dice, un "espediente": è questo forse il momento di ricorrere a espedienti o si tratta di un ritrovato inteso soltanto a pigliar tempo?

La nostra posizione è chiara: noi restiamo fedeli ai deliberati del nostro e degli altri partiti, riuniti in Comitato di Liberazione Nazionale.

Non possiamo però rilevare che il Ministero si compone di fascisti e di antifascisti: ora, nelle deliberazioni che il Ministero dovrà prendere, prevarranno gli uno o gli altri? E' quanto sapremo nei prossimi giorni.

Dichiariamo però, sin da ora che, ove prevalgono i fascisti, usciremo dal riserbo che ci siamo imposti e la nostra opposizione, attualmente, come l'ha definita Carlo Sforza, "spirituale", diverrà attiva e operante, in nome dei supremi interessi del Paese".

(da "L'Italia del Popolo, Bari, 25 Novembre 1943).

A Roma, il 16 ottobre, si è compiuta una tra le più atroci barbarie perpetrate nella città: nel ghetto ebraico vengono rastrellati tutti gli ebrei e deportati in Germania o inviati nelle carceri di Regina Coeli. Con le varie retate 8369 ebrei sono privati dei beni e spediti in Germania, (ne ritorneranno a fine guerra 980). Gli altri finiranno gassati nei campi di eliminazione tedeschi.

Rimaniamo ancora a quei giorni.

La 5a Armata di Clark sul Volturno ricongiunge le sue unità per avanzare sul Garigliano. Ma a nord del Volturno i tedeschi hanno predisposto tre linee difensive fortificate: la cosiddetta "linea Barbara"; la "linea Reinhard" (Bernhard); e la "linea Gustav", quest'ultima è la più solida dei tre schieramenti difensivi, che segue i fiumi Garigliano, Montecassino, e procedendo in direzione nord termina sulla costa adriatica, sul Sangro, attraverso Roccaraso e Casoli.

A questo punto il gen. Clark cambia il piano di attacco tracciato da Alexander. Vuole arrivare presto a Roma. Clark sogna di notte la Città Eterna, vi si vede entrare da conquistatore, nuovo Cesare alla testa delle sue legioni. E vive nel terrore che qualcuno (soprattutto gli inglesi - con Montgomery che era convinto di poter arrivare già a fine novembre a Pescara, e fare il Natale a Roma) lo preceda sul tempo. Crede di poter sfondare subito la linea "Gustav", ma prende una cantonata.

Da un punto di vista tattico l'idea é folle (per l'altissimo potenziale di resistenza tedesco; Cassino é infatti il tratto più duro della linea Gustav, dove Kesselring ha concentrato la sua forza maggiore e migliore) anche se dal punto di vista strategico é valida. Infatti Clark pensa -guardando le cartine- che se si riesce a sfondare qui, diventa possibile il collegamento con la testa di ponte di Anzio dove è previsto lo sbarco di appoggio, e quindi ha la via aperta per Roma..

Ma Clark ignora la geografia del territorio, perchè davanti a lui si distendono mari di fango, si ergono massicce formazioni di granito e di calcare dalle quali da infiniti buchi neri i difensori tedeschi sono pronti a rovesciare verso il basso un inferno di fuoco e di morte. I monti Aurunci hanno un aspetto dantesco, angosciante, i grandi torrenti e fiumi fendono rocce e terra urlando e creando anch'essi un ostacolo insormontabile.

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