La vera missione di T'Pol! 02

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T'Pol non riusciva a crederci che era stato così facile eccitarsi, l'umano la stava facendo godere con il suo irriverente impeto e lei non poteva farci nulla se non sottomettersi alle sensazioni che stava provando. Il suo pene seppur non eccezionale pareva ragguardevole e lo sentiva duro come un pezzo di metallo con il glande che premeva contro il buco del culo ogni volta che si spostava verso l'alto, le sue mani le palpavano con forza i grandi seni sodi e turgidi talvolta strizzando senza pietà e indugiavano sui capezzoli eretti titillandoli e pizzicandoli.

Tucker doveva piacerle veramente molto se concedeva ad un esponente di una razza inferiore come quella terrestre di strapazzarle in questo modo il corpo, senza nemmeno suscitarle un sentimento d'ira che altrimenti avrebbe dovuto scatenarsi. "Allora T'Pol, cosa dicono gli strumenti?" domandò ancora Archer e la vulcaniana fece uno sforzo immenso per mantenere controllata la sua voce. "Dalla lettura di alcuni dati non rilevo nessuna anomalia, capitano. Tutto procede come deve andare".

Ancora riesci a discutere normalmente mentre io addirittura ho difficoltà a respirare e sono tutto sudato, eh? pensò stizzito Tucker, che senza riflettere sul rischio che poteva correre dato che non si trovava di certo in un luogo appartato, infilò il pene tra le cosce iniziando un furioso movimento che simulava il coito. Era fantastico sbattere l'addome contro la massa morbida e compatta del culone, mentre il cazzone facendosi largo tra le gambe si sfregava addosso al sesso della vulcaniana protetto solo da un leggero strato di tessuto.

T'Pol ebbe un sussulto quando avvertì il cazzo durissimo dell'umano massaggiarle la fica che subito reagì con una serie di contrazioni vaginali, costringendola ad aprire la bocca con espressione estasiata. Tucker sovreccitato riprese a toccarle le tettone che sobbalzavano, godendo come un pazzo anche se non la stava in effetti fottendo sul serio e T'Pol, sentendo la vagina cominciare a bagnarsi, si morse un labbro per evitare che un gemito potesse sfuggirle e mettere sull'avviso il capitano Archer che però senza sospettare niente concluse la conversazione augurando buon lavoro ad entrambi.

"Allora ti piace, porca troia venuta da Vulcan?" le sussurrò all'orecchio Tucker mettendo le mani sulle larghe chiappe per separarle a forza in modo da strusciare con maggior foga. Davvero incredibile, l'umano addirittura aveva l'impudenza di insultarla, ma invece di incazzarsi T'Pol travolta dalla passione allungò la mano destra all'indietro per accarezzare il bastone di carne che le stava stimolando anche il clitoride indurito che lanciava fitte di goduria. A Tucker quasi gli si piegarono le ginocchia per l'eccitazione quando si sentì toccare il pene, adesso imprigionato tra la calzamaglia che ricopriva la fica e la calda mano di lei intenta a tastarlo come a saggiarne la consistenza.

Con una irruenza che non credeva possibile incrementò il ritmo e la potenza delle spinte del bacino, intenzionato a provare alla vulcaniana che anche un terrestre era in grado di farla godere e di farle perdere il controllo, ma si accorse che non avrebbe retto a lungo anche perchè T'Pol aveva iniziato a soppesargli i coglioni stringendoli con una certa pressione. Tucker voleva sborrarle in mezzo alle gambe e sul deretano per insozzarle la calzamaglia che indossava, ma T'Pol aveva un'idea ben diversa e quando sentì l'umano grugnire e prenderla saldamente per i fianchi, segnale inequivocabile di una imminente eiaculazione, si girò di scatto mettendosi sulle ginocchia e afferrandogli il pene con la mano destra.

Era davvero un bell'esemplare rigidissimo di circa venticinque centimetri, dritto come un siluro fotonico e con un cordolo che lo attraversava per tutta la sua lunghezza, giudicò lei mentre lo masturbava con vigore, ma era la grandezza del glande ad affascinarla con la sua forma a bulbo e la corona che sporgeva dall'asta. "Dimmi quando stai per venire, caro Trip" gli chiese in tono confidenziale guardandolo con un sorriso lascivo, per poi ingollarsi per intero il glande e ancorarsi con le labbra proprio sotto la corona con i denti che mordicchiavano leggermente.

Oddio, desidera assaggiare il mio seme, pensò eccitatissimo Tucker che però emise un gemito soffocato sia di godimento che di dolore non appena si sentì il cazzo succhiato con una forza tremenda. T'Pol leccava freneticamente con la lingua e spompinava molto forte su e giù almeno mezza asta inghiottendola fino in fondo alla gola, ma nel frattempo si massaggiava anche la fica ribollente che colava in abbondanza di umori vaginali impregnando l'uniforme aderente come una seconda pelle. Ma era una cosa inimmaginabile, l'umano l'aveva fatta godere per prima e ora avrebbe dovuto correre nella sua cabina per cambiarsi, non poteva ritornare in plancia comando tutta bagnata fradicia in quel modo!

Ma non si sentiva affatto arrabbiata, anzi grazie all'ingegnere capo la sua permanenza a bordo dell'Enterprise si preannunciava meno noiosa e deprimente del previsto, però decise di metterlo in una situazione imbarazzante per fargli comprendere chi era che comandava sul serio. Dopo aver inalato un profondo respiro si ingoiò fino all'esofago tutto il grosso pene dell'uomo che strabuzzò gli occhi per la sorpresa, dato che nessuna ragazza era mai riuscita a fargli un pompino completo. T'Pol era abituata a membri anche più grandi così non trovò troppo difficoltoso farsi scivolare dentro tutta l'asta fremente bloccandosi in quella posizione senza arretrare la bocca e serrando le labbra, con i peli pubici dell'uomo che le solleticavano il naso.

Iniziò poi a sucare con decisione resistendo allo stimolo di deglutire la saliva, sapendo di poter continuare per alcuni minuti la sua prestazione incredibile almeno per un umano e sicura di stimolare l'eiaculazione prima di cedere. Tucker si sentiva spompinare in modo tremendo il cazzo per tutta la sua lunghezza e la sensazione era assolutamente fantastica, anche se la potente aspirazione della vulcaniana sembrava sconvolgergli le viscere e stava provocando alcune fitte di dolore. Con espressione stupefatta guardava la vulcaniana tenere gli occhi chiusi concentrata nel sucargli la verga e non riuscì a mantenersi in piedi perchè aveva piegato le ginocchia per l'estrema eccitazione, arretrando per mezzo metro fino a sostenersi con le mani all'indietro contro una paratia.

T'Pol aveva seguito il suo movimento senza mollare la presa e gli aveva afferrato le natiche per tenerlo fermoe e mentre continuava a dargli potenti succhiate con la lingua che si muoveva leccando con frenesia, dalla sua gola si sentiva un gorgoglio sommesso insieme a un mugolio di soddisfazione. "Oh mamma mia, che mi stai facendo?" la implorò l'umano che poi gemette perchè aveva avvertito uno spasmo doloroso provocato da un piccolo morso. Anche la vulcaniana stava godendo moltissimo dimenando leggermente il culo perchè la sua vagina continuava a emettere liquido bagnando la calzamaglia e il clitoride pizzicava senza sosta.

Quanto le sarebbe piaciuto prendere da dietro un altro enorme cazzone per sentire la cervice sfondata e l'utero riempito e T'Pol pensò divertita anche a un altro buco che aveva disponibile, ma forse la sua attuale posizione avrebbe impedito l'estremo godimento di una tripla penetrazione. All'improvviso lo sperma tirato fuori a forza dai testicoli risalì verso il glande per eruttare e T'Pol se ne accorse quando il pene si spinse di riflesso verso l'alto, provocandole un colpo di tosse che però riuscì a soffocare. Aveva una gran voglia di sentirsi la gola inondata di sperma e di inghiottirlo voracememte ma per stavolta si sarebbe accontentata solo del pompino.

"Ohh, sto venendo, vengooo..." la avvertì dopo pochi secondi l'ingegnere capo che stava sussultando e allora la vulcaniana lasciò fuoriuscire il pene senza smettere di succhiare e si alzò poi subito in piedi baciandolo e infilandogli la lingua in bocca, eseguendo una masturbazione con un movimento della mano rapido e furioso. Tucker chiuse gli occhi e rispose con trasporto slinguettando a sua volta, lasciando scivolare un braccio lungo la schiena per palpare ancora una volta il culo sodo e strizzando anche un seno rigonfio, mentre il suo pene gioioso spruzzava ripetuti fiotti si sborra davanti a lui.

Tucker sospirò per il sollievo di essersi liberato di una quantità allucinante di sperma, mai gli era capitato di venire così e inoltre il suo membro era stato talmente duro che adesso che stava perdendo l'erezione lo sentiva un pò indolenzito. "Sei stato molto bravo Trip" gli stava dicendo la vulcaniana che si era scostata da lui, "in futuro saprò essere molto generosa con te, cucciolo mio, ma devi fare più attenzione alla mira". Riaprì gli occhi e la osservò con aria interrogativa ma subito si accorse orripilato di aver sporcato una consolle di controllo con tutti i suoi schizzi e sopra un paio di monitor, alcuni pulsanti e spie luminose erano appiccicati rivoli di sperma giallastro dall'inconfondibile odore pungente.

Santo cielo, si disse sgomento, e ora come faccio a pulire questo disastro? T'Pol intanto lo stava sfottendo con un ghigno sarcastico dipinto sul suo viso meraviglioso e senza dargli il tempo di risponderle si girò per andarsene in tutta fretta, spostandosi con eleganti movenze feline e ondeggiando provocante come sempre il sedere. Che femmina, riconobbe Tucker, abbiamo a che fare con una puttana in calore e il capitano aveva ragione accidenti, ma già pregustava il loro prossimo incontro incoraggiato dalla sua promessa. "Comandante, vorrei mostrarle questi valori del nucleo di..." era uno dei suoi uomini, "fermi tutti!" urlò disperato "e che nessuno si muova e lasci la sua postazione!". Si guardò attorno spaventatissimo aggiustandosi con frenesia i pantaloni, doveva esserci uno straccio da qualche parte, l'aveva già notato, ma dov'era, dove diavolo era?

"Volevi vedermi?" domandò Tucker al Capitano Archer non appena entrato nel suo alloggio, cercando di dissimulare il senso di colpa che lo stava assalendo. "Sì Trip, accomodati pure" gli rispose lui accogliendolo con il consueto sorriso amichevole e indicando il divano dove era seduto. "Voglio sapere come si è comportata la nostra avvenente ospite, ma ricorda di parlarne sempre con rispetto perchè è il vicecomandante dell'Enterprise, perbacco!" concluse con una smorfia canzonatoria che innescò una risatina tra i due. "E' stata molto professionale, non mi sarei mai aspettato un'attenzione così sincera e anche molto competente verso i sistemi di sicurezza del reattore".

Tucker si odiava a morte per dover mentire spudoratamente al suo amico nonchè diretto superiore, anche se era sicuro che al suo posto il caro Archer non si sarebbe lasciato scappare l'occasione di possedere una donna straordinaria come T'Pol. "L'ho lasciata anche da sola per un momento di fronte il quadro principale perchè mi aveva chiamato un ingegnere" continuò in preda a un disagio crescente "e quando ho capito che stava comunicando con te ho fatto una gran corsa". "Ah già, ho sentito che avevi la voce piuttosto ansimante" confermò il capitano senza un pur minimo accenno di incredulità, "proprio così!" annuì con forza Tucker che comunque per evitare domande poco gradite fece finta di accorgersi della mancanza del cane "ma dov'è finito Porthos?".

"Sai che i vulcaniani non hanno l'abitudine di circondarsi di animali da compagnia, ho pensato bene allora di chiedere al dottor Phlox un favore e quindi l'ho lasciato in infermeria poco prima di invitare a cena T'pol. Andrò a prenderlo più tardi sperando che non abbia combinato qualche guaio" disse incrociando le dita con aria sorniona. "Quel Phlox secondo me è l'alieno più simpatico e gentile che abbia mai conosciuto, magari su Vulcan fossero tutti come lui" sentenziò Tucker. "Confermo, purtroppo non se ne trova uno manco focalizzando al massimo i sensori a breve raggio!". La battuta ironica di Archer fece ridere di gusto i due e la curiosità del capitano sul comportamento dell'ufficiale scientifico sembrò soddisfatta quando volle sapere alcuni dettagli tecnici sulla propulsione, rallegrandosi del mantenimento senza alcun inconveniente della curvatura cinque.

Ma l'effetto eccitante che T'pol suscitava in Archer lo indusse a ritornare sull'argomento, anche perchè era stato evidente l'imbarazzo mostrato dal suo fidato amico di fronte alla prorompente vulcaniana. "Ma dimmi" parlando con un tono confidenziale, "non ti sei mai trovato molto vicino a lei? Voglio dire, non hai sentito la sua carica erotica e lei non ti ha mai costretto a una reazione?" Altrochè, anzi per la precisione si tratta di un'erezione da paura caro mio, ti verrebbe un colpo se ti dicessi quello che è successo veramente, gli rispose mentalmente Tucker "beh, se devo essere sincero con te..." iniziò con finta esitazione.

"Trip, cosa mi stai nascondendo?" lo esortò Archer con impazienza. "Ecco, c'è stato un momento che lei si è piegata in avanti alla consolle principale per osservare meglio e...il suo deretano si è mostrato in tutto il suo splendore" ma il capitano lo interruppe subito "ma come, smuoveva il culo davanti a te?". "No no, stava fermo per carità, è solo che non riuscivo a staccare gli occhi da quella meraviglia, ma per mia fortuna mi ha salvato un tecnico che ha richiesto la mia presenza al suo posto di controllo". Archer con fare indagatore però ancora non si contentava "e tu allora cosa hai fatto?". "E cosa volevi che facessi? Me ne sono andato con lei intenta a studiare il quadro comandi" gli rispose Tucker con aria innocente, "quindi mi stai dicendo che T'Pol non ti ha voluto deliberatamente provocare con quel movimento sensuale?".

"Ma no, era davvero interessata alla complessità dei nostri comandi, quella non mi vede nemmeno!" concluse scuotendo la testa il capo ingegnere sperando di risultare attendibile. Archer con le dita stava tamburellando con un certo nervosismo il bracciolo del divano "e per quanto riguarda la riunione con gli altri ufficiali che avevamo deciso, che ne pensi ora?". Tucker lo guardò con la massima serietà possibile "forse siamo stati troppo precipitosi, T'Pol è solo una donna bellissima che desidera solo prenderci in giro con la sua femminilità irresistibile, non ha l'intenzione di farci diventare i suoi schiavi sessuali". "Sì, forse hai ragione tu" Archer sembrava concordare "allora mi suggerisci quantomeno di rinviarla?".

Lasciami almeno il tempo di fottermela a dovere e poi potrai anche rispedirla su Vulcan stava pensando Tucker, "decisamente sì, diamole l'occasione di ambientarsi tra di noi e non mettiamo in allarme prematuro gli altri, non credi?". Il capitano si battè le mani sulle ginocchia sorridendo finalmente convinto, per poi alzarsi per accompagnarlo alla porta "sì, evitiamo di far precipitare la situazione ed attendiamo gli eventi. Di sicuro il nostro incontro con la vulcaniana ci ha oltremodo influenzato con i nostri pregiudizi, del tipo una donna favolosa deve essere anche una scatenata ninfomane. Se T'Pol vuole esibire la sua avvenenza per metterci in imbarazzo che lo faccia pure, l'importante da parte nostra è non darle soddisfazione per conservare la dignità e scongiurare rapporti negativi inviati all'alto comando vulcaniano". "Sono con te al cento per cento, capitano!" si accomiatò Tucker ricambiando il sorriso e incamminandosi lungo il corridoio fortemente illuminato. Ahh, ammise con se stesso, certe volte la vita è proprio meravigliosa...

T'Pol voleva approfittare di non essere in servizio per conoscere l'unico extraterrestre oltre a lei presente sull'astronave, il daneboliano Phlox che ricopriva il ruolo di ufficiale medico. Strana e brutta razza poligama, rifletteva mentre con passo deciso si dirigeva verso l'infermeria, sono di una promiscuità oscena ma nel senso che dopo essersi sposati e messo su famiglia entrambi i sessi vanno alla ricerca di altre unioni, conservando le precedenti relazioni coniugali ma senza il vincolo di restare fedeli. Noi invece abbiamo una sessualità sfrenata con tanti partner, ma quando decidiamo di legarci a qualcuno lo facciamo seriamente e senza remore.

T'Pol era quasi arrivata di fronte alla porta di accesso e la stava aprendo ma qualcosa la indusse a bloccarsi, costringendola ad arricciare il naso disgustata. Aveva capito cosa l'aspettava oltre la soglia e stava considerando di andarsene, ma ormai tanto valeva farsi forza anche perchè prima o poi da sola o in compagnia sarebbe entrata in quel luogo schifoso. Era proprio come aveva immaginato, anzi peggio, quella non era un'infermeria ma un piccolo zoo puzzolente! Nei tavoli e nelle mensole non erano solo sistemate attrezzature diagnostiche e strumenti medici, ma anche tutta una serie di gabbie di varia foggia e grandezza che contenevano svariate specie di animali che producevano sostanze curative.

Phlox era su un lato dell'ampio salone intento a calare dentro una gabbia quadrata del cibo nerastro che prendeva da un secchio, per sfamare chissà quale bestia immonda e addirittura l'idiota ci stava pure parlando. "Come stai tesoruccio? Questo ti farà stare bene, vedrai, sono interiora di quel serpentello che ti piacciono tanto". T'Pol aveva voglia di mettersi a urlare tutto il suo disprezzo, ma invece con un colpo di tosse cercò di attirare l'attenzione dell'ufficiale medico. Phlox si voltò di scatto e vedendola esclamò "Oh, lei è T'Pol la vulcaniana!" e il suo tondo viso rubizzo dagli occhi porcini e contornato dalle caratteristiche creste ossee si illuminò di un largo sorriso mentre si avvicinava, "sono davvero lieto di incontrarla".

"Dottor Phlox, si rende conto che olezzo terribile c'è nell'aria?" lo apostrofò T'Pol fissandolo con severità. "Oh, mi dispiace tanto, però è strano perchè poco fa ho spruzzato nell'ambiente una essenza profumata" le rispose sinceramente contrito. "E allora ha peggiorato di sicuro la situazione" continuò lei spietata, ma Phlox si mise a ridere "per nostra fortuna gli umani non hanno l'olfatto evoluto come il nostro e non si sono mai lamentati con me". "Ecco, in questo caso allora per loro è un vantaggio!" ma Phlox era davvero divertito "Ohh...un abitante di Vulcan con il senso dell'umorismo, fantastico!". "Non era una battuta ma una semplice constatazione dottore!", replicò T'Pol fulminandolo con lo sguardo.

Ma il daneboliano non era affatto impressionato dell'aggressività della vulcaniana, ben sapendo le caratteristiche caratteriali dei suoi simili e con un gesto di una mano le indicò tutta l'infermeria "qui dentro ho raccolto parecchie decine di specie da cui trarre medicamenti vari per tutte le esigenze più disparate". "Guardi che non avevo dimenticato la vostra pessima abitudine", gli disse con sarcasmo T'Pol e lui subito di rimando "ma perchè sintetizzare chimicamente certe sostanze utili in medicina ma che possono rivelarsi tossiche, se nella vasta galassia già le troviamo a nostra disposizione in questi deliziosi animaletti?". "Però vi tenete anche la puzza!" lo accusò la vulcaniana sprezzante.

"Si tratta invece dell'odore della vita" le rispose il daneboliano con un'espressione offesa "e non si dimentichi che io grazie ad esso posso rendermi conto dello stato di salute di una specie e quando è pronta a secernere quello che mi interessa". Poi Phlox la osservò di traverso esibendo un sorrisetto di sufficienza "si ricordi che noi abbiamo viaggiato in tutto il quadrante alfa della Galassia per molto tempo spinti solo da motivazioni scientifiche, non siamo come certe razze ultime arrivate che sgomitano per imporre la loro tracotanza". T'Pol sospirò spazientita, quanto le sarebbe piaciuto spaccare la faccia ridicola di quel presuntuoso, "un giorno forse vi pentirete del vostro eccesso di altruismo".

"Non si preoccupi, nessuno ha mai voluto darci fastidio e noi comunque saremmo in grado di difenderci senza alcun problema". A questo punto il daneboliano e la vulcaniana iniziarono un duello di sguardi, con Phlox che si manteneva serafico e sorridente e T'Pol che con furia crescente lanciava laserate rabbiose. All'improvviso però un forte rumore di qualcosa che cadeva sul pavimento li fece smettere, seguito da un rapido calpestiò. T'Pol letteralmente terrorizzata si vide venire addosso un animale terrestre dal mantello biancastro chiazzato di marrone, un quattrozampe che non ricordava come si chiamava, piuttosto basso di statura, dal muso allungato, la coda molto sottile e le orecchie lunghe, insomma un essere orribile.