Prime Esperienze di Travestitismo

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Sono sull'autobus che da casa mia porta al capolinea dell'appuntamento. Il tempo di mettere un po'a posto, farmi una doccia, infilare una t-shirt e un paio di bermuda e sono uscito di casa, non prima però di buttare giù un altro mezzo bicchiere di wisky per soffocare eventuali ripensamenti. Non sono abituato e mi gira la testa.

Faccio tutto il viaggio combattutissimo tra lo scendere alla prima fermata per tornare indietro di corsa e l'aspettativa di una serata VERAMENTE trasgressiva. Il mio cazzo, dolorosamente duro dentro i bermuda, prende la decisione per me.

Arrivo al capolinea in anticipo. Bene. Ho ancora quasi mezzora di tempo per dirmi che ho scherzato, che è stata tutta una cazzata, prendere l'autobus in senso inverso e tornarmene alla mia serata di seghe solitarie. E invece...

"Sei già qui? Impaziente eh? Meglio! Fortuna che sono sceso prima per comprare le sigarette, altrimenti magari ci ripensavi..."

Ma mi legge nella mente questo qui??

E' vestito ancora peggio del solito: un paio di vecchi jeans discretamente luridi e una camicia a vistose strisce colorate aperta fino a metà stomaco. Il tutto condito da un improbabile paio di stivaletti da cowboy, pitonati.

Mi prende sottobraccio e mi fa attraversare la piazza in direzione di un bar aperto fino a tardi.

"Tu siediti qui che io intanto entro a comprare le sigarette e a ordinare qualcosa... che prendi?"

"Un gin tonic" faccio io per darmi un tono da grande.

"Ci vai leggero eh?" fa lui di rimando con quel suo tipico sorrisetto irridente.

Non rispondo, lui entra e sparisce tra i notturni avventori.

E' la mia ultima occasione per tirarmi fuori da una situazione che sento più grande di me, valuto la possibilità di alzarmi e scomparire nella notte. E' stato tutto uno scherzo, su... torniamocene alla nostra normalissima vita così tranquilla e banalmente confortevole!

Rimango seduto lì.

Giusto il tempo di consumare le nostre ordinazioni, senza alcun accenno al futuro svolgimento della serata, e stiamo già dirigendoci a piedi verso casa sua. Non mi sento tranquillo anche se cerco di non darlo a vedere.

Era effettivamente molto vicina. Un edificio di inizi novecento, come tutto il quartiere d'altronde.

Una volta valicato il portone del palazzo, mi avvicino all'ascensore, ma lui mi indica invece il piano seminterrato.

"Da questa parte..."

Scendiamo in silenzio la rampa di scale che, evidentemente, conduce alla sua alcova, apre una porta e lascia che sia io ad entrare per primo. Una volta dentro accende la luce permettendomi di dare un'occhiata attorno.

Una specie di soggiornino con un tavolo e delle sedie, un divano prospiciente una televisione di vecchio tipo, a tubo catodico; una porta grigia sulla sinistra, una porta rossa sulla destra.

"Mettiti comodo, io arrivo subito..."

Dicendo così, imbocca la porta grigia e mi lascia lì, da solo. Mi guardo attorno, il tutto è abbastanza squallido, macchie di umidità su tutti i muri perimetrali, arredamento basico, da quattro soldi. Mi chiedo se abiti davvero in questo tugurio o se lo usi soltanto come scannatoio.

Qualche minuto e fa ritorno, in uno sgargiante accappatoio fucsia.

"Beh? Ancora non ti sei spogliato?"

"No, è che... dovrei andare in bagno, prima..."

Devo andarci veramente perché con tutto l'alcol che ho bevuto sto per pisciarmi sotto, ma è anche un buon sistema per rimandare di qualche minuto e cercare di prendere coraggio.

"Fai pure con comodo... la porta rossa."

Una volta in bagno vorrei chiudere a chiave, ma la chiave non c'è. Faccio buon viso a cattivo gioco e mi limito a chiudere la porta prima di liberarmi la vescica in una lunga, interminabile pisciata. Intanto mi guardo un po' intorno...

Il bagno non è terribile, mi aspettavo di peggio: un normalissimo bagno con mattonelle piuttosto dozzinali, ma abbastanza nuove. La cosa che attrae di più la mia curiosità è una grosso baule di vimini addossato a una delle pareti, quella priva di sanitari. Non posso resistere, devo vedere cosa c'è dentro. Alzo il coperchio e...

Wooww... è pieno fino all'orlo di riviste porno! Do' una rapida occhiata anche agli strati inferiori, sono di genere vario, ma principalmente: gay, bdsm, transex, tutta roba piuttosto datata che ha l'aspetto di essere stata "usata" innumerevoli volte, nelle ultime decadi. Rimetto tutto a posto, cercando di non lasciare traccia della mia ispezione.

Scarico lo sciacquone e torno di là. Il mio laido ospite è seduto sul divanetto a due posti piazzato davanti al televisore spento, indossa ancora l'accappatoio. Abbassa interrogativamente lo sguardo sui miei vestiti. Sfilo le scarpe, slaccio la cintura dei bermuda e li faccio cadere in terra tanto per farlo contento, ma tengo su mutande e T-shirt.

"Siediti dai, che ci scaldiamo con qualche filmino..." Mi dice accendendo tele e lettore DVD.

Faccio come chiede cercando però di mantenere le distanze. Intanto sullo schermo scorrono le scene di un'orgia gay decisamente fetish.

"Ti eccita?" Mi chiede con un sorrisetto mentre mi poggia la mano sul pacco senza aspettare risposta. Non posso fare a meno di sussultare, cosa che provoca una sorta di sghignazzo silenzioso da parte sua. Il pisello che, vuoi per tutto l'alcool che ho bevuto, vuoi per il mortale imbarazzo che provo, se ne è stato rattrappito fin da quando siamo entrati in questa casa, continua a non dare segni di vita. Se ne accorge e, con mia profonda vergogna, inizia a commentare sarcastico: "Cos'ha... è timido? Eppure l'ultima volta, sull'autobus, mi sembrava bello sfrontato... Ho sentito come diventava duro mentre ti massaggiavo i coglioni... non credo di essermi sbagliato... Oppure forse ti piace essere unicamente bottom? Per me è uguale, sai? Basta dirlo." E intanto si allenta la cinta dell'accappatoio, aprendolo.

Non vorrei, ma non posso fare a meno di buttargli un occhio in mezzo alle gambe: ha il sesso completamente eretto (niente di eccezionale come dimensioni, inarcato all'insù). E' completamente rasato, così come le palle. Mi sarei aspettato tutt'altro, vista la sorta di foresta amazzonica che gli ricopre il resto del corpo.

"No no... dev'essere per via del gin tonic..." Mi affretto a rispondergli, terrorizzato dall' alternativo ruolo bottom... proposto. Non che avessi delle precise aspettative, venendo qui, ma davo per scontato che quello cui piacesse il cazzo dovesse essere lui, non io!

"Ok, riscaldiamoci un po' allora." Detto ciò, mi molla, si denuda completamente e si rimette seduto, iniziando a segarsi molto lentamente prestando attenzione al filmino. "Dai comincia anche tu, coraggio!"

Sempre onde evitare il poco auspicabile ruolo bottom di cui sopra, dopo essermi rapidamente sfilato le mutande, lo prendo in mano e comincio a menarmelo anch'io, simulando pure un certo impegno.

E' un tipo piuttosto verbale, l'amico, e non manca di fare commenti su ogni singolo cazzo che appare nel video: "Guarda che bel cazzone nero! Guarda quanto è largo questo... e che palle enormi che ha! Guarda come sta aprendogli il culo con quell'attrezzo enorme..." così, tra un guardaquesto e un guardaquello, sarà per le immagini che scorrono sul video, sarà per la situazione assurda in cui mi trovo nel masturbarmi nudo assieme a un perfetto sconosciuto, nel suo appartamento, sul suo divano, guardando il filmato di un'orgia gay-fetish, mi diventa finalmente duro.

Il mio sopraggiunto arrapamento, unito all'ebbrezza alcolica, fa sì che non riesca ad oppormi quando scambia la mia mano destra con la sua sinistra dimodochè ciascuno impugni il cazzo dell'altro continuando ad andare lentamente su e giù lungo le rispettive aste roventi. Mi accorgo di star emettendo mugolii di piacere e la smetto immediatamente per non dargli l'impressione di apprezzare troppo la cosa, ma non mi sembra di essere riuscito ad ingannarlo, considerata la sua espressione compiaciuta. Sono diverse volte sul punto di schizzare, ma il tipo è un vecchio marpione: se ne accorge sempre prima smettendo di segarmi per tempo, mi lascia sbollire e poi ricomincia, inesorabile, facendo così crescere il mio senso di frustrazione assieme al livello di eccitazione.

Per quanto io invece ce la stia mettendo tutta per farlo venire (capace che, una volta sborrato, si accontenterà e mi lascerà andare), il mio laido seduttore dimostra un autocontrollo molto superiore alle mie aspettative, resistendo fieramente a tutti i miei tentativi. Sento il suo cazzo nelle mia mano, bollente, durissimo; nonostante le sue dimensioni siano ben lontane da quelle degli altri cazzi che scorrono sul video, devo ammettere che ha un paio di palle sorprendentemente grosse che gli pendono sotto. Sono davvero enormi, almeno il doppio rispetto alle mie, e saltellano su e giù nella sovrabbondante pelle del suo scroto ad ogni colpo che la mia mano infligge alla sua asta di pietra. Mi gira un po' la testa, così la poggio sulla spalliera del divano chiudendo gli occhi. E' a questo punto che sento qualcosa di umido circondarmi la cappella.

Si è chinato su di me, sempre continuando a segarmi, e me lo sta prendendo in bocca. E' la prima volta in assoluto per me. Ho spesso fantasticato riguardo al primo pompino che avrei ricevuto, ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato un maschio a farmelo.

A questo punto dovrei, come in ogni buon racconto porno, dirvi come la cosa mi avesse fatto perdere definitivamente il controllo eccitandomi oltre il limite, liberandomi completamente dai freni inibitori, e invece...

Invece davvero no! Sentire la sua bocca di maschio avvolgermi il cazzo mi fa davvero ribrezzo, la sensazione pungente della sua barba in ricrescita contro la pelle mi disgusta, i rumori soddisfatti che emette mentre mi spompina sono davvero un turn-off per me, mi fa schifo lui, mi fa schifo la sua bocca e mi faccio schifo io stesso per avere permesso che tutto questo potesse accadere. In capo a pochi secondi mi ammoscio, perdo ogni turgore, ogni interesse; è come se mi stessi svegliando da un brutto sogno, vorrei solo andarmene da qui e far finta che non sia mai successo niente di tutto questo.

Lo spingo via piuttosto rudemente, fregandomene di quello che penserà lui. Si blocca, mi guarda con aria tra lo stupito e il mortalmente offeso, poi reagisce. Dimostrando un'insospettabile forza mi afferra per il bacino e mi rovescia di 180°, preme con tutto il peso su di me schiacciandomi contro la spalliera del divano. Avevo ingenuamente pensato che, in caso le cose si fossero messe davvero male, vista la sua età, avrei potuto facilmente far prevalere la forza della mia prorompente giovinezza, ma mi sbagliavo. Sta dimostrando un vigore e una determinazione di gran lunga superiore alle mie aspettative. Mi sento impotente, una specie di bambola di pezza nelle sue mani, ne approfitta per mollarmi un paio di sonori schiaffoni sulle natiche nude.

"Lo dicevo io che sei solo una fighetta! A te piace solo prenderlo in culo, vero? Avrei sperato in qualcosa in più, ma evidentemente speravo male... vuol dire che ora ti darò quello che vuoi e che hai sempre voluto..."

Nel frattempo mi allarga le natiche con entrambe le mani e inizia a sputarmici nel mezzo, sento la sua saliva colare fino al buco del culo e le sue dita frenetiche spargerla tutta intorno. Per quanto tenti di divincolarmi, non riesco a fare di meglio che tremare in maniera convulsa emettendo disperati gemiti di puro terrore, da agnellino indifeso. So che dovrei continuare a lottare, pur non essendo in grado di opporre una grande resistenza, potrei quantomeno rendergli la cosa più difficile, ma quella posizione così umiliante deve evidentemente aver agito sul mio più profondo subconscio, facendone emergere inconfessate pulsioni di sottomissione.

Tra noi due il maschio è lui, non io, lo percepisco in maniera istintiva.

E' in questo preciso momento che il mio orgoglio inizia a dissolversi e lo fa in pochi istanti. Smetto di divincolarmi e mi arrendo del tutto, lasciandomi travolgere da un' incontrollabile ondata di lussuria e abbandono. Tutto il peso del suo corpo su di me, la punta del cazzo che mi affonda dentro inarrestabile, poi l'asta intera, completamente dentro fino alle palle. In un orgasmo intensissimo, quale non ricordo di averne mai provati di simili, contribuisco alla già scarsa igiene del suo divano rilasciando lunghi schizzi di sperma e, assieme ad essi, ciò che rimane della mia presunta mascolinità.

Non so con precisione per quanto tempo abbia continuato a montarmi, ma ho la sensazione che abbia volutamente prolungato la cosa ben più del tempo necessario per riuscire a venirmi dentro, forse per farmi sentire completamente sottomesso al suo personale piacere. So solo che, una volta fatti i suoi porci comodi, mi spinge verso la porta di casa mettendomi in mano gli abiti che mi ero tolto prima con queste semplici parole:

"Non farti vedere mai più. Non ho tempo per ragazzine indecise come te.". Me ne vado umiliato, con il suo sperma che, proprio come in un romanzetto porno, inizia a colarmi lungo la parte interna delle gambe.

Maledetto. Davvero non mi vedrai mai più!

***

Sono sulla corriera che porta al mare, dai miei. Ho ancora il buco del culo indolenzito per la penetrazione (praticamente a secco) ricevuta ieri, che ha messo la parola fine alla mia verginità anale, e per la successiva prolungata monta cui sono stato sottoposto. Se ci ripenso provo ancora brividi di disgusto.

Ieri sera, una volta tornato a casa, durante l'interminabile doccia con la quale ho provato a lavare via, assieme al suo odore e ai suoi schifosissimi fluidi corporei, soprattutto i miei sensi di colpa, ho controllato a più riprese, con le dita, lo stato del mio sfintere anale, per valutarne le condizioni dopo essere stato violato così brutalmente. Lo ho trovato insolitamente morbido e cedevole sotto le dita e ho temuto che non avrei più potuto nascondere di aver subito quello che avevo subito, ma già stamani, inevitabile indolenzimento a parte, mi è sembrato che le cose fossero già tornate ragionevolmente a posto. Quella a non essere tornata decisamente a posto è la mia psiche oltraggiata, la mia integrità di giovane maschio etero calpestata e spezzata da un turpe individuo in cerca di una scopata facile... Cazzo lo odio con tutte le mie forze!!

In realtà quello che mi fa star male e che meno mi perdono è il fatto di non aver lottato come avrei dovuto e soprattutto che, in fondo in fondo, l'intera esperienza mi ha lasciato dentro una sensazione di oscuro piacere che nego cocciutamente di riconoscere. Ma il mio cazzo, indurendosi contro la mia stessa volontà ogni volta che ripercorro mentalmente gli eventi della serata di ieri, ne dà vergognosa conferma.

Passo una lunga estate tranquilla, l'euforia degli esami di maturità superati e l'atmosfera vacanziera, unita a qualche consueto flirt estivo con ragazze disponibili ad avventure estive e transitorie, alla lunga, mi fanno dimenticare l'accaduto, quasi fosse qualcosa successa ad un altro, non a me, che sono felicemente etero e privo di oscure zone d'ombra.

La sorte avversa è ancora una volta in agguato, però.

Giunge il momento del rientro. Il MIO esclusivo rientro, però. Mia sorella è fortemente decisa a prolungare la vacanza al mare, in accordo col suo ragazzo, e i miei genitori, entrambi per la prima volta privi di impegni di lavoro (sono andati felicemente in pensione quest'anno) hanno deciso di continuare a spassarsela almeno per tutto settembre. Io, che devo iscrivermi all'università, dovrò rientrare per forza a brevissimo, così, dopo un'amichevole pacca sulla spalla, vengo rispedito da solo in città per espletare i numerosi, pallosissimi, passaggi burocratici necessari. Unica concessione di rilievo: mi viene consentito di portare con me la piccola utilitaria di mia madre, per rendere più facile gli spostamenti.

Una volta di nuovo solo nella nostra casa di Roma, il pensiero di quella maledetta serata si riaffaccia prepotentemente. Cerco di non pensarci, di superare la cosa, ma non è semplice. Ogni volta che decido di masturbarmi finisco per ripercorrere quei momenti in cui sono stato femmina sottomessa al maschio (spregevole quanto volete, ma dannatamente dominante). Il pensiero, al semplice affacciarsi nella mia mente, mi fa perdere il controllo e sborrare in pochi istanti. Cerco disperatamente di ignorare la cosa, ma ci riesco solo per qualche giorno.

Una sera infatti, solo in casa e ancora una volta più che leggermente brillo (ho acquistato al supermercato qualche bottiglia di superalcolici, affinché i miei non notino il livello delle scorte di casa abbassarsi inspiegabilmente), decido di dare libero sfogo alle mie pulsioni di travestitismo. Mi ci impegno, mi vesto di tutto punto utilizzando in parte cose di mia madre e in parte cose di mia sorella (cerco di usare quelle, a memoria mia, dismesse da un po', per non farne notare l'uso improprio), applico smalto rosa alle unghie di mani e piedi, arrivo persino a truccarmi con risultati nemmeno troppo disprezzabili; per i capelli, che non taglio da mesi, è sufficiente un'acconciatura più femminile, risultato che raggiungo facilmente sfruttando le mie innate capacità artistiche.

Mi rimiro nello specchio: ok, non sono malaccio, ma davvero non ingannerei nessuno, soprattutto per via dei peli che mi ricoprono le gambe abbronzate. Sul corpo, comunque, ne ho pochi e anche sulle braccia; inoltre, dopo una stagione di mare, si sono sbionditi e sono diventati quasi invisibili. Mi sento frustrato, per via di quelle gambe pelose che m'impediscono di sembrare quello che veramente vorrei sembrare: sexy e femminile.

Vorrei depilarmi, ma mi trattiene il pensiero che non potrò mostrare le gambe nude per non so precisamente quanto tempo. Non conosco ancora i tempi di ricrescita. Valuto pro e contro: da una parte la stagione dei bagni è finita, per cui non dovrò preoccuparmi di eventuali esposizioni in costume da bagno; attività ginniche? Me ne fotto; eventuali visite mediche? Improbabili; abbigliamento che preveda l'impiego di bermuda? Evitabilissimo, con l'avvento della stagione autunnale; esposizione in casa? Questo presenterà qualche problema in più, ma sarà sufficiente prestarci attenzione.

Spinto dal desiderio di trasformarmi in qualcosa di veramente femminile e dalla mia stessa libido, decido di agire. Sono abbastanza esperto, quantomeno a livello teorico, grazie all'indiretta esperienza maturata osservando per anni le tecniche adottate da mia sorella. Ad esempio so che l'impiego di rasoi sulle gambe è sconsigliabile per via della ricrescita dei peli sottopelle, che potrebbe determinare infezioni cutanee e conseguenti pruriti, so anche che, invece, nelle zone intime la depilazione a mezzo crema depilatoria è sconsigliata per via della sensibilità della pelle che, a contatto con le sostanze acide contenute nella crema stessa, potrebbe subire delle vere e proprie ustioni. La ceretta sarebbe la soluzione giusta per tutto, ma non mi sento in grado di eseguirla da solo. Opto per la crema depilatoria sulle gambe (userò un tubetto di mia sorella, domani lo ricomprerò al supermercato) e per il rasoio su zone intime, busto e ascelle. Un paio di orette dopo (ci ho impiegato più del previsto), contemplo con soddisfazione, davanti allo specchio, il risultato dei miei sforzi. Sotto le dita mi sento liscio come la seta e vedo la pelle meravigliosamente risplendente grazie all'impiego di una crema idratante a base leggermente oleosa. Mi viene il cazzo duro solo a guardarmi, ma resisto all'impulso di farmi una sega seduta stante. A proposito di cazzo e zone circostanti: in un primo tempo avevo deciso di depilare soltanto asta, testicoli e culo, limitandomi a dare un'accorciata e una forma più definita ai peli del pube (mi farebbe provare meno vergogna nel caso di occasionali alquanto improbabili incontri intimi con esponenti dell'altro sesso), ma poi, agendo per successive approssimazioni, a furia di aggiustare qua e là per raggiungere risultati simmetrici difficilmente ottenibili dalla mia inesperta mano, ho finito per rasare via tutto, lasciandomi liscio e roseo come un neonato. Il contrasto tra il colore delle mie zone intime ed il resto della mia pelle abbronzata è molto evidente. Benedico mentalmente le mie lunghe nuotate mattutine, indossando lo speedo in luogo dei calzoncini da bagno. Hanno fatto sì che i segni dell'abbronzatura siano piuttosto compatibili con quelli di una donna.