La Mia Dolce Fidanzata

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Lei era di fronte al tavolo e mi guardava.

Io iniziai a chiedere spiegazioni.

Pensavo che si trattasse di un ulteriore gioco erotico che la sua mente perversa aveva partorito.

Lei iniziava a parlare.

Come sai, disse, ho organizzato per stasera una cena con diverse amiche mie, saremo piu o meno 18 donne.

I miei interrogativi non si erano ancora dissipati.

Lei continuava: - amore, io ti amo profondamente come non ho mai amato nessun altro nella mia vita ma ho scoperto che queste emozioni cosi grandi hanno un bisogno di realizzazione.

Continuavo a non capire.

Per quale ragione sono legato? Domandai.

Amore, come ti sarai accorto in questi giorni, non ho organizzato nulla per la cena. Ti sei chiesto il perche? Risposi che non ne avevo idea.

E lei continuava con voce amorevole ma fredda aggiungendo: perche sarai tu la nostra cena...

io pensai che fosse l'ennesima stravaganza e lei aggiunse: non sapevamo, in realta se cuocerti o mangiarti vivo.

D'altra parte, non avevo un forno cosi grande per farti entrare per intero ne potevo farti a pezzi perche non ho l'attrezzatura necessaria. Cosi ho deciso che ti dovevamo mangiare cosi per come sei.

Io ho un desiderio cosi forte di te che non posso che soddisfarlo nell'unica maniera possibile: introitandoti dentro il mio corpo.

Anzi, ho anche chiesto alle mie figlie, anche loro lo vorrebbero.

Per questo motivo ho finalmente deciso.

Ma... io ancora incredulo, aggiunsi: ma come farete a mangiarmi? E lei sorridente rispose. Con il coltello e la forchetta!

Saresti stato troppo per noi 3 e quindi ho deciso di invitare tutte le mie amiche e organizzare un vero e proprio banchetto. Lo sai che detesto buttare le cose da mangiare...

E io aggiunsi: ma io provero dal dolore e gridero.

Lei rispose: - no amore- adesso vado ad iniettarti un forte anestetico che non ti fara sentire alcun dolore pur tenendoti sveglio. Ho bisogno di guardarti negli occhi mentre mettero nella mia bocca pezzi della tua carne.

Io iniziai a dimenarmi perche realizzai che la cosa stava andando al di la del semplice scherzo o del gioco erotico.

Non riuscivo a divincolarmi. Sorprendentemente, le legature erano fatte con molta cura quasi che fosse una professionista.

Immediatamente lei estrasse una siringa e senza indugio iniettava il suo contenuto nel mio braccio.

Sentii immediatamente un formicolio e in pochi secondi il mio braccio era gia addormentato e privo di sensibilita

Di li a poco, anche tutto il resto del corpo cadde nella piu assoluta anestesia e rimasi inerme senza potere reagire.

L'una dopo l'altra le amiche arrivarono tutte in casa accompagnandosi con una bottiglia di vino e per niente sorprese di trovarmi legato sul tavolo da pranzo.

Dopo alcuni convenevoli Lei disse loro che potevano prendere posto per la cena.

Si sedettero tutte al tavolo. Mi guardavano con occhi concupiscenti ma l'oggetto del desiderio non era il sesso ma la mia carne. Lei allora diede il via con un brindisi all'amore e invitava tutte le invitate a mangiare.

Inerme, cercai di divincolarmi ancora una volta ma nel giro di pochi secondi avevo praticamente addosso 18 donne che mi piantavano il coltello e la forchetta nella carne e iniziavano a mangiare.

Io vidi lei che era vicina al mio viso che cominciava a tagliare parti del mio petto e del mio braccio. Guardandomi fisso negli occhi si metteva in bocca, l'uno dopo l'altro, i pezzi della mia carne e commentava compiaciuta.

Arrivava anche il momento delle battute di spirito e disse alle altre: lo sapevo che l'amore mio era un ragazzo buono, soprattutto da mangiare! E tutte scoppiarono in una fragorosa risata. Anche le sue figlie mangiavano di gusto e mi guardavano.

Mentre lei mi mangiava con gusto mi parlava e diceva che quello era l'unico modo per continuare a svolgere la sua vita serena che, dopo avermi mangiato, sarebbe stata ancora piu serena perche non avrebbe dovuto sconvolgere piu di tanto i suoi programmi quotidiani e perche nello stesso tempo non avrebbe dovuto pensare che io, distante da lei, avrei potuto distogliermi con altre donne.

MI disse che quella notte mi avrebbe digerito e che il giorno dopo mi avrebbe visto venire fuori dal suo sedere.

Sentivo che la mia carne veniva dilaniata da tutte quelle donne che mangiavano di gusto fino a quando, ormai quasi esangue, non persi i sensi e morii mentre loro concludevano il loro lauto pasto.

I lettori si chiederanno a questo punto come io sia riuscito a scrivere dopo la mia morte questa novella.

Ebbene, non sono morto. Ho semplicemente voluto immaginare fino a che punto il desiderio perverso di una donna puo spingersi fino a mangiare il suo uomo.

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