Granelli Di Sabbia

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Ancora giugno.

All'interno del CLN Alta Italia viene costituito il Corpo Volontari Libertà al comando del generale Raffaele Cadorna. Vicecomandanti "politici" sono: Ferruccio Parri (PCI), Luigi Longo (DC), Sandro Pertini (PSI), Enrico Mattei (DC), Mario Argenton (PLI).

Scopo: fare un unico comando e coordinare le operazioni dei vari gruppi di partigiani di ogni tendenza politica.

Il nuovo governo di Unità Nazionale con il decreto n. 151 stabilisce che alla fine della guerra sia eletta a suffragio universale una ASSEMBLEA COSTITUENTE che dovrà 1) scegliere la forma di Stato, 2) elaborare il testo della nuova Costituzione Italiana.

Luglio. Togliatti a Roma al Teatro Brancaccio fa il discorso della "mano tesa". Disponibilità del PCI a realizzare un'alleanza politica con i socialisti e i democristiani. Togliatti é il primo a capire la situazione ambigua che si sta creando con il premier inglese, propone un'alleanza politica più ampia, e oltre i socialisti, invita pure la DC di De Gasperi. Gli Alleati, sospettosi, danno ordini precisi ai capi partigiani: ubbidire solo ai Comandi Alleati. Ai loro ufficiali l'ordine é: impedire ai partigiani ogni autonoma iniziativa a carattere militare.

Primo Congresso della Democrazia Cristiana a Napoli dove si formano i quadri del partito, che subito dopo eleggono come segretario politico e alla direzione Alcide De Gasperi.

Mentre si svolge questo congresso, gli inglesi umiliano Vittorio Emanuele III. Da Ravello, dove inizialmente si era trasferito, il sovrano era sceso a Napoli, andando a dimorare a Posillipo nella sua villa Rosebery.

Senonchè giungendo a Napoli Re Giorgio d'Inghilterra, e considerando gli inglesi nemico il re italiano, questi doveva sgomberare mentre vi soggiornava il loro sovrano. V.E. III dovette ubbidire, sloggiò su due piedi e se ne ritornò a Ravello.

L'Europa e il mondo sono raggiunti da una notizia drammatica: l'attentato a Hitler, condotto da un gruppo di militari dissidenti che desiderano far finire la guerra eliminando il Furher, ma il tentativo fallisce, Hitler resta addirittura illeso.

Agosto. Firenze é martoriata sia dai tedeschi in ritirata, sia dai bombardamenti degli alleati. I primi fanno saltare tutti i ponti sull'Arno. L'unico a essere risparmiato dai tedeschi é Ponte Vecchio, ma non viene risparmiato invece dagli alleati che ne fanno un cumulo di macerie.

A Stazzona, in Versilia, durante la ritirata i tedeschi trucidano 560 abitanti e danno alle fiamme il paese. A comandare la strage é il maggiore Reder.

De Gaulle entra a Parigi con gli alleati. Per la Francia la guerra é quasi finita, ma non le vendette e le numerose esecuzioni sommarie dei seguaci del filonazista Petain.

Settembre. Battaglia di Arnhem: un "tappeto" di truppe aeroportate deve conquistare tutti i ponti (alla spalle dei tedeschi) sui canali olandesi fino all'ultimo ponte , ad Arnhem sul Reno.

Senonchè in quei giorni l'alto comando tedesco decide di portare nelle retrovie 2 divisioni corazzate delle SS al comando dei generali Bittrich ed Harzer. Le due divisioni sono collocate proprio ad Arnhem. Gli alleati ignorano le informazioni della resistenza olandese e le poche ricognizioni fotografiche che mostrano i carri armati tedeschi ad Arnhem e danno il via all'operazione Market-Garden. La tragedia si svolge in pochi giorni, il 30° corpo d'armata al 9° giorno di operazioni non riesce a raggiungere ancora Arnhem a causa di una fortissima resistenza tedesca, e l'unica strada di collegamento è continuamente cannoneggiata. I Red Devils inglesi ad Arnhem , nonostante una eroica quanto disperata resistenza, vengono prima circondati e poi massacrati dalle soverchianti forze tedesche. Al 10° giorno arriva l'ordine di ritirata per i paracadutisti : l'ultimo ponte che separava gli Alleati dalla Germania è ancora in mano ai tedeschi e Market-Garden fallisce. Dei 10.000 paracadutisti inglesi ne tornano indietro solo 2000.)

In Italia, l'Ottava armata alleata riesce a sfondare la Linea Gotica sugli Appennini, ma é inspiegabilmente arrestata, pur con una superiorità di uomini e mezzi, con di fronte un Kesserling che ha grossi problemi di rifornimenti. In quegli stessi giorni le truppe sovietiche, dopo aver travolto le armate tedesche, si sono affacciate su Briga e sono arrivate al confine della Iugoslavia unendosi ai partigiani slavi di Tito, che li accolgono come salvatori (il 9 dicembre entreranno a Belgrado).

Churchill a queste notizie entra in fibrillazione, non credeva in questa grande efficienza russa nè credeva che tutto sarebbe avvenuto in così brevissimo tempo. Ora teme dalla Iugoslavia uno sfondamento in Italia che non sarebbe difficile ai russi e ai titini, visto il grande sostegno delle numerose brigate partigiane italiane comuniste in Friuli e Venezia Giulia.

Churchill è molto preoccupato. I Balcani gli tolgono il sonno.

Proprio dal Friuli (già proclamata Repubblica Partigiana della Carnia) e dalla Venezia Giulia sorgono grandi contrasti fra i gruppi partigiani garibaldini e gli osovani azionisti della Osoppo. Tito propone a questi ultimi un assorbimento nella sua armata slovena, che però non alza un dito quando gruppi partigiani italiani della Osoppo vengono attaccati dai tedeschi. Tito ai superstiti della Osoppo non fa più un invito ma ordina che la brigata sgomberi la zona. Non si combatte più per la bandiera italiana ma per quella rossa. E' la strage di Porzus, dove cade vittima il fratello di P. P. Pisolini.

I partigiani liberano la Val d'Ossola dai tedeschi e danno vita alla Repubblica della val D'Ossola.

Se a Nord gli "italiani" della Repubblica Sociale con le Brigate Nere sparano su altri "italiani" e se nel Friuli partigiani " italiani rossi" sparano su partigiani "italiani bianchi". Nel Sud le cose non vanno meglio in quello che dovrebbe essere il Nuovo Regno dell'Italia "liberata" dai nemici. La polizia "italiana", anche qui spara su altri "italiani", in una manifestazione a Palermo, su cittadini che reclamano la mancanza del pane. Sul terreno rimangono 30 morti e 150 feriti.

Viene raggiunta e liberata dagli alleati, Rimini. Ma anche qui le truppe invece di avanzare o cercare di riunirsi a quelle di Clark nei pressi di Bologna, rimangono in stallo. Il contegno degli anglo americani acquartierati nelle città "liberate" comincia a preoccupare. Dilaga la prostituzione nei bassi ceti, a Roma per un pezzo di pane e qualche sigaretta l'intraprendenza degli alleati con le donne, letteralmente attratte e sedotte dal loro ostentato e opulento stile di vita, superano il limite di guardia degli italiani, che puniscono le irretite peccatrici, pubblicamente tosandole. Inspiegabilmente l'offensiva alleata sul fronte italiano avviene dopo la liberazione di Roma, prima sospesa sulla linea Gotica quando ormai potevano gli alleati benissimo proseguire verso la pianura Padana. Qui troviamo sempre il generale Clark che conduce l'armata, a imprecare contro i suoi stessi superiori "E' una vergogna che non ci si permetta di sfruttare questa vittoria".

Ciò permette a Mussolini di organizzare quattro divisioni italiane che addestrate in Germania, mette a disposizione di Graziani, e con altri suoi 4 battaglioni di Cacciatori delle Alpi fa scattare una micidiale offensiva in grande stile dal Piemonte al Veneto con tremende rappresaglie nelle file partigiane; gli permettono di recuperare molte zone dalla Resistenza liberate.

Il maggiore REDER, il "macellaio" di Stazzena, supera la sua malvagità operando con una atrocità senza eguali. Reo di aver ospitato gruppi di partigiani che hanno compiuto atti di sabotaggio, la rappresaglia a Marzabotto é terribile. I 1836 abitanti sono tutti uccisi e le case rase al suolo. Vecchi, donne e bambini (21 avevano meno di 5 anni) vengono massacrati.

Ottobre, Churchill vola a Mosca da Stalin, in quell'incontro i due stabiliscono le loro sfere d'influenza in Europa, violando apertamente la Carta Atlantica, a suo tempo firmata, dove era solennemente dichiarato dai 'tre grandi':

1) non aspirare a ingrandimenti territoriali; 2) nessun mutamento di confini non voluti liberamente dai Popoli interessati; 3) rispettare il diritto dei Popoli all'autodecisione; 4) ridare l'autonomia a quelli che ne erano stati privati.

Liberazione della Città di Alba. Anche qui i partigiani cacciati i tedeschi danno vita a una Repubblica e a un governo partigiano.

Bonomi della DC, a Roma costituisce la confederazione dei coltivatori diretti, staccandola dal sindacato CGIL. Una mossa che permette di formare una ragguardevole forza guidata dai politici democristiani, con il grande appoggio e la mobilitazione delle 25.647 parrocchie sparse nel Paese.

Novembre. A Bologna i fascisti fiancheggiatori delle truppe tedesche sulla Linea Gotica, sono affrontati dai gruppi di partigiani, che con micidiali colpi di mano e fulminei blitz ostacolano la ritirata germanica. Lo scontro durerà due giorni con perdite pesanti, 216 sono i morti nelle file fasciste, 13 in quelle partigiane.

Una tremenda offensiva portata avanti dall'esercito repubblichino con la Decima Mas, dalla Divisione Muti, e dai RAP (Reparti Anti Partigiani) disintegrano la formazione che aveva costituito la Repubblica della Val D'Ossola, spazzano via il "Libero Stato di Alba", e proseguono con altre "pulizie" nelle valli Biellesi. Non la X ma alcune schegge impazziti, ormai senza controllo, come lo sono pure alcune formazioni partigiane, seminano il terrore da Cuneo fino a Bassano, dove sul filare di alberi ornamentali del centrale Corso Venezia impiccano 31 partigiani con il cartello-monito sul petto "traditori". Vi rimasero per giorni e giorni appesi, creando una cornice allucinante nella cittadina veneta terrorizzata. Fra l'altro c'erano cospicui premi per i delatori, come recita l'avviso-foto in apertura pagina.

Pur lanciando disperati appelli agli Alleati, i gruppi di partigiani vengono abbandonati al loro destino. Dal cielo non giungono più nè armi nè viveri. Gli inglesi si giustificano dicendo che si tratta di Repubbliche Comuniste, "inferni bolscevichi"; sono i "fantasmi" che vede in ogni luogo Churchill. E' dunque facile ai repubblichini sferrare l'attacco a questi italiani dichiarati "banditi" e "sovversivi" dalle stesse forze alleate. E' facile a questi "italiani" far fuori altri "italiani". Ne abbiamo una testimonianza agghiacciante da un Rapporto del comandante Ruta al Quartiere Generale della RSI.

"Questa prima operazione antiribelli di una certa entità, condotta da comandanti italiani ed eseguita da sole truppe italiane, si può tra l'altro considerare il compendio di tutte le attività formative e addestrative svolte fino ad oggi... di fronte alla presenza di un nemico ribelle attivo".

Un 'nemico attivo' che in questo stesso giorno, già falcidiato da operazioni "ben riuscite", viene messo quasi KO dagli alleati.

Il comandante delle forze alleate generale Alexander impartisce per radio a tutte le formazioni partigiane i suoi Ordini dove esorta i "Patrioti a sospendere le azioni di guerriglia in attesa che riprenda l'offensiva alleata in primavera".

Gli effetti di questo proclama, a parte lo sconcerto psicologico che piega e umilia l'opera finora svolta dai volenterosi guerriglieri, sono micidiali per altre ragioni: 1) Ora Kesserling sa che non ci sarebbe stata una offensiva americana fino a primavera. 2) I partigiani che scendono dalle montagne possono essere catturati prima della primavera. 3) Si permette ai repubblichini di organizzarsi e di agire meglio con la repressione. E lo fanno, é il periodo dove la Resistenza paga un alto contributo di sangue. Circa 70.000 caduti, ma morirono anche dall'altra parte, forse 50.000, anche questi "italiani".

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15 VITA NUOVA

L'accavallarsi di vicende belliche e politiche, spesso impreviste e irrazionali, forse dettate solo dai sentimenti più che dalla logica, sembrava coinvolgere anche nella famiglia Marini-De Lupis.

Leda era prodiga di tenerezza e di passione, soprattutto con Marco che non tralasciava occasione per godersi quella calda e palpitante donna che stava vivendo sensazioni sconosciute e deliziose. Non avrebbe mai immaginato di inebriarsi in quel modo, di raggiungere siffatte vette di piacere, di voluttà, e ciò, a volte, la rendeva meno cauta del dovuto.

Marco, ad ogni modo, non tralasciava di 'ripassarsi' la vogliosa Nicolina, ma curava al massimo di non farsi scoprire, specie da Leda.

Mentre ancora a Cassino fumavano le rovine dell'Abbazia, Piero riuscì a farsi trasferire al Comando Alleato di Roma, ed anche a farsi assegnare un mezzo per trasferirvi effetti personali ed abbondanti provviste. Lui e Paula avrebbero viaggiato con la Humber, e si sarebbero fermati lungo la strada, se necessario, anche ai 'rest point' per i quali Piero aveva permesso di accesso ed assistenza.

La gravidanza procedeva benissimo, nessun disturbo, e quello stato aveva resa ancor più passionale la splendida somala che si guardava allo specchio, continuamente, specie nuda, per controllare il crescere dlla sua pancia, e desiderava addormentarsi tra le braccia del suo uomo e di sentire le sue mani sul grembo, vicine al 'ligg', diceva in amharico, vicine al figlio.

A Roma trovarono, fortunatamente, tutto in ordine, per quanto si riferisce all'appartamento. Gran caos per il resto.

Erano riusciti a farsi raggiungere da Franceschina, dopo un avventuroso viaggio, a tappe, su diversi mezzi, civili e militari.

Alla fine di settembre, sempre su automezzi militari, tornarono anche Renato e Carla. Leda sarebbe rimasta ancora qualche giorno a Conversano, con l'assistenza di Marco, per cercare di far tornare sui binari della normalità l'andamento dell'azienda. Solo la giovane età del ragazzo e la sua esuberante natura riuscirono a non farlo soccombere, considerata la vorace e golosa esigenza di Leda.

Eravamo alla fine di novembre.

L'ostetrica aveva detto che era preferibile partorire in casa, avrebbepensato a tutto lei e sarebbe stato in contatto col medico per ogni non augurabile necessità. Del resto, a poca distanza c'era una clinica discretamente attrezzata.

Il Comandante inglese madò a casa Marini una cassa contenente indumenti per neonato, di fattura e provenienza USA, ancora del tutto sconosciuti in Italia, e delle morbidissime copertine per la culla.

La nascita di Aba, fu accolta con infinita gioia da tutti. Ognuno voleva toccarla, baciarla, prendere in braccio, cullarla.

Era quasi bianca di carnagione, e i lineamenti erano delicati, bellissimi. Si attaccava voracemente al rigoglioso seno materno, e mugolava mentre succhiava golosamente.

Quando il sacerdote venne in casa, per battezzarla, domandò come mai quello strano nome, Aba. Gli fu spiegato che era la sigla di Addis Abeba, e quella piccina era veramente un 'nuovo fiore'. Addis Abeba, appunto.

Il Comando Alleato, del quale Piero era ufficiale di collegamento, era ben sistemato in un edificio di Via Marghera, nei pressi della Stazione Termini, dietro la chiesa del Sacro Cuore, tenuta dai Salesiani, e tutti speravano di non doversi spostare, di non dover andare verso il Nord dove, prima o poi, sarebbero giunte le forze anglo-americane, per completare quella che loro la chiamavano la 'liberazione' dell'Italia.

Paula temeva molto che il marito dovesse seguire il Comando al quale era addetto, ma non manifestava a nessuno tale sua apprensione, serbandola nel suo cuore. Del resto, Piero stava già guardandosi in giro per cercare una sistemazione che gli evitasse di allontanarsi dalla famiglia o che, almeno, gli consentisse di averla con sé.

Siamo a dicembre.

L'andamento delle operazioni militari preoccupa i reparti partigiani sparsi nell'arco alpino che sono privi di ogni rifornimento. Pizzoni, Paletta, Sogno e Parri ottengono da Wilson, capo di tutte le forze nel Mediterraneo, lancio di viveri, ma gli alleati chiedono ed esigono che siano inquadrati e coordinati dai propri generali. Minacciano altrimenti il totale smantellamento delle formazioni partigiane "con ogni mezzo". I capi partigiani dovettero mettersi a disposizione e sotto l'ombrello degli Alleati.

Bonomi forma il nuovo governo, con De Gasperi ministro degli Esteri, Togliatti vicepresidente, e lo stesso Bonomi primo ministro, che tiene per sé il ministero degli Interni.

Il 16, Mussolini al Teatro Lirico di Milano tiene il suo "discorso della riscossa". Si mostra ancor ottimista! Mussolini torna a parlare, scendendo nuovamente in mezzo alla folla, in questo clima surreale, dove è perfino sconcertante l'accoglienza che il Duce vi trova. Ancora entusiastica. Oltre il teatro, sono gremite le strade attorno al Lirico; e in pieno dicembre percorrendo indisturbato tutta la via Dante su una macchina scoperta Mussolini riceve un bagno di folla.

Parlando della situazione del Paese, militare economica e politica, crede ancora in un capovolgimento della situazione, crede ancora nella vittoria tedesca. Insiste, ritrova la grinta ma non ha pathos, relaziona ma non é convincente, parla ma non crea feeling, fa l'ottimista ma nel farlo si appoggia alle immaginarie armi segrete di Hitler, capaci di cambiare le sorti della guerra.

Il Corriere della Sera del giorno dopo scrive "Duce, Duce, Duce. Il ritorno dell'invocazione non ha sosta; lo spettacolo non é mutato nel volgere degli anni, nonostante gli eventi rovinosi Duce, Duce, Duce. l'urlo della folla. Il Duce sorride, il Duce é commosso saluta e guarda". E ancora "Le fiere parole suscitano nuove grandiose dimostrazioni di entusiasmo".

Fu il suo ultimo discorso in pubblico.

A mano a mano che i territorii italiani si allontanavano dal fronte bellico, tra i tanti problemi che si presentavano c'era anche quello delle zone infestate da mine, di ogni tipo.

Tedesche, inglesi, americane.

Anticarro, antiuomo, anche mascherate sotto falso aspetto: penne stilografiche, scatolette chiuse o messe in modo da trarre in inganno il malcapitato che vi ci fosse imbattuto senza identificarle.

Specie i tedeschi, collegavano i mostri con ordigni esplosi. Chi avesse rimosso il cadavere per dargli sepoltura, sarebbe saltato i aria. Oppure le congiungevano a mobili od altro. Aprivi un cassetto, uno sportello e 'bum'!

Gli americani seminavano una sorta di terrorismo tra la popolazione civile: ordgni esplodenti nascosti in pupazzi, pacchetti che sembravano di cioccolatini...

Molti campi erano incolti per questo mortale inquinamento.

Molti contadini sono rimasti vittime di tale forma di guerra.

Gli inglesi le chiamavano 'booby-traps', trappole sciocche. Trappole si, ma altro che sciocche.

Il Comando italiano del Genio Militare, cominciò ad organizzare dei corsi per la bonifica dei campi minati, BCM, mentre all'artiglieria venne demandato il compito di rimuovere i proiettili inesplosi. Erano destinati a tali corsi, ufficiali italiani delle due armi che a loro volta avrebbero dovuto addestrare, in seguito, anche operai civili, da militarizzare. La descrizione e la tecnica di bonifica per le mine anglo-americane fu affidata ad ufficiali alleati, mentre le ancor più micidiali mine tedesche erano perfettamente conosciute dall'esercito italiano.

Mine micidiali, specie le tedesche. Anticarro, Teller minen, cioè mine piatte, con una potente carica esplosiva che deflagrava per compressione (del carro), per tensione o rilascio di tension dei fili collegati agli accenditori supplementari. Alcune di difficile disinnesco, perché l'accednitore TMZ dell'ultima generazione entrava in funzione anche quand si tentava di svitarlo.

Micidiali le mine antiuomo 'S', sdrapnel minen, composte da due contenitori metallici, cilindrici, uno nell'altro. Quello interno conteneva numerosissimi pallettoni d'acciaio. Pressione, tensione, o rilascio, provocavano l'accensione di una carica di lancio. L'involucro interno saltava per aria e lanciav in un ragguardevole raggio i pallettoni che straziavano gli astanti.