Prime Esperienze di Travestitismo

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Mi aggiro in casa euforico, mi rimiro a lungo in ogni specchio che incontro, non riesco a staccare gli occhi dal risultato del mio primo tentativo di femminilizzazione integrale che, (sia pure abbastanza approssimativo al confronto coi risultati ottenuti oggi grazie alla mia lunga esperienza in merito) mi sembra abbia del miracoloso.

Dopo un po' però, mi coglie una sorta di tristezza, la tristezza di chi sa che non ci sarà nessuno, purtroppo, ad apprezzare l'esaltante risultato di tutti questi sforzi e che domani tornerò inevitabilmente alla mia piatta realtà.

Ok, un'idea folle mi attraversa la mente: posso sempre telefonare al mio amico laido, quello che mi ha praticamente stuprato poco più di un mese fa, approfittando di un momento di mia debolezza, e mostrargli di cosa sono realmente capace...

E' vero, mi sembra di aver capito che al tizio piacciano soprattutto i maschietti e che forse di unA come me non sappia cosa farne, ma poi mi ricordo tutte quelle riviste transex scoperte nel suo bagno e mi si riaccende la speranza. Per la prima volta ammetto con me stessA che l'esperienza sessuale più eccitante che ho avuto finora nella mia vita è stata quella di sentirmi possedutA da un maschio, per quanto poco appetibile. Cazzo... si! Lo chiamo!

Due soli squilli e mi risponde, col suo solito tono stronzissimo:

"Che cazzo vuoi?"

Non mi lascio intimidire.

"La vuoi una puttana a tua disposizione per stasera?"

Ho anche cercato di modulare la voce in un tono femminile, per quanto ne sono capace. Lui esita appena un po', poi:

"Ti avevo detto di non farti sentire più, mi pare..."

"Lo so, ma... diciamo che ho preso coscienza del mio ruolo, nel frattempo, e vorrei farti felice... e che tu facessi felice me."

"Senti, se è una delle tue cazzate..."

"No, non lo è."

Colgo una sorta di incrinatura nella sua voce, come se la mia offerta stesse facendogli rivalutare la cosa.

"E cosa vorresti?"

"Che mi scopassi per la troia che sono..." Ok, un po' banale, forse, ma non mi viene di meglio.

"Non è che poi farai la ragazzina timida come l'altra volta, no?"

"No, davvero no. Preparati a fare felice la tua puttana..."

"Non lo so... devi ancora convincermi."

"Diciamo che stavolta avrai a tua completa disposizione una vera femmina, troia e disinibita... ti sta bene?" Ma da dove cazzo mi stanno uscendo queste parole stereotipate e ridicole?? Forse recentemente ho guardato troppi filmini porno. Devo essere letteralmente fuori di testa, ma più parlo così, più mi sto eccitando. Pure questa cosa di usare il femminile per parlare di me stessA mi fa letteralmente sbrodolare dal compiacimento. Non vorrei andare troppo oltre, ma non riesco a fermarmi.

"Guarda che se ti tiri indietro come la volta scorsa, te ne faccio pentire sul serio, eh?" Ok, si sta convincendo, pare.

"Io non mi tirerò indietro, ma tu, da parte tua, mi dovrai far sentire come una vera donna... intesi?" Ok, l'ho detto, ho trovato il coraggio di dirlo.

"Senti... sono fuori casa adesso... appuntamento per stanotte all'una? L'indirizzo lo conosci, citofona al 2... dovrai stupirmi, però!"

"Contaci."

Gli ho chiuso la comunicazione in faccia. Esultante. Adesso però viene il difficile... riuscirò a mantenere questa determinazione fino all'una di notte? Lo so come vanno queste cose: finché sei arrapato, tutto bene, dopo ti assalgono un sacco di dubbi. Inizio a scacciarli rimirandomi nel primo specchio che trovo.

***

Sopra alla minigonna ho infilato un paio di pantaloni della tuta, sopra al toppino una felpa e, per quanto riguarda le scarpe, indosso un paio di comodi mocassini. Li scambierò con un paio di sandali dal tacco alto all'ultimo momento. Sono truccata, ok, ma porto un paio di occhiali da sole che lo nascondono (d'accordo usare occhiali da sole di notte è un po' strano, ma funziona). Il rossetto lo metterò prima di scendere dalla macchina.

Faccio diversi giri prima di trovare un parcheggio in prossimità di casa sua, ma alla fine ci riesco. Usando lo specchietto dell'auto applico matita e rossetto alle labbra, sfilo i pantaloni della tuta, tolgo i mocassini e allaccio i sandali, tolgo la felpa e sono finalmente pronto/a.

Percorrere i 50 metri che mi separano dal portone del suo palazzo completamente "en femme" mi fa rischiare l'infarto. Mi aiutano l'ora tarda e la mia ostinata determinazione.

Citofono:

"Chi è?"

"La tua puttana," Mi faccio schifo da solo/a per come lo ho detto, non posso evitarlo.

"Ok, la strada la conosci." E' la laconica risposta.

Scendo la rampa di scale attento/a non perdere l'equilibrio sui tacchi alti, poi suono alla sua porta.

Non è che abbia cambiato idea nei suoi riguardi. Continua a farmi decisamente schifo. Ma è proprio in questo volermi sottomettere a un tizio che non ha nulla di attraente per me, né fisicamente, né mentalmente e che ha abusato di me senza mostrare alcun rispetto nei miei confronti, che risiede tutta la mia oscura attrazione verso ciò che sto per affrontare. Un torbido desiderio di sottomissione mi attrae come il fuoco attrae la falena che in quello stesso fuoco brucerà. Ma da dove mi escono certe cazzate, mi chiedo io??

Mi apre dopo un tempo che a me sembra interminabile, forse non si fida, magari pensa ad una sorta di vendetta da parte mia.

E'vestito di tutto punto, nessuna concessione ad una qualsiasi forma di presunta intimità fra di noi. Mi sento molto ridicolo/a, nel mio travestimento femminile, mentre faccio qualche passo nel suo squallido alloggio, permettendogli di richiudere la porta alle mie spalle. Rimira perplesso il mio aspetto, evidentemente non si aspettava questa mia apparenza così femminile. Faccio ciò che mi ero riproposto/a di fare durante tutto il tempo impiegato per giungere qui: mi inginocchio e cerco di abbassargli la zip dei pantaloni per prendergli in bocca il cazzo senza tanti preamboli.

Pensavo avrebbe apprezzato, che la mia baldanza lo avrebbe lusingato, ma mi sbagliavo. Si sottrae alle mie attenzioni facendo un passo indietro, mi osserva come fosse la prima volta che mi vede e mi apostrofa con un gelido:

"Che cazzo vuoi da me!? Chi ti ha detto che avrei piacere a spupazzarmi una specie di lurida frocia come te?? A me piacciono i veri maschi, non le fighette in astinenza da cazzo... e poi guarda come ti sei conciata... sei veramente patetica!"

Il suo rifiuto mi colpisce come uno schiaffo, di colpo mi sento ridicolo/a oltre ogni sopportabile limite. L'infrangersi di tutte le mie stupide aspettative di irresistibile femminilità si abbatte sul mio povero ego calpestato, come una secchiata d'acqua fredda in faccia. Ma che cazzo avevo pensato di ottenere!? Sono un vero coglione!!!!

Non riesco a spiccicare parola, me ne sto lì, in ginocchio, umiliato/a come non mai, rifiutato/a persino dal più laido degli esseri possibile...

Mi esce dalla gola una specie di rantolo di frustrazione...

"Fai veramente schifo, lo sai?" mi dice senza alcun riguardo.

Non riesco a replicare, soffocato/a dalla rabbia che provo verso me stesso/a e verso questo insensibile stronzo privo di gusto alcuno!

"Questa tua mascherata potevi riservarla per qualcun altro. Nel caso non lo avessi capito a me piacciono i maschi, non le femmine mancate come te. Avessi almeno un cazzo come si deve..."

Ha parlato John Holmes...

Inghiottendo lo smacco subito, cerco di alzarmi per andarmene via senza dargli ulteriore soddisfazione, ma la sua voce sprezzante mi blocca dove sono:

"Che cercavi? Il cazzo di un maschio? Volevi farmi un pompino? Non funziona mica così, sai? Il cazzo devi sapertelo meritare, amica mia..."

Meritare... seesee... adesso te lo faccio vedere io quanto sono interessato/a al tuo lurido cazzetto da quattro soldi...

Intanto si è avvicinato di nuovo, il suo pacco è ora a pochi centimetri dal mio volto, ne percepisco l'odore pesante e leggermente acido. Ne approfitto, piazzando sopra la stoffa dei pantaloni un bacio che vorrebbe risultare ossequioso, ma che credo risulti soltanto patetico.

Rimango in attesa di una sua qualsiasi reazione, ma non ne ha alcuna. Almeno, però, stavolta non si è scansato e mi lascia fare. Con mani esitanti cerco la zip e gliela abbasso... ancora nessuna reazione. Infilo le dita dentro, non indossa mutande, trovo direttamente la carne del suo cazzo ancora moscio, ma già bollente. Adesso è lui stesso a slacciarsi la cintura, permettendomi totale accesso. Mi trovo il suo cazzo davanti agli occhi, l'aspetto è quello di una salsiccia bollita ma l'odore è decisamente meno appetitoso...

Ma non si lava mai questo qui!? Una sciacquatina ogni tanto proprio no, eeeh! Ma in fondo, forse, anche questo fa parte del gioco, vuole umiliarmi e non tralascia proprio nessuna occasione per farlo nel modo più crudo...

Comunque, sia come sia, alla fine non mi ha resistito...

Chiudo gli occhi e me lo lascio scivolare tra le labbra, risucchiandolo interamente in bocca.

La sensazione è molto differente da come me la ero immaginata: tanto per cominciare, per dimensioni e consistenza, non è certo paragonabile ai prorompenti cazzoni neri dei filmati porno che sono abituato/a guardare, per non parlare del fatto che è ancora flaccido, anche se me lo sto sentendo crescere in bocca proprio adesso, e poi, soprattutto, il sapore è orribile e l'odore assolutamente disgustoso. Faccio del mio meglio per soffocare un paio di conati senza che se ne accorga e continuo a ciucciare. E' la prima volta in assoluto che prendo in bocca un vero cazzo e non sto provando particolare eccitazione sessuale nel farlo. L'imbarazzo è di gran lunga la sensazione predominante. Ciò che mi fa però sentire le farfalle nello stomaco è l'atto in sé, la sottomissione implicita. Il fatto che non provi alcuna attrazione sessuale e poco o nessun rispetto per la persona cui sto sottomettendomi, aumenta a dismisura questo oscuro piacere che provo e che mi toglie il fiato.

Vado avanti così per qualche minuto, adesso è straordinariamente duro e, in questa posizione, ne sento la punta strofinarsi contro il palato. Lo sfila dalla mia bocca scansandosi, se lo prende con una mano e, mostrandomi le palle (davvero ragguardevoli) che gli pendono sotto l'asta, inizia a fare richieste:

"Leccami i coglioni, troia, ripuliscili dalla tua bava schifosa... devi dimostrarmi quanto sei disposta ad umiliarti per avere l'onore di essere inculata da me..."

E sai quale onore... Ma questo non glielo dico e inizio a leccare.

Passo la lingua più e più volte su quello scroto umido della mia saliva e del suo stesso sudore stantio, ci metto tutto l'impegno che posso, ipnotizzato/a dalla strana sensazione liberatoria che mi pervade, in barba al profondo disgusto che sto provando.

Devo essere caduto/a davvero in basso...

Ancora una volta si stacca da me, raggiunge il tavolo da pranzo e, dandomi la schiena, vi poggia sopra un ginocchio, aprendosi oscenamente le natiche con entrambe le mani.

"Avanti, puttana, lecca il culo al tuo padrone! Fammi sentire quella lingua morbida che ti ritrovi, dritto tra le mie chiappe..."

Maccheccazzz...

Esito, spiazzato/a, mentre osservo quel culo oscenamente offerto alle cure della mia bocca. Così come cazzo e palle, è depilato, liscio come quello di un bambino.

E' una vera fortuna, per lui, perché fosse stato ricoperto di quegli schifosissimi lunghi peli scuri come il resto del suo corpo mai e poi mai mi sarei sottoposto/a a questa ulteriore umiliazione! Non che così la cosa non sia già di per sé abbastanza umiliante, intendiamoci, ma, almeno psicologicamente, aiuta. Premo il viso tra le sue chiappe mollicce e lecco.

"Così... brava... leccami bene, fammi sentire quella linguetta rosa, cerca di infilarla tutta dentro... mmmhhh..."

Che ci crediate o meno, ho gli occhi che mi lacrimano dalla umiliazione, mentre mi do da fare, ma vado fino in fondo. Eroico/a.

"Bravissima... sei proprio una brava cagnetta da lecca! Continua così, ma fammela sentire bene dentro..."

Sapore ed odore sono davvero disgustosi ma, come ho già avuto modo di dire, sto rendendomi conto che più grande è l'umiliazione cui sono sottoposto/a, maggiore è il piacere che provo.

Tsé! Si crede di mettermi in difficoltà, questo qui! Ma adesso glielo faccio vedere io chi davvero ha le palle, tra noi due! Faccio del mio meglio per infilargli la lingua in culo.

Dopo qualche minuto si rimette in piedi, prendendomi per le braccia mi rovescia a faccia in giù sul tavolo, a 90°. Sarà forse il mio turno, di ricevere un'appassionata leccata tra le chiappe, stavolta? Lo sento armeggiare per sfilarsi completamente i pantaloni e sono sicuro/a al 100% che la sua prossima mossa sarà quella di prendermi da dietro. Visto? Non può proprio resistere al mio fascino femminile!

"Non muoverti, sta buona così. Se quando torno mi accorgo che hai mosso solo un dito, sono cazzi tuoi, ok!?" OK OK... non c'è mica bisogno di agitarsi... Tanto, non mi sarei mosso/a comunque...

Lo sento entrare nella stanza adiacente, sta via un minuto o due, poi torna.

"Allora, cagnetta... sei stata veramente cattiva ed irriconoscente con me, l'ultima volta, lo sai, vero? Poi c'è pure la questione della tua mascherata di stasera di cui dovrai rispondere... non ci si comporta così senza il permesso del padrone... e io SONO il tuo padrone, lo sai fin dalla prima volta su quell'autobus, non è così? Ma adesso, per tua fortuna, il padrone ti insegnerà come ci si deve comportare quando si è una nullità come te... "

Comincia a girare attorno al tavolo, trafficando con qualcosa, lanciandogli uno sguardo di sottecchi, mi accorgo che si è spogliato completamente. Bene, forse si è deciso a scoparmi, in fondo è questo per cui sono venuto/a qui stasera, non ho potuto fare a meno di pensarci e ripensarci per tutta l'estate e adesso ho un disperato bisogno di provare ancora una volta la sensazione di essere posseduto/a come quella prima volta, di sentirmi penetrato/a come fossi una femmina. E' ciò che voglio! Non prova attrazione per le donne eeh? Voglio proprio vedere come saprà resistermi, questo patetico sbruffone...

Aspè... cha cazzo sta succedendo??

Sta legandomi i polsi con una corda sottile, uno per lato del tavolo, passandola sotto. Poi è la volta delle caviglie, alle gambe del tavolo stesso. Mi immobilizza. Avevo previsto questa eventualità, venendo qui, e mi ero riproposto/a che non me lo sarei lasciato fare, per motivi di mia sicurezza personale, quindi, questo se lo può davvero scordare!

Vabbè glielo lascio fare... cosa vuoi che cambi, in fondo...

Una volta completamente immobilizzato/a, mi lascia solo/a ancora una volta, sempre per qualche minuto, torna dietro di me, mi alza la minigonna e mi strappa letteralmente via le mutandine, con le mani, senza apparente sforzo. Oh cazzo... ma erano di mia sorella, quelle!

Segue un momento di assoluto silenzio poi, proprio mentre sto pregustando il momento in cui me lo sbatterà dentro (stavolta mi sono premunito/a, lubrificandomi abbondantemente con una crema emolliente di mia madre)... SWISH!! un sibilo e un acuto dolore all'attaccatura tra natiche e cosce. MI STA FRUSTANDO IL CULO, CAZZO!!! Questo davvero non lo avevo previsto. Ma tu guarda questo stronzo... se pensa che glielo permetterò, però, si sbaglia davvero di grosso!

"Adesso avrai la compiacenza di contare a voce alta, mentre ricevi la tua punizione... per ogni volta che non lo farai ripeterò il colpo, capito? Ne riceverai due dozzine per il tuo comportamento dell'ultima volta più altre due per esserti combinata come ti sei combinata stasera senza che ti venisse espressamente richiesto..." E giù un altro colpo, più forte del primo.

"DUE!" quasi urlo io, che ho capito l'antifona.

"Sbagliato! Uno, avresti dovuto dire. Al primo non hai detto niente..."

"SI! Giusto... UNO!" Mi affretto a dire.

"Brava... vedo che impari facile..." E ancora giù un colpo.

"DUE!"

Non so cosa stia usando per colpirmi, qualcosa di sottile e resistente, immagino, tipo un frustino per cavalli o qualcosa di simile. So solo che il dolore è insopportabile, specie quando i colpi si sovrappongono negli stessi punti di quelli già ricevuti. Dubito di riuscire a resistere per 48 colpi consecutivi, ma non ho scampo, non posso più sottrarmi. Alla fine della somministrazione piango senza ritegno, ma sono perfettamente riuscito/a a sincronizzare singhiozzi, respiri e conteggio dei colpi.

Non è certo da tutti... in fondo ho praticamente mantenuto la mia dignità, no?

Rimango a versare lacrime riverso/a sul tavolo ancora per qualche minuto prima di essere liberato/a. Cado in ginocchio sul pavimento, le gambe non mi reggono più. Mi trovo ancora una volta il suo cazzo in bocca, duro così non lo avevo ancora sentito. Mi prende per i capelli e mi scopa letteralmente la faccia in maniera violenta, fino a schizzarmi in bocca.

Oddio... fachenonvomiti fachenonvomiti, altrimenti questo matto non so cos'altro potrebbe costringermi a fare!

"Ingoia tutto adesso, cagna! E la prossima volta vedremo se ti sarai guadagnata il mio cazzo in culo oppure no!"

Eseguo. Dopo di ciò mi mette alla porta, senza ulteriori cerimonie.

Percorro la distanza che mi separa dall'auto come un cane bastonato... una cagna, meglio. Il trucco è sfatto e il culo in fiamme. Fortunatamente non incrocio nessuno durante il percorso.

Sedermi al volante per guidare fino a casa è un'autentica tortura per il mio maltrattato didietro, ma alla fine mi ritrovo al sicuro dentro casa mia.

Sto guardandomi allo specchio del bagno, ho un' aspetto orribile: i capelli arruffati, il trucco colato lungo le guance e il rossetto spalmato attorno alle labbra. Trovo il coraggio di torcermi su me stesso/a per avere un'idea di come si presenti il mio lato B dopo il trattamento "educativo" subito. E' ancora peggio di come avevo immaginato: un fitto reticolato di striature tra il rosso e il violaceo ne ricopre l'intera superficie, in alcuni punti affiora del sangue sottopelle e non riesco nemmeno solo a sfiorarmi con la punta delle dita senza sobbalzare dal dolore... Credo che avrò problemi a sedermi per qualche tempo...

Alla fine non si è nemmeno degnato di mettermelo in culo, lo stronzone... nemmeno per un'attimo soltanto! Quella sottospecie di lurido animale mi ha proprio fatto passare ogni voglia!

Ok, è andata così. Per il momento non posso farci molto, oltre a masturbarmi disperatamente fino ad eiaculare sulla mia stessa immagine riflessa nello specchio, s'intende.

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