La vera missione di T'Pol!

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L'ingegnere capo aveva una gran voglia di toccarle il magnifico culo perfettamente sagomato che si stava sporgendo all'indietro proprio di fronte a lui e quasi restò senza fiato, accorgendosi che le due ampie natiche dovevano essere molto sode perchè non cedettero flaccide sulla sedia ma restarono compatte. "Bene! Mi dica per favore cosa ne pensa della nostra astronave, la sua opinione in qualità di ufficiale scientifico è molto importante per me" tentò di rompere il ghiaccio Archer versandole della birra nel calice. "Come lei sa capitano" gli rispose T'Pol con una certa noncuranza "il mio compito è di assistervi durante questo lungo viaggio e di aiutarvi a risolvere eventuali problemi. Non ho alcun interesse a giudicare l'Enterprise o il suo equipaggio."

Archer fece lampeggiare il suo sorriso: "Sono sicuro che avrò il miglior secondo che potevo aspettarmi. A proposito, lei ha rubato il posto al qui presente Comandante Tucker" chiosò cercando di metterla in difficoltà e di suscitare una reazione in quel viso impassibile. Ma l'unico effetto ottenuto fu una fredda occhiata che subito dopo si posò sul malcapitato ingegnere capo seduto alla sua destra, che si fermò con la forchetta a mezz'aria non aspettandosi di essere tirato in causa. Tucker ammirò rapito per qualche istante la bellissima vulcaniana sentendosi ipnotizzato dagli occhioni nerastri con venature smeraldine: "Ah ma..." balbettò nel tentativo di cavarsi d'impaccio "anzi io sono contento di dover occuparmi solo dei miei motori a curvatura, non ho mai avuto l'ambizione del comando e..." il suo sguardo cadde per un secondo sui due seni incredibili che sembravano esplodere confinati dentro la calzamaglia perchè T'Pol si era girata verso di lui per fissarlo meglio, "per me sarà un onore eseguire i suoi ordini" concluse arrossendo un pò imbarazzato.

Archer soffocò una risatina constatando che l'amico subiva in pieno l'effetto dell'estrema avvenenza della femmina vulcaniana e per aiutarlo le chiese di assaggiare la bevanda prima di iniziare a mangiare. Ma T'Pol continuò a squadrare il povero Tucker che si difese alzando di riflesso il suo bicchiere all'invito del capitano, proponendo un brindisi all'amicizia tra i due popoli. Allora la vulcaniana accettò distogliendo finalmente lo sguardo e rivolgendosi ad Archer confermò che tra Vulcan e la Terra c'era un sincero rapporto basato sul rispetto e la comprensione reciproca. Sorseggiando la sua bevanda Archer pensò che gli sarebbe piaciuto da matti schiaffarla sul suo letto per darle tutto il rispetto e la comprensione che meritava, ma si pentì subito della sua fantasticheria perchè lui era il capitano ed era suo dovere placare gli istinti dei suoi uomini e non scatenare il suo.

"T'Pol, posso farle una domanda di carattere personale? E mi scusi se le sembro mancare di educazione nei suoi confronti" azzardò Archer. "Prego capitano, chieda pure" gli concesse la vulcaniana inarcando appena un sopracciglio. "Ecco, lei è una donna che dimostra appena 25 anni, un tempo troppo breve per diventare un esperto ufficiale della flotta vulcaniana e io mi chiedevo se volesse essere così gentile da..." e qui Archer venne assalito da un insolito attacco di timidezza incapace di continuare a guardarla negli occhi, "siccome lei trascorrerà molto tempo qui a bordo con noi..." continuò senza essere capace però di finire il discorso, "vuole sapere quanti anni ho" concluse per lui T'Pol. "Capitano, voi sapete che i vulcaniani hanno una fisiologia molto diversa dalla vostra, anche se in apparenza e tranne un piccolo particolare anatomico le nostre razze umanoidi sembrano uguali" spiegò con un tono insolitamente paziente, come se dovesse soddisfare la curiosità di un bambino. "Posso solo dirle che la mia età corrisponde al triplo degli anni che secondo lei dimostro."

La rivelazione lasciò a bocca aperta Archer e Tucker perchè pur essendo a conoscenza che la vita media su Vulcan era pari a circa 200 anni terrestri, risultava difficile attribuire a questa femmina favolosa la stessa età delle loro nonne. "Beh, mi spiace se sono stato indiscreto e la ringrazio per la sua sincera risposta" le sorrise Archer, "mi lasci dire signora che lei è bellissima nonostante l'età" aggiunse scherzando Tucker, che però deglutì intimidito ricevendo un'occhiata di sbieco e affatto divertita. L'incontro proseguì con tutti e tre che si scambiarono commenti tecnici sulla procedura da seguire per lanciare l'Enterprise all'inedita velocità di curvatura cinque, riassumendo gli ultimi dettagli della missione. "Spero che il pasto sia stato di suo gradimento, T'pol" disse infine Archer, "io vado ora in plancia ma lei si ritiri pure nel suo alloggio, la farò chiamare una volta raggiunto il punto d'incontro prestabilito." "Grazie per l'invito capitano" gli rispose lei alzandosi e dirigendosi verso la porta, salutando Tucker con un "ingegnere capo" senza degnarlo neanche di uno sguardo.

I due uomini la videro attraversare la porta e svoltare a destra lungo il corridoio, ondeggiando quel sedere stupendo che era impossibile non rimirare impressionati da una tale meraviglia della natura. Quando la porta si chiuse Tucker iniziò a protestare: "Ma non è possibile che si vesta in quel modo provocante, ho fatto la figura dello scemo ma non è colpa mia se ho davanti due tettone mostruose e un culone pazzesco! Perdi letteralmente la ragione!". "Trip, controllati accidenti! Non devi pensare a T'Pol come se fosse una donna umana, la loro sessualità ubbidisce a un ciclo ben definito e poi è un militare di Vulcan e ha almeno 70 anni, cerca di calmarti..." gli disse Archer perentorio "ma comunque non posso darti torto e anzi sto ripensando a Forrest che mi ha messo in guardia a motivo di questa nomina sospetta."

"Davvero? E cosa ti ha detto della vulcaniana?" lo interrogò Tucker, ma Archer stava seguendo il filo del suo ragionamento "riflettiamo un momento: i vulcaniani ci considerano emotivamente instabili e parecchio aggressivi, bisognosi della loro somma guida per farci accogliere nella comunità galattica. Improvvisamente ci mandano un bellissimo ufficiale di sesso femminile che non può non quantomeno turbarci. Ascoltami, si tratta di una specie di test, vogliono vedere se siamo in grado di mantenere a bada i nostri istinti sessuali, deve essere questa la risposta giusta! Senti, non voglio più pensare a questa storia, devo occuparmi dell'Enterprise e quindi parlaci tu con gli altri ufficiali e avvertili, niente smancerie e soprattutto voglio un atteggiamento formale al massimo con T'Pol." "D'accordo, sono sicuro che hai ragione, però mi sentirei più tranquillo e più a mio agio con lei se le ordinassi di vestire una nostra uniforme, magari di due taglie più grandi...". La battuta innescò una risata liberatoria e Archer battè una mano sulla spalla dell'amico: "Andrà tutto bene e noi sventeremo il suo piano, adesso torniamo in plancia a fare il nostro dovere."

T'Pol si era appena congedata dal capitano e si stava incamminando quando notò avvicinarsi in fondo al corridoio una guardia della sicurezza in pattuglia. Un sorriso sardonico sfigurò il suo viso dai lineamenti delicati mentre accelerava il passo, sicura di avere il tempo necessario per iniziare il suo esperimento per cui era salita a bordo dell'astronave. Il giovane soldato avvistò la vulcaniana e non potè fare a meno di giudicare con meraviglia la carica erotica che emanava, con quei seni prosperosi che esaltavano la sua figura e il suo incedere sinuoso e aggraziato. Aveva appena cominciato a fare il saluto militare mentre si stava incrociando con lei ma si senti apostrofare con autorità: "Guardia, mi accompagni al mio alloggio, mi sono persa in questo settore." "Signorsì, comandante" rispose prontamente chiedendole il numero della cabina, "mi segua per favore" e la precedette lungo il corridoio illuminato e deserto.

T'Pol osservava il giovane terrestre con uno sguardo predatorio, domandandosi come avrebbe reagito a quello che non immaginava potesse succedergli tra poco. La guardia si fermò accanto alla porta annunciandole che erano arrivati e proprio mentre si irrigidiva sull'attenti per prepararsi al saluto, la vulcaniana la aprì con il suo tesserino identificativo e gli ordinò di entrare per primo per accertarsi che fosse tutto a posto. Accidenti che donna e vuole pure che vada dentro il suo alloggio, pensò con una certa emozione varcando la soglia e accendendo l'illuminazione interna il suo battito cardiaco aumentò quando lei si diresse verso il suo letto per poi voltarsi fissandolo dritto negli occhi: "Spegni la luce e chiudi la porta."

Per alcuni istanti restò inebetito a guardarla, talmente era bella e desiderabile ma anche indeciso sul da farsi, poi si mosse con l'intenzione di spegnere la luce uscendo ma la voce stentorea della vulcaniana lo bloccò: "Ti ho detto di spegnere la luce e di chiudere la porta, non di andartene." "Signora, non capisco..." ma quello sguardo fermo e il tono imperioso lo spaventarono inducendolo ad azionare il comando della porta scorrevole e ad attivare l'interruttore dell'illuminazione interna, facendo piombare la stanza nell'oscurità. Si sentì solo un debole fruscio, qualcosa che scivolava via e cadeva per terra, seguito da un altro ordine: "Accendi la luce." La guardia per poco non ebbe un attacco di cuore alla vista del corpo femminile più seducente e sessualmente eccitante che avesse mai visto in vita sua, forse nemmeno sugli ologrammi per soli uomini aveva ammirato una simile bellezza.

La vulcaniana era completamente nuda, aveva due grossi seni sodi e rotondi che sfidavano la forza di gravità mantenendo una forma piena e sostenuta, con un capezzolo eretto circondato da una piccola aureola; la pancia era piatta e tonica e i fianchi erano larghi e davano una sensazione di rassicurante voglia di maternità, mentre il sesso era del tutto glabro e sembrava più grande rispetto a quello di una umana, con le grandi labbra un pò arricciate e un clitoride piuttosto pronunciato; le gambe erano letteralmente fantastiche, quasi indescrivibili nella loro perfezione; ma quello che lo colpì davvero fu il suo sorriso accattivante e pieno di promesse, con gli occhi che stavolta ammiccavano con ironia.

T'Pol ruotò su stessa piegandosi in avanti per esibire con maggiore efficacia forse la sua parte migliore, un culo favoloso con due natiche incredibili, grandi, tonde, sode, prominenti. Con le mani le divaricò leggermente per mostrare il roseo buchetto dell'ano e la spaccata della fica che si aprì come un fiore che sboccia, provocando una immediata reazione nel pene dell'uomo che si ingrandì indurendosi tendendo i pantaloni dell'uniforme. T'Pol si girò ancora e notando con soddisfazione che il suo spettacolino aveva già avuto successo allargò le braccia offrendosi verso il terrestre, che dopo essere rimasto a bocca aperta pietrificato per lo stupore le si avvicinò tremante.

La vulcaniana era più alta di lui di quasi tutta la testa e lo guardò sorniona mentre esitante poggiava le mani sui seni valutandone la compattezza, massaggiandoli e accarezzandoli con reverenza per poi sollevarli per portarsi alla bocca i capezzoli che titillò e leccò con la lingua. Preso di coraggio dalla mancanza di una reazione iniziò a succhiare il capezzolo sinistro mentre giocherellava con l'altro tra le dita, sobbalzando non appena sentì le mani di lei sfiorargli il cazzo ormai eretto nel tentativo di abbassare lo zip dei pantaloni e liberarlo dagli angusti confini degli slip. Un gemito sfuggì al giovane sentendoselo afferrare con forza notevole da quelle dita aliene e allora baciandola sul collo lasciò scorrere le sue mani lungo la dolce curva dei fianchi per arrivare a toccare eccitatissimo le due chiappe belle sode e voluminose.

"Ti piaccio, piccolo umano?" gli domandò T'Pol iniziando a masturbarlo con un certo vigore, "oh sì, signora, so che sto sognando ma spero di non svegliarmi mai" le rispose stringendo con passione le natiche e attirandola a sè premendo sul sedere, nel desiderio di strusciare il suo pene durissimo sul sesso della vulcaniana. T'Pol però lo allontanò per sbottonargli la giacca dell'uniforme e allora lui freneticamente si tolse i pantaloni senza smettere di rimirare quel corpo fantastico, "oh, lei è così bella..." e di nuovo le palpò i seni meravigliato di tanta abbondanza, puntando la sua virilità verso la vagina. Ma proprio mentre la punta del glande stava per toccarla, lanciò un grido di dolore quando la vulcaniana gli prese con una mano il membro strattonandolo senza tanti complimenti "ho molta fretta, piccolo uomo, non fare resistenza."

Con una potente spinta sul torace lo scaraventò di schiena sopra il letto e mentre il povero malcapitato la guardava spaventato, si inginocchiò in mezzo alle sue gambe divaricandole con prepotenza e gli afferrò il cazzo con la mano destra esercitando una stretta poderosa. "Ah, così mi sta facendo male..." si lamentò la guardia ma T'Pol senza mostrare la minima emozione strinse ancora più forte cominciando con un movimento rapido a masturbarlo. "Stai godendo, piccolo uomo?" gli chiese inarcando un sopracciglio, "sì...ahi, anzi no...piano per favore" la pregò quasi disperato, ma insensibile alla sua sofferenza la vulcaniana proseguì nella sua veemente azione. Il pene dell'uomo era lungo circa 15 cm. e presentava anche una leggera incurvatura, senza dubbio non era un bell'esemplare di sesso maschile terrestre, giudicò con un certo disprezzo la vulcaniana consolandosi in parte con la constatazione che almeno era molto rigido. Lei infatti aveva bisogno di ben altro per provare piacere, ed ecco perchè non gli aveva permesso di venire a contatto con la sua preziosa vagina abituata ai dotatissimi falli dei maschi della sua razza.

Incapace di resistere ancora al ruvido trattamento che stava subendo il giovane si sollevò sugli avambracci per divincolarsi, ma ricevette subito un colpo violento alla fronte portato con il palmo della mano sinistra che lo intontì non poco. "Ti consiglio di non muoverti" lo apostrofò T'Pol fissandolo con aria truce e di scatto aprendo la bocca si ingollò il glande, serrando le labbra attorno alla corona e dando una succhiatina. In preda quasi al panico perchè aveva compreso di essere completamente alla mercè dell'aliena, tra l'altro molto più forte e grande di lui, l'uomo comunque sentendosi sucare il cazzo emise un sospiro di goduria che si trasformò in una serie di gemiti lussuriosi non appena T'Pol se lo infilò tutto in gola andando a toccare con il naso i peli del pube.

Poi la testa della vulcaniana si sollevò con lentezza fino al glande che, stimolato con la lingua che non stava mai ferma, venne mordicchiato con i denti proprio sotto la corona e succhiato leggermente. T'Pol si tolse il pene dalla bocca e leccando ripetutamente l'asta per tutta la sua lunghezza si rivolse alla sua preda "ora ti farò godere, piccolo mio", intendendo piccolo in tutti i sensi. Si prese tra le mani entrambi i testicoli stringendoli e dopo aver poggiato lasciva la punta della lingua sul glande, si chinò in avanti inghiottendosi tutto il pene cominciando a spompinarlo forte. La sua testa andava su e giù con un ritmo veloce e la sua bocca aderiva all'asta pulsante che veniva leccata su di un lato dalla lingua più rasposa di quella umana, aumentando così il piacere della giovane guardia che istintivamente sollevò più volte il bacino per facilitare il coito orale.

T'Pol manteneva costante la pressione sui coglioni e l'intensità della sucata e la sua vittima gemeva invocando il suo nome, rigirando la testa sul cuscino e aggrappandosi con i pugni stretti al lenzuolo, travolto da sensazioni che non aveva mai provato prima. "Oh, sì T'Pol, continua così..." la incitava lui che senza pensare alle probabili conseguenze e vedendola concentrata con gli occhi chiusi a succhiargli la verga, le appoggiò le mani sulla nuca scompigliando il caschetto di capelli e piegando le sensibili orecchie appuntite. La vulcaniana venne assalita dall'ira per l'atto troppo confidenziale che non poteva di certo permettere a un maschio di una razza inferiore come quella terrestre e allora, dopo averlo fulminato con uno sguardo omicida, arretrò le labbra fino alla corona del glande e diede una terribile sucata mentre strizzava senza pietà i testicoli gonfi e ormai pronti a eruttare.

"Argh!" urlò il giovane per l'estrema sofferenza sbattendo le braccia sul letto nella speranza di farla smettere, ma un'altra fortissima succhiata, accompagnata per giunta da un morso, lo fece piagnucolare per la disperazione "ah, la prego, mi sta massacrando...nooo...". Questo non era più un pompino ma una vera e propria tortura impossibile da sopportare! Alzò un pugno per colpirla ma si fermò impaurito accorgendosi di una terrificante trasformazione nella vulcaniana: non era più la femmina dei suoi sogni, ma una bestia feroce che lo stava per divorare e gli occhi che lo fissavano esprimevano una furia disumana! Gridando ricadde sul materasso sudato e tremante portandosi le mani al viso, totalmente sottomesso al volere dell'aliena che lo stava mangiando vivo mordendolo e sucandolo con una potenza tale da sentirsi strappare i visceri, mentre i coglioni massacrati gli davano atroci fitte di dolore.

T'Pol intanto era ansiosa di assaggiare il suo primo sperma umano e sospettando che una eccessiva violenza avrebbe rovinato l'eiaculazione, cessò di fargli del male cercando di rassicurarlo "non temere piccolo mio, ma dimmi quando stai per venire", masturbandolo con foga e grattandogli i testicoli indolenziti. Esalando un lungo sospiro di sollievo l'uomo le promise che l'avrebbe fatto, stringendo però i denti perchè la stretta sul suo povero pene arrossato e sofferente era eccessiva e non aveva di certo il coraggio di protestare. Alla fine con un filo di voce l'avvertì "ecco, sta arrivando..." e la vulcaniana rapida calò la bocca sul glande vibrante, serrando le labbra per evitare di perdere anche solo una goccia del tanto atteso nettare.

Il primo fiotto le colpì il palato e lei lo inghiottì ingorda, subito seguito da un secondo che le inondò la gola, ma T'Pol non avvertì alcun senso di vomito dato che la modesta dimensione del membro non le dava alcun fastidio e anzi se lo infilò tutto dentro succhiando forte per sollecitare altre sborrate che scesero dritto lungo l'esofago. Non male, commentò con se stessa T'pol passandosi la lingua sulle labbra, il sapore del seme umano non era affatto disgustoso, anche se lo trovò meno denso e cremoso di quello vulcaniano e inoltre aveva un odore troppo pungente per i suoi gusti. Poi notò delusa il pene afflosciarsi, ricordando con nostalgia quanto rimanessero belli duri dopo la prima eiaculata i lunghi e grossi cazzoni dei suoi instancabili amanti su Vulcan.

Come avrebbe potuto essere soddisfatta sessualmente da questa sottospecie di razza? Come avrebbe fatto a resistere addirittura cinque anni insieme a questi ominidi sottodotati? Ma lei doveva ubbidire all'Alto Comando e alla missione che le era stata assegnata per valutare il livello di affidabilità degli umani, non poteva sottrarsi in alcun modo al compito che la aspettava. Tornando a focalizzare l'attenzione sul presente, guardò inespressiva il terrestre che d'istinto si ritrasse impaurito e con sorpresa provò compassione per lui: "sappi che non volevo ferirti, ma ora ho finito con te, puoi andare". Il giovane non se lo fece ripetere due volte e frettolosamente indossò la sua uniforme desiderando solo di scappare al più presto dalla stanza, morendo dalla voglia di raccontare a un paio di amici l'eccezionale esperienza appena vissuta.

Senza nemmeno pensare di voltarsi per ammirare quel favoloso corpo nudo ancora inginocchiato dietro di lui, si diresse verso la porta ancora con i pantaloni parzialmente abbassati, ma T'Pol con un sol balzo lo raggiunse e gli premette con forza la mano destra su una spalla paralizzandolo all'istante e provocandone lo svenimento. L'uomo si accasciò inanimato sul pavimento e la vulcaniana lo sollevò senza sforzo apparente posandolo con delicatezza sul letto. Mentre gli accostava le dita sulla fronte per la fusione mentale provò quasi un sentimento di colpa per averlo strapazzato così brutalmente, giustificandosi che forse la vicinanza con la sua razza le rendeva difficoltoso mantenersi sempre insensibile alle emozioni: "Dimentica, dimentica, dimentica..." ripetè con tono dolce e pacato.