Una Disavventura in Treno

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Una disavventura in treno di una business lady.
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Non dovevo neanche prenderlo quel treno, lo so che negli ultimi tempi sono frequentati da brutti ceffi e che i rischi sono aumentati, ma non avevo scelta, dovevo arrivare a tutti i costi a destinazione per il giorno dopo e come sempre in questo paese gli aerei erano tutti pieni.

Prendo quel maledetto treno delle dieci di sera, avevo prenotato una cuccetta per riposarmi durante la notte, metto jeans e pullover per mascherare al massimo la mia femminilità, e vado alla stazione.

Appena arrivata, mi vengono i brividi, gentaccia, barboni, senza casa, immigrati di tutti i tipi frequentano il posto, ma fortunatamente vedo anche dei poliziotti e mi tranquillizzo. Vedo anche un paio di ragazzi scuri di pelle, riccioli neri e abiti sdruciti che mi guardano con insistenza, faccio finta di niente e aspetto il mio treno.

Ovviamente arriva con 15 minuti di ritardo e così, rimango alla vista di chi vuole vedere una bella signora sola alla stazione.

La stazione ora è quasi deserta, i due ragazzi si sono avvicinati e parlano tra loro, io mi guardo attorno un poco impaurita, poi vedo ancora i poliziotti e infine arriva il treno. Salgo in fretta senza guardarmi attorno e veloce cerco la mia cabina. Metto a posto le mie cose e mi preparo per la notte, nel dubbio chiudo a doppia mandata la porta e la blocco con una seggiola che è nello scompartimento.

Alle due della notte, quando siamo ormai a metà del viaggio, sento il bisogno di andare in bagno, mi accorgo che devo andare fuori in quelli che sono all'inizio e alla fine delle carrozze, mi scoccia uscire, ma mi scappa proprio e allora metto i jeans e il pullover e esco.

Arrivo alla toilette, entro e faccio i miei bisogni, poi veloce mi avvio alla cuccetta. Quando arrivo davanti alla mia porta, vedo i due ragazzi che avevo visto alla stazione che mi vengono incontro dalla parte opposta del vagone, parlano tra loro e mi guardano, io apro la porta ma non ho il tempo di richiuderla, il primo mette un piede tra porta e uscio, io gli dico che cazzo vuoi!, cercando di essere convincente, ma lui per tutta risposta spinge forte la porta aprendola e mi punta un coltello alla gola e facilmente intuisco le sue intenzioni. Sono paralizzata dal terrore mentre anche l'altro entra e chiude la porta dietro di se'. Il primo mi spinge verso il finestrino e mi dice:

"Dacci i soldi"

Io cerco di calmarli, prendo quel poco di spiccioli che ho portato dietro, raccatto 25 euro e glieli porgo senza guardarli in faccia.

Il primo mi dice;

"Che cazzo sono questi pochi soldi, dove tieni il resto?"

Gli spiego che non ho altro, lui parlotta con il suo amico e girandosi mi dice con una voce che non ammette repliche;

"Spogliati stronza!"

Faccio per ribattere, ma vengo anticipata da uno schiaffone violento che si abbatte sul mio viso, sento il dolore espandersi e vedo quel coltello che si avvicina, così, singhiozzando, comincio a alzarmi il pullover, istintivamente penso a cosa ho messo sotto come intimo e subito mi maledico per avere messo un completino sexy che sicuramente farà il suo effetto, d'altronde ho pensato a essere normale sopra, non potevo prevedere che il mio perizoma con un filetto che si infila tra le mie natiche avrebbe potuto stimolare qualcuno quel giorno, come anche il mio reggiseno bianco di pizzo fine che copre il seno, era solo per il mio piacere.

Appena mi tolgo il pullover, il secondo si avvicina, mi tocca i seni e deciso mi strappa il reggiseno, liberando le mie tette, l'altro mi avvicina il coltello e mi dice;

"La gonna adesso!"

Poi mi molla un altro ceffone che mi fa girare la testa.

"Perche'?" lo supplico.

Poi piano, piangendo sommessamente, la sfilo, mentre le lacrime bagnano le mie guance. Ora sono senza la gonna, il primo mi spinge verso il finestrino e mi fa girare, sento una sua esclamazione di gioia mentre mi palpa il sedere e poi sento le sue mani che passano davanti al mio corpo e mi stringono forte i seni. Lancio un piccolo urlo, tra i singhiozzi, e subito una mano mi tappa la bocca e mi dice;

"Se fai un altro piccolo rumore ti ammazzo" e giu' un altro sganassone in piena faccia. Cado in ginocchio, disperata. Non ho piu' nemmeno la forza di pensare a ribellarmi. Mi sento sconfitta e piegata dal potere di questi due uomini violenti. Mentre le gocce del mio pianto cadono libere e abbondanti sul pavimento, il primo mi ordina di alzarmi e di andare verso il lettino dove l'altro si è gia' messo a sedere e si sta spogliando, mi giro e vedo il cazzo rossastro e duro del primo che mi aspetta teso. I miei occhi sono velati dal pianto, ma l' immagine e' chiarissima, e quel che mi aspetta ancor di piu'.

"Prendilo in bocca e fammi un pompino brutta troia!"

Io sono stravolta dalla paura esito, ma quello mi prende per i capelli e mi scuote violentamente.

"No! Non farmi del male, non piu', non piu'!" grido supplicandolo.

"Allora succhia!" mi ordina, e mi lancia la testa all' indietro, come fossi una bambola di pezza.

Io obbediente mi avvicino a lui e come un automa mi piego per prenderlo in bocca. Il suo odore di persona mal curata mi da' la nausea, ma la mia resistenza viene smorzata dalle mani dell' amico che spingono sulla mia nuca obbligandomi a baciare con le labbra socchiuse quel grosso cazzo.

"Apri la bocca se non vuoi che ti ammazziamo di botte!"

Quella minaccia, mi terrorizza, mi convinco subito e così apro le labbra e comincio a succhiare quel bastardo violento. Appena ho aperto le labbra, lui mi spinge a prenderlo tutto poi mi obbliga a tornare all'inizio e mi spinge di nuovo fino alla base di quel cazzo. Mi tira e mi spinge per i capelli, mi domina completamente, mi guida come un pupazzo in suo potere. Io lo assecondo per quanto posso, ma tanto tutto e' inutile, sono in sua balia. Mentre il suo cazzo entra ed esce dalla mia bocca con sempre maggiore velocita' e senza pieta'.

Mi sento scopare la bocca e già tremo al pensiero del suo sperma dentro la mia gola, ma questo pensiero, viene presto dimenticato da quello che il secondo mi sta facendo: sento che mi spinge verso il suo amico e così facendo mi alza il sedere mettendolo alla sua mercè.

La piccola stoffa della mutandina che mi protegge viene strappata come il reggiseno, mi rendo conto che sono nuda, esposta a lui, e senza scampo. Devo ubbidire, posso solamente sottomettermi a quei due uomini.

Il mio sedere ha ballato sotto la violenza del gesto, poi sento che il maiale che mi sta dietro mi apre le natiche mettendo in mostra le mie parti più intime. Penso a come sono curata e profumata, a come mi tengo pulita per il mio piacere e per quello del mio uomo, spero dentro di me che finisca presto questa tortura e mi preparo a essere scopata. Poi realizzo con terrore quello che potrebbe accadermi se qui due mi venissero dentro! Non voglio nemmeno immaginare una simile eventualita'. Messa incinta, ingravidata, da questi due animali? Noooooooooooooooooooooooooooooo!

Piango, e le lacrime si mischiano nella mia bocca alla saliva e alle prime gocce di sperma che escono dal cazzo che mi trovo in gola.

Le mie paure vengono stravolte quando sento che il bastardo che ho dietro, sta puntando al mio bel culo, me lo appoggia, me lo spinge dentro, sta entrando, e' mezzo dentro... vorrei gridare ma in gola ho quell' arnese che mi stantuffa su e giu', piango inutilmente, trattengo il respiro, poi sento un dolore tremendo, un bruciore pazzesco che mi arriva al cervello e che mi fa urlare sul cazzo dell'altro. Mi sta tutto dentro il culo, fino in fondo, fino al profondo. Sento quasi i due cazzi toccarsi nella mia gola, laggiu'. Mi sento svenire, ma purtroppo rimango conscia, e sconfitta.

Sono lì piegata a carponi con un cazzo che mi scopa la bocca e l'altro che ha cominciato a sodomizzarmi. Il mio sedere sta subendo una forzatura indicibile, capisco che questo ama farlo solo così e allora cerco di non farlo arrabbiare, cerco di stare ferma il più possibile. Mi faccio scopare come vuole lui, come vogliono loro due, in bocca e in culo. Spero che lascino stare la mia fica. I colpi secchi che prendo di dietro mi obbligano a muovermi in avanti e a infilarmi il cazzo che ho in bocca sino alle palle, e quel movimento violento, ripetuto, insieme ai miei mugolii, fa si' che dopo poco il primo cominci venire dentro la mia bocca.

Comincio a succhiare e a bere il suo sperma quando capisco che tanto non uscirà dalla mia bocca. L'istinto di sopravvivenza mi rende pronta a tutto. Poi alzo lo sguardo verso di lui, spero in cuor mio di vederlo soddisfatto, che non mi faccia piu' male, magari che mi sorrida, mentre l' altro mi stantuffa ancora il culo. Quando il primo esce dalla mia bocca con il cazzo ancora dritto, capisco che sarà una serata tremendamente lunga. Il suo sperma mi scivola fuori dalle labbra e questo lo fa incazzare di brutto.

"Bevilo tutto, troia!" e giu' un altro inaspettato schiaffone.

"T...ti ho fatto godere, perche' mi..."

Non mi fa terminare la frase che me ne arriva un altro sull' altra guancia, piu' forte, piu' feroce. La testa mi rotola di lato come una pallina di gomma, scoppio a singhiozzare, ma tutto e' inutile. Chiedo pieta', supplico che mi tratti con un po' di compassione, ma i miei lamenti hanno solo l' effetto di farlo incattivire ancor di piu'. Intanto quello dietro continua a scoparmi il culo con una rabbia incredibile, mi trovo a sentire la mia voce che chiede pietà, il dolore e l' umiliazione che provo sono troppo forti, devastanti, ma quello che ottengo è che quello dietro appoggia il suo petto sulla mia schiena, mi mette una mano sulla bocca e si spinge ancora più forte in me, eccitato dai miei gemiti, mentre il primo mi fa alzare e mi fa scendere sul suo cazzo di nuovo durissimo. Faccio fatica a impalarmi da sola, talmente sono piena da quello che mi sta gia' dietro, ma poi piano la mia vagina lascia passare anche il primo. Gemo, mugolo su quei due cazzi grossi e spietati, poi rassegnata mi rilasso e così mi sento spaccare completamente da quelle due bestie.

Comincio a essere scopata senza pietà dai due bastardi e per 10 minuti i miei gemiti diventano urla verso il cielo, poi il mio corpo si adegua e io cado nell'oblio della disperazione. Il dolore e la realtà si confondono, come un automa aspetto la fine di quel supplizio e così, dopo il pianto e la preghiera di non venirmi dentro perche' non voglio rimanere incinta di quegli animali, sento i loro fiotti caldi riempirmi lo stomaco e l'intestino. I bastardi fregandosene delle mie suppliche hanno scaricato il loro piacere dentro il mio corpo, incuranti delle mie richieste e delle mie paure. Cosa potevo aspettarmi da quei due animali, che si preoccupassero delle conseguenze? Sono tutta loro, di loro proprieta', e possono disporre di me come meglio credono, scoparmi, schiaffeggiarmi, certo anche mettermi incinta se vogliono! Il mio pensiero viene subito interrotto, quando vedo che i due si danno il cambio e, rimettendosi in posizione, mi rientrano di nuovo davanti e dietro. Adesso il dolore è minore, ormai sono allargata, e così i due ricominciano a scoparmi l'anima. I miei occhi non hanno più lacrime da versare, e tremo al solo pensiero della seconda ondata di sperma che si aggiungera' alla prima e infatti, dopo altri 15 minuti di trattamento, così è.

Fanno di me quello che vogliono, il mio corpo e' loro proprieta'. Dopo essersi ancora divertiti col mio corpo inerme sento di nuovo i loro orgasmi e ancora una volta piango per le possibili conseguenze, li prego, gemo. Inutile! Mi inondano di nuovo, di piu' di prima se possibile, di due orgasmi che mi appaiono infiniti, che mi sembrano cosi' violenti e squassanti che non possano non raggiungere il mio ventre fecondo e ingravidarmi come una vacca da monta.

"Cazzo, non piangere!" mi urla quello che mi sta di fronte colpendomi con un rovescio sulla bocca.

"N... n... no... non piango, non piango." Mi asciugo le lacrime e ubbidisco.

Sento i loro cazzi uscire, lo sperma che non e' entrato dentro di me profondamente scivola giu' lungo le cosce e per terra, e il secondo, quello che per primo mi ha sodomizzata mi dice;

"Ora prendilo in bocca e fammelo ridiventare duro. Ti voglio inculare di nuovo prima di andare via."

Capisco che per me non e' ancora finita, ma ho paura di prendere altre botte e, ubbidiente, lo assecondo. Mi avvicino al suo cazzo molle, ma all' improvviso l' altro mi da' uno schiaffo che mi fa sobbalzare la testa, la vista mi si annebbia, e lo sento dire:

"Ti avevo detto di non sprecarlo, non farlo cadere in terra puttana!!!" e un altro malrovescio mi si abbatte addosso.

"M... ma lu... lui vuole che... che io... io glielo succhi ancora... e..."

"Chi ti ha detto di parlare, troia?"

"NO! Ti... ti prego, non mi picchiare, non... non parlo... faccio quello che volete... ecco... vedi..." Mi piego, lecco da terra lo sperma che era scivolato, poi torno a guardarli negli occhi sperando in un po' di pieta'.

"Brava la puttanella, visto che capisce quando i padroni le parlano?"

"S... si si... ma non mi colpire di nuovo... ti prego"

"Allora torna a succhiare perche'... poi... sai cosa ti voglio fare, no?

"Si... m... mmm... mi vuoi... mi vuoi..." la mia esitazione mi fu fatale, e uno schiaffo mi schiocco' di nuovo in faccia come un fulmine facendomi rotolare a terra all' indietro. Rimasi in quella posizione per alcuni secondi, con sedere in aria, faccia a terra, in lacrime. Poi i due mi sollevarono, mi tirarono i capelli, mi fissarono negli occhi e con ferocia uno mi chiese:

"Ti voglio? TI VOGLIO???"

"M... mi vu... o... i... mi vuoi in... cu... inculare."

"Oh, brava la nostra puttana, ha capito. E le piace, vero che ti piace?"

"S... si mi piace."

"Cosa ti piace, devi essere chiara!" Mi portai istintivamente le mani a proteggermi il viso ma lo schiaffo non parti'. L' uomo mi sollevo' di peso e mi avvicino' alla faccia, come per sentire meglio le mie parole.

"Allora, cosa ti piace?"

"Essere scopata da voi!" risposi subito, sperando di compiacerli.

"Preferisci essere scopata o menata?"

"Scopata, scopatemi, ma non picchiatemi piu'!"

"La troietta lo vuole ancora vero? Dove lo vuoi?"

"Qui, mettimelo qui, nel culo. Lo so che ti piace sodomizzami, inculami, fammi godere." Avevo detto "fammi godere", perche'? Perche' ormai ero loro, erano i miei padroni per quella notte, e io ero sottomessa ai loro desideri, ai loro voleri. Potevano anche farmi godere. Chissa', forse gia' erano i padri del figlio che portavo in grembo?

"Ti faremo godere, sicuro. In culo e nella fica!" Tremai, speravo che non mi venissero piu' dentro... davanti, per questo lo chiedevo nel culo, non potevo permettermi di essere messa incinta da quei due, non potevo! Ancora una speranza la coltivavo nel profondo del cuore, nell parte piu' irrazionale di me.

"Vi prego, faro' tutto quello che volete..." uno schiaffo potente come un tuono si rovescio' sulla mia faccia facendomi quasi volare contro il finestrino.

"Siamo noi a decidere, non tu! TU farai quello che noi vogliamo, non c'e' bisogno che ce lo dica una puttana come te quello che possiamo farti!"

Non avevo scampo, mi avrebbero usata come volevano, e forse... forse... molto probabilmente mi avrebbero anche ingravidata! Anzi forse gia' lo ero, forse il loro seme dentro di me stava gia' gia' facendo il suo dovere fertilizzante. Uno dei due sembro' leggere nei miei pensieri:

"Hai paura di essere messa incinta? Hai paura del pancione?"

"Ha paura la troia! Chissa' quanti ne ha gia' presi!"

"N... no... vi prego... vi p... r... e... go. Qui, dammelo qui..." supplicai mostrando la bocca aperta e le labbra pronte a succhiarli. Ma fu inutile. Uno fece uscire da una specie di borsa un lungo fallo di gomma.

"E' per il tuo culo, vogliamo che tu goda profondamente mentre ti ingravidiamo. Vedi come siamo buoni?" e mi sbatte' con violenza contro la parete del treno. Rimbalzai come una bambola di gomma all' indietro, tra le braccia dell' altro. Il dolore mi fece piegare in due, e in quella posizione diedi meglio la via libera all' entrata nel mio culo di quel fallo enorme. Il buco allargato dalla precedente sodomizzazione fece si' che il giocattolo si infilasse tutto d' un colpo dentro cacciandomi dalla gola un rantolo sordo.

"Aaaaahhhhhhhhhhhhhrrrrgggggggggg..." Sgranai gli occhi verso il soffitto basso, e uno schiaffo mi colpi' per farmi tornare alla realta'. Poi le loro voci che ormai mi giungevano come da lontano.

"Dai, e' ora che la monta abbia inizio, ma seriamente adesso!" risero forte entrambi.

Cosi', mentre uno mi lavorava con l' arnese di gomma, l' altro mi infilo' col suo cazzo di nuovo turgido nella fica.

"Mmmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhhhh.........." non potevo piu' emettere altri suone se non mugolii e gemiti.

"Ingravidiamo la troia! Ingravidiamo la troia!" gridavano.

"Mmmmmmmm.................... sssssssssss..............ssssssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.........." Ero loro, ma li sentivo miei, la loro schiava e i miei padroni.

"Mmmmmmmmm.............. ssssssssssssiiiiiiiiiiiiiiiiiii............ hhhhhhhhh..........." Mi continuo' a scopare tenendomi a gambe larghe davanti a se'. E continuava a gridare quella frase terribile. Il pensiero di sentirmi messa incinta in quel modo bestiale e i due cazzi che mi penetravano davanti e didietro mi fecero esplodere nel piu' grande orgasmo della mia vita, urlai senza ritegno mentre venivo e godevo, mentre mi scopavano in quella maniera sadica, mentre li sentivo davanti e di dietro. Continuarono cosi', urlando loro ed urlando io, un orgasmo dietro l' altro, ormai non piu' consapevole di cio' che facevo e di cio' che mi facevano, annichilita, prostrata, umiliata, asservita, schiavizzata, e si... sicuramente ingravidata!

Quello che mi stava dentro venne con un ululato, uno schizzo lungo come la mia agonia, un fiotto caldo in fondo all' utero che mi fece tremare e trasalire di passione. Il mio ennesimo orgasmo lo segui' di un secondo e fu' ancora una volta violento, piu' di quello di prima.

Mi sbatterono in terra, ma solo il tempo per cambiarsi di posizione e poi l' assalto riprese. Lo aspettavo, lo desideravo. Il fallo di gomma nel culo, piantato fin in fondo, senza piu' trovare alcuna resistenza nelle mie pareti ormai allargate, e l' altro dell' uomo nella fica bagnata e pronta a ricevere un altro getto del suo liquido fertile dentro di me.

"Dammelo... dammelo! Tutto, lo voglio tutto dentro di me... vieni... vienimi dentro! Fai quello che vuoi!" E quello non tardo' ad accontentarmi. Lo sentii ansimare, piu' forte, piu' vicino, poi si contrasse e mi inondo' di nuovo con una colata lavica, mentre l' ennesimo orgasmo mi squassava il corpo e la mente. Vidi tutto nero, il mondo sembro' girare impazzito intorno a me e infine, esausta, svenni in terra priva di sensi, di forze, di ragione.

Il treno andava col suo ritmo monotono, mentre una donna si risvegliava nello scompartimento vuoto. Sola. Finalmente se n' erano andati, lasciandomi sola in una pozza di sperma e di sudore. Il pensiero era ancora annebbiato, ma una serie di scosse elettriche mi attraverso' il corpo e si fermo' nel basso ventre, ricordo della serie di orgasmi non ancora spenti del tutto. Continuavo a sentirmi in uno stato di eccitazione, continuavo a sentire quei cazzi nella mia vagina, il loro seme colare dentro di me. Venni ancora una volta, da sola, solo al pensiero di quello che mi era successo e... di quello che sarebbe potuto succedermi in seguito.

E quello che non poteva non avvenire infine avvenne, i miracoli a volte accadono ma quella volta non accadde a me: un mese dopo scoprii di essere incinta.

Non ho piu' preso il terno da quella notte, ma provo strane sensazioni quando vedo due binari d' acciaio correre diritti e paralelli, quando una locomotiva si si infila in una galleria scura, quando un passaggio a livello si solleva e si eregge alto sopra di me...

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