Viaggio Inaugurale

BETA PUBBLICA

Nota: puoi modificare la dimensione del carattere, il tipo di carattere e attivare la modalità oscura facendo clic sulla scheda dell'icona "A" nella finestra delle informazioni sulla storia.

Puoi tornare temporaneamente a un'esperienza Literotica® classica durante i nostri beta test pubblici in corso. Si prega di considerare di lasciare un feedback sui problemi riscontrati o suggerire miglioramenti.

Clicca qui
ULISSE
ULISSE
18 Seguaci

"Il solito, Saro."

Un piccolo inchino e s'allontanò verso la cucina.

Un cameriere, intanto, aveva portato due coppe di aperitivo allo champagne, aveva messo su un apposito sostegno un secchiello metallico col vino, e aveva poggiato sulla tavola un cestino dove, su un candido tovagliolo ricamato, facevano bella mostra diversi invitanti tipi di pane.

Fu tutto squisito, ma più d'ogni cosa erano le occhiate di zia Rosy che mi turbavano. Quegli occhi li avevo già veduti, mentre facevamo ardentemente l'amore. Non riuscivo a distinguere, però, se erano pieni di ricordi o di promesse.

Dopo l'aromatico caffè, zia fece un cenno al proprietario, lui annuì.

Capii, allora, che avevano un conto aperto.

Uscimmo.

"Ora, nipotino, sai dove andare, guida tu. Senza fretta."

Come salimmo, e mi avviai sulla strada del ritorno, mise la sua mano sulla mia coscia, mi carezzava sconfinando spesso dove la mia patta andava sempre più gonfiandosi.

Finalmente fummo dinanzi al cancello. Stessa liturgia, ed eccoci in casa.

Zia Rosy mi strinse freneticamente a sé, facendomi sentire il palpitare del suo grembo, e ci baciammo appassionatamente.

Mi prese per la mano, si avviò al piano superiore.

Si fermò davanti alla sua camera.

"Vieni fra cinque minuti. Non farti aspettare."

Aprì la porta, entrò, la richiuse.

Un minuto per indossare il pigiama e le pantofole, e quattro interminabili minuti prima di bussare alla sua porta.

"Avanti!"

Entrai, era sul letto, nuda.

Splendida, visione, incantevole, che aumentò spasmodicamente la mia eccitazione.

Non l'avevo mai vista nell'incanto della sua completa nudità.

Era più bella che mai.

Affascinante, irresistibile, stimolante.

Un istante dopo le ero vicino, vestito come lei.

La carezzavo, baciavo, sul petto, sul ventre, sul pube, frugando nel folto del suo riccioluto boschetto corvino che m'inebriava.

"Adesso, Mario, adesso. Amore mio, Mario!"

Le fui sopra. Afferrò il mio glande e lo portò alla sua vagina beante. Inarcò le reni per accogliermi meglio, sentii che il mio sesso aveva toccato il fondo, e mi sembrò che quanto era in lei lo accogliesse baciandolo. Era qualcosa di inimmaginabile, un piacere profondo.

Il mio pistone impaziente era stretto in lei, come se temesse di lasciarselo sfuggire. Era tutto un sussultare. Cercò le mie labbra, fu avida, golosa, vorace.

M'ero calato nell'incandescenza del suo vulcano.

Ma avevo come domare quel fuoco.

Quando il terremoto del suo grembo divenne incontrollabile, e dalle sue labbra sempre più alta erompeva la testimonianza del suo godimento, dalla mia lancia esplose il fluido che placò il suo tumulto. E rimase spossata, ansante, col palpitare del grembo che andava placandosi.

Mi prese la testa tra le sue mani, e mi baciò gli occhi, il volto, le labbra... sussurrando che ero il suo Mario, delizioso Mario, insuperabile Mario...

Volle mettersi su me, poggiata sui gomiti, e mi guardava negli occhi.

"Sei tu il mio vero e unico uomo. E vorrei che lo fossi per sempre."

Sentivo il profumo, il tepore del suo corpo delizioso.

"Sei bellissima Rosy, e penso con sgomento il momento che dovrò lasciarti."

"Ma noi non dobbiamo lasciarci.

Lo so che la vita ha le sue leggi crudeli e inesorabili. Ma dovremo trovare il modo di vederci più spesso che mai.

Perché non vieni qui a frequentare l'università?"

"A parte che non so se vi sia la mia facoltà, ma come giustificare lo spostamento da Milano, sede prestigiosa, a Catania?"

"Hai ragione. Dovremo studiare un'altra soluzione.

Comunque, tu viaggi in aereo, e ci vuole poco a raggiungermi."

"Si, ma lo zio?"

"Non sta tutto il giorno in casa e spesso si assenta per qualche missione."

"E il personale di servizio?"

"Di notte non c'è, e di giorno ci sono infiniti residences nelle vicinanze."

"Pensi a tutto."

"No, penso a te."

Mi balzò in mente che non avevamo adottato alcuna precauzione, non in senso igienico, logicamente, ma per evitare indesiderate conseguenze.

Glielo dissi con cauta discrezione.

"Indesiderate? Perché? Pensa che bello concepire un figlio con te. Sarebbe il frutto dell'amore, d'un amore così bello che non conosce paragoni."

"Ma... tu... come fai con tuo marito?"

"Lui vuole che prenda la pillola, dice che per ora è troppo presto appesantire la famiglia. Troppo presto! Ho 33 anni, e lui 46!"

"Pensa, zia, io ne ho 20. Tu sei nel mezzo, tra me e zio Mario. Venti più tredici fa trentatré ed ancora più tredici fa quarantasei!"

Si mosse in un certo modo.

"No, io non sono nel mezzo, ma sopra te, lo sento."

Sentiva, certo, la rinnovata esuberanza del mio sesso e non credette di lasciarla inutilizzata.

Una cavalcata frenetica, coi suoi orgasmi ripetuti, con la sapiente mungitura del mio fallo, voluttuosamente strizzato dalla sua fremente vagina.

^^^

I giorni si susseguivano rapidamente, ed avevamo trovato il modo di eludere la eventuale curiosità del guardiano e della sua famiglia che veniva in casa per le faccende domestiche.

Che ci credessero o meno, avevamo detto che andavamo in biblioteca per le ricerche o che zia Rosy mi faceva visitare la città e i dintorni. Quest'ultima cosa capitava, ma occupava un tempo molto minore di quello che trascorrevamo nel discreto e accogliete residence che avevamo scovato.

Possibile che l'esuberante ed esigente Rosy non avesse un 'sostituto' del marito durante le assenze di lui?

Dopo una delle più voluttuose ed appaganti scopate, glielo chiesi brutalmente.

"Ma tu, quando zio Mario non c'è, con chi ti sazi sessualmente?"

Si mise di fianco, poggiando la testa sulla mano.

"Non sono vittima di esuberanti esigenze.

Io non voglio un maschio. Voglio te."

Il tono della voce si inasprì.

"Da quando sono nata ho scopato solo con un Mario: i due uomini della mia vita. Ma uno solo è quello che sazia la mia sete d'amore, la mia passione, la mia esigenza di femmina.

E' una sensazione sconosciuta, quella che tu sai donarmi.

Con te mi sento la Terra, la zolla dal quale nascono i fiori, le messi, tutto quanto è più bello nella natura. La terra fertile che attende avida il seme che la feconderà, la impregnerà.

Si, il tuo sperma è, per me, in me, il seme che anela la terra. E prima o poi io sarò pregna di te, lo voglio.

Sono disposta anche al rischio che eventuali sospetti portino a ricerche genetiche e che io venga scacciata.

Non m'importa.

L'essenziale è che tu mi stia vicino. Quando puoi, quando vuoi.

Un tuo bacio vale un anno di vita.

Sentirti in me, vale tutta la vita."

Ero commosso e nel contempo spaventato dalle parole di quella donna tenera e meravigliosa, da quell'amante deliziosa, che sapeva evidenziare un carattere inimmaginabile in lei.

Del resto, era la prima vera donna della mia vita.

Ed era vero, Milano-Catania è un breve volo.

E nessun ostacolo avrebbe mai più potuto dividermi da Rosy.

Da zia Rosy

^^^ ^^^ ^^^

ULISSE
ULISSE
18 Seguaci
Per favore, dai un voto storia
L’autore apprezzerebbe un tuo feedback.
Condividi questa Storia