Storia della Curiosetta

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un'avventura in un gogo bar per la mia ragazza.
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premessa necessaria.

mi trovo in Tailandia, paese dove i rapporti uomo/donna e la percezione del sesso e di tutto cio' che riguarda l' argomento sono materia assai diversa da quella italiana.

le ragioni, storiche, religiose, sociali, economiche, le lasciamo da parte poiche' non riguardano questo racconto.

prologo.

mi trovo nel nord della Tailandia, nella citta' che qui chiamano "la rosa del nord", tranquillo e rilassato mi godo alcuni giorni di vacanza da solo.

e stare da solo, a volte e non raramente, mi piace.

in questi giorni tengo pochi contatti con il resto del mondo, tra questi ce n'e' uno nuovo, nato in un sito di chat, con una donna che si chiama Tiziana.

questa persona mi attrae, ci scriviamo spesso, stuzzicandoci a vicenda, ma per ora ci manteniamo a dovuta distanza di sicurezza.

quindi non posso dire di conoscerla bene, nemmeno in maniera virtuale, e probabilmente potrei attribuirle pensieri e immaginazioni che sono piu' nella mia mente che nella sua.

probabilmente, ma non sicuramente, ho detto.

capitolo 1, in moto da solo.

parto per una breve passeggiata, da solo in moto, verso una cittadina a circa 30 km da dove mi trovo ora. un bel posto, assai tranquillo, dove non mi dispiacerebbe passare un po' piu' di tempo.

durante questi 30 km, a velocita' moderata, con lo sguardo che spazia tra le risaie, i paesini, il fiume, la gente, gli animali, e tutto cio' che incontro per strada, anche la mente viaggia, ma a velocita' diversa e su territori tutti suoi.

la lascio andare, ora non mi serve la mia mente, se vuole puo' sentirsi libera, al momento io sto usando solo i sensi. l' effetto e' un sensazione di liberta' unita ad un' altra di appagamento. la moto fila via, nel vento e tra gli odori delle cucine di strada che sfioro passando.

la mente, liberata dalle necessita' quotidiane, mi ringrazia di questa mattinata di libera uscita concessale, e comincia la sua personale gita tra logica, fantasia, pensieri, e irrealta' che si fa reale se davvero immaginata.

abbiamo gia' detto di quella donna che si chiama Tiziana conosciuta in chat; ecco, lei si presenta in forma spensierata durante la gita, mentre gli occhi seguono la strada alberata e la mente, libera di giocare con la fantasia, comincia a modellarla e ne fa una persona reale, una persona con cui parlare, scherzare, anche da toccare forse. la mente, quando fantastica, non accetta limitazioni.

capitolo 2, al telefono, Lei ed Io.

prima telefonata:

Lei- ciao, sei sempre laggiu'?

Io- certo, ancora per una setimana.

L- sai? ho avuto un pensiero stupendo, una cosa che ti riguarda.

I- si? hai deciso di dedicarmi quella foto che ti ho chiesto tante volte e che tu non hai mai...

L- no, niente di virtuale stavolta. senti, sto per scegliere il posto dove andare in vacanza per questa settimana di liberta' che ho dal lavoro e dalla famiglia, ieri sono andata all' agenzia di viaggi per vedere una qualche offerta last minute, potrei partire domani...

I- domani? e hai deciso dove vai?

L- si a trovare te, se non ti sconvolge la vita.

I- sconvolge e' una parola grossa, ma sicuramente mi sorprende. ma tu non sai nemmeno esattamente dove mi trovo... anzi per restare a quel "esattamente" noi due non ci conosciamo, non ci siamo mai visti. sei sicura che la cosa non possa sconvolgere te invece?

L- non ti preoccupare per me, se mi dovessi fare schifo, potrei facilmente andarmene in giro da sola. e' quello che farei anche se me ne andassi da un' altra parte, no?

I- schifo, beh adesso...

L- allora, non cambiare argomento, che ne dici?

I- senti, la cosa mi incuriosisce, e poi la Tailandia non e' mica mia, ci puo' entrare chi vuole con o senza il mio permesso.

L- beh, grazie del caldo benvenuto!

I- no scusa, non volevo essere sgarbato, questo di me lo sai no?

L- allora e' un si?

I- si.

seconda telefonata:

L- fatto! ho il biglietto, parto stasera e arrivo domani pomeriggio!!!

I- brava, saro' all' aeroporto a prenderti. abiti leggeri, non portare molte cose che tanto poi te le compri qui.

L- tranquillo per il mio bagaglio.

I- senti Tiziana, prima che tu salga su quell'aereo pero' voglio chiarire una cosa. e' importante. saremo amici, ti faro' da guida se lo vorrai, ti portero' in giro, ti aiutero' in tutto, ma i nostri accordi devono essere chiari: insieme quanto tempo vogliamo ma camere e letti separati, io ho casa mia e tu starai in un hotel, e soprattutto niente sesso. scusa, magari ora sarai tu a dirmi "ma che ti sei messo in testa!", ma preferisco prendermi un altro

"stronzo" piuttosto che trovarci in una situazione imbarazzante.

L- non aver paura, non ti tocco.

la seconda telefonata fini' con sorrisi e progetti.

e un bacio ricambiato come saluto.

capitolo 3, Tiziana la curiosa.

mentre Tiziana scopriva, insieme a me, il nord della Tailandia, con i suoi mercati, i templi, le facce della gente, le tribu' delle montagne, il cibo, finalmente ci stavamo conoscendo anche tra noi due, erano diciamo, una serie di conoscenze incrociate.

finche' arrivo', inevitabile, anche il discorso sul sesso.

la premessa, il patto o come lo vogliamo chiamare, era stata rispettata: io stavo a casa mia e lei era alloggiata in un grazioso alberghetto a poca distanza, come d'accordo camere e letti, soprattutto letti, separati. non cerco guai, ne' li cerco per le atre persone che mi stanno vicino, di questo avevamo gia' parlato.

il terzo giorno lei mi dice che vorrebbe conoscere i locali dove si possono trovano partner sessuali, ne ha sentito parlare a proposito di Tailandia, e mi chiede se ne esistono anche per donne.

le rispondo che sì ne esistono per tutti i gusti anche se dove siamo noi non c'e' poi cosi' tanta scelta: per questo si dovrebbe andare a Bangkok, li' si che ci sarebbe solo l' imbarazzo della scelta!

I- ma perche' me lo chiedi? vuoi...?

L- mah, non lo so, forse no... pero' sono curiosa.

I- donne o uomini?

L- si puo' scegliere?

I- certo, siamo in Tailandia.

L- e se fossi curiosa di tutt'e due?

I- la signora sara' servita di una doppia portata, allora: carne e pesce!

L- davvero???

I- ma sei insaziabile.

L- si, lo sono.

ridemmo.

capitolo 4, locali notturni.

il pomeriggio, verso sera, eravamo seduti in un bar con giardino: un caffe', un cocktail, il mio sigaro, ed io ripresi l' argomento. sapevo che Tiziana ne voleva parlare ancora per cui presi io in mano la situazione.

I- per tornare alla sua cena con carne e pesce, o mia signora, deve sapere che ci sono i locali piu' conosciuti, di cui sicuramente avra' sentito parlare o avra' letto: i go-go bar, dove le ragazze ballano in bikini piu' o meno. poi le si possono invitare al tavolo a bere, a chiacchierare, e infine si puo' far loro un' offerta, una qualsiasi, dall' uscire a cena, al fare una passeggiata, al sesso, a quello che vuoi tu, e che naturalmente va anche a lei. e'semplicistico chiamarle prostitute, sono, diciamo, una via di mezzo. e poi non tutte escono, alcune scelgono di ballare e bere al tavolo coi clienti, ma niente sesso.

L- sembri un esperto...

I- sai, studio il problema dal punto di vista sociologico.

L- ah certo, capisco.

I- insomma, per fartela breve, e senza contare i massaggi e i karaoke che sono un altro mondo e in numero spropositato, che io sappia qui ci sono tre o quattro go-go bar per uomini etero o per donne omo ma rare, ossia dove ballano le ragazze, ed uno per uomini omo e per donne etero, ossia dove si possono rimorchiare i ragazzi. cosa scegli?

L- spiega meglio.

I- se andiamo insieme dove ballano le ragazze possiamo avvicinarne qualcuna e vedere se e' disposta ad uscire con una donna, oppure semplicemente farla restare per un po' al nostro tavolo, parlarci, conoscerla, magari potresti anche toccarla, carezzarla.

L- e tu che faresti?

I- boh ti guardo... magari la potrei toccare un po' pure io, sempre se tu acconsenti, visto che la preda appartiene a te...

L- altrimenti l' altro tipo di bar?

I- quello lo conosco meno, ma ci vanno di solito gli uomini gay in cerca di ragazzi, oppure piu' raramente, donne occidentali lesbiche o bi.

L- capisco. tu hai preferenze?

I- beh, io si, ma devi decidere tu.

L- ok, deciso: andiamo a vedere gli uomini.

I- va bene. senti, se si gioca nel locale per me va bene, ma se dovessi decidere di portartelo in camera, io ti accompagno ma non ti seguo, ok?

L- ma si, pero' non credo che...

I- un'altra cosa, diro' che siamo marito e moglie, qui non ci sono situazioni pericolose, ma e' meglio cosi'. ci sara' da parlare un po' in inglese un po' in thai, quello che non capirai te lo tradurro' io.

L- va bene, o mia guida e mia perversione, scortami nei territori del peccato!

I- andiamo, e non fare la scema.

le baciai la mano ed uscimmo dal caffe'.

capitolo 5, la sexy mogliettina.

devo riconoscere che, sorprendentemente, quella sera mentre mi preparavo per uscire, pensando a lei tra le braccia di un altro e con me presente, provai un certo senso di fastidio unito ad una mai provata prima specie di eccitazione sessuale. la doccia scaccio' via tutto e infine la passai a prendere in albergo.

che stronza! si era acchittata come una da rimorchio sfrenato, impupata si direbbe a Firenze. trucco, camicetta, gonna, tacchi, profumo, e non voglio immaginare l' intimo.

e io che dovevo fare la parte del marito cornuto nel locale per finocchi?! lo dicevo che era meglio se se ne andava in vacanza ai caraibi! ok, stasera e poi basta!

arriviamo nel posto prescelto, il go-go per uomini era ancora li', non ci andavo da qualche tempo e non era affatto detto che l'avremmo ritrovato, ma c'era. all' interno gruppi di ragazzi thai dal fisico ben modellato recitavano scene dal tema erotico con delle musiche piuttosto forti in sottofondo, muovendosi a ritmo, ballando, esibendo le loro merci, per lo piu' ad un pubblico di uomini gay occidentali che se li mangiavano con gli occhi.

dopo un primo momento di assestamento, se non di leggero imbarazzo, la mia "mogliettina sexy" dall' aspetto provocante comincio' a rilassarsi e a guardare con piu' attenzione ed insistenza i ragazzi che si esibivano a rotazione sul piccolo palco, manifestando interesse ora per questo ora per quello. poi guardo' me, come a dire: tutto ok? le risposi con un sorriso, dopo tutto desideravo davvero che fosse contenta, glie l' avevo promesso, no?

infine, dopo alcuni scambi di sorrisi tra palco e platea, un ragazzo le si avvicino', guardo' lei, guardo' me, e infine le si accosto'. lei gli sfioro' il braccio e lui ricambio' il contatto abbracciandola e tirandola un po' a se'. cominciarono, discreti, i preliminari mentre io vedevo che la situazione si stava decisamente scaldando. lui le carezzava le spalle, il viso, le cosce, mentre lei ricambiava mettendo le sue mani sotto la maglietta di lui e facendole scivolare su' e giu' con maestria. poi vidi la bocca di lui accostarsi al collo di lei, sparire dietro l'orecchio, tra i capelli.

lui ad un certo punto affondo' una mano lungo la pancia sotto la gonna, non so bene dove ando' a toccarla, ma vidi lei sobbalzare sulla sediolina.

voltai lo sguardo dall' altra parte, ma anche se non vedevo sentivo chiaro che il suo sospiro si faceva piu' affannoso. credo che la mano del ragazzo stesse lavorandola proprio li', e lei lo lasciava fare. sollevo' gli occhi al cielo e si lascio' scappare un leggero gemito, poi anche la mano di lei si accosto' al perizoma di lui e, credo, che comincio' a ricambiargli il favore.

devo ammettere che sentii il mio membro farsi duro e inturgidirsi come raramente mi e' capitato, mentre i due continuavano a toccarsi con maggiore trasporto. le mani fuori dei vestiti si incrociavano aggrovigliando le dita, prendendosi e lasciandosi, mentre quelle di sotto, continuavano con le carezze ora piu' continue e ritmiche.

nella penombra del locale potevi dire che lui la stava decisamente penetrando con un dito (uno solo?), e che lei lo stava masturbando con sapienza.

si, tra poco sarebbe venuto il momento di trattare l' uscita del ragazzo, pensai.

una eccitazione non desiderata mi stava avvolgendo, impercettibile ed invisibile, ma tangibile come una nube gassosa. mi chiedevo come sarebbe andata a finire. se lo sarebbe portato in camera e scopato? cosa gli avrebbe concesso? tutto? qualcosa? la bocca? il suo bel culetto?

l' immagine di lei trafitta dal cazzo di lui mi faceva sentire un' eccitazione che non volevo accettare, ma che...

mi risveglio' da questi pensieri un dolore fitto al braccio destro. Tiziana, che nel frattempo si era alzata in piedi, la schiena contro la pancia di lui, e il sedere appoggiato contro il membro di lui, mi aveva conficcato le unghie di una mano nella carne come per rimanere in piedi in equilibrio, mentre una specie di grido soffocato le era scappato dal profondo della gola e una scossa elettrica l'aveva attraversata facendola quasi barcollare sulle ginocchia.

ebbi come la sensazione che una tigre avesse affondato i suoi artigli nella mia carne. era la prima vola in vita mia che dell' orgasmo di una donna mi spettavano solo i graffi.

la guardai in faccia, aveva gli occhi spalancati rivolti al soffitto, le belle labbra socchiuse, la linguetta appena fuori dalla bocca. era la fotografia di una donna che aveva appena avuto un orgasmo, ed era bellissima!

il ragazzo, in piedi come lei, dietro di lei, teneva un braccio stretto intorno ai fianchi di lei mentre con l' altra mano le aveva alzato la gonna esponendo le mutandine bianche di pizzo, e continuava a lavorarla ormai apertamente, senza pudore, mentre lei rispondeva con sospiri e gemiti.

li immaginai nel letto di una stanza di un albergo li' vicino, a fare sesso libero e totale, sfrenato, come si puo' fare solo con chi non si conosce e forse non si rivedra' mai piu'. tutto istinto e piacere, sesso animale, carne e sudore, umori femminili e maschili che si mischiano e si confondono senza pudore. darsi e prendersi.

cercai di raffreddare il gas che mi circondava: che cosa me ne doveva importare? lei era li' per divertirsi, non per rendere conto a me di cio' che faceva con quel tizio. lascia stare, pensa ad altro!

credo che lei venne ancora un paio di volte nella mano di lui, ed ormai era evidente che stentava a rimanere in piedi. lui ora le aveva sollevato la gonna anche di dietro e il sesso di lei era ormai protetto solo da quel sottile velo di pizzo bianco che batteva contro la stoffa del perizoma di lui.

il ragazzo a questo punto la fece inginocchiare spingendola giù dalle spalle, e lei lo lasciò fare scendendo giù ubbidiente. credo non aspettasse altro, dopo i suoi orgasmi la mia bell' amica voleva vedere qualcos' altro, voleva avere qualcos' altro con cui trastullarsi.

appena giù non ebbe bisogno che nessuno le dicesse cosa fare: gli tirò fuori quel membro gonfio e, per lei, così affascinante e non resistette molto prima di infilarselo tutto nella bocca, dopodichè, come presa da una specie di estasi cui non poteva opporsi, senza curarsi di nulla, davanti a me, alla gente, a tutto il locale, cominciò a succhiarglielo come fosse l' unica cosa che le importasse al mondo. credo che l'eccitazione provata per quello che stava facendo la fece venire ancora una volta perchè la sentii mugolare con quella specie di rantolo sordo di chi ha la bocca piena e non può liberare le proprie emozioni in un grido.

poi vidi il ragazzo afferrarla per i capelli e tirala ancor di più a sè, con forza rabbiosa, affondare il suo membro nella sua bocca spalancata con un colpo di reni e infine svuotare la sua libidine nella gola di quella bella signora inginocchiata davanti a lui che non potette fare altro che inghiottire tutto quel liquido caldo.

lei, stremata, gli sorrise, e poi quasi svenne appoggiandosi al divanetto vicino.

capitolo 6, un massaggio da te?

L- basta cosi', mi sono divertita, non mi era mai capitato di vivere una situazione del genere. grazie.

I- che vuoi dire? vuoi andare via?

L- si andiamo, preferisco.

I- certo.

mi sentii, colpevolmente rilassato. la nube tossica era sparita. ma l'eccitazione sessuale che avevo provato mi aveva lasciato un senso di colpa, quasi che non avessi il diritto di provarla.

sistemammo la questione dal punto di vista economico con una bella mancia per il ragazzo dalle calde carezze e dal perizoma bagnato, ed uscimmo all' aria fresca. mai ho apprezzato tanto, come quella sera, il vento in faccia sulla moto mentre guidavo verso casa.

lei si appoggio' a me mentre eravamo fermi ad un semaforo e mi parlo' con voce calda.

L- t'e' piaciuto?

I- allora mi spiavi? comunque no, non mi e' piaciuto.

L- ma ti ha eccitato guardarmi godere tra le braccia di un altro, vero?

I- tu sei sempre eccitante.

L- pero' vedermi cosi' mi ha resa ancora piu' eccitante, ammettilo.

non risposi, si era fatto verde e non c'era bisogno di conferme. poi lei riprese.

L- visto? sono stata brava, me lo fai un regalo stasera? sono stanca e avrei bisogno di rilassarmi davvero, me lo fai un massaggio a casa tua con quell' olio al lemongrass che hai mi regalato ieri? dai non dirmi di no, poi ci salutiamo come sempre.

I- non posso dirti di no, ma poi a letto nel tuo albergo, ok bimba?

mi diede un bacio casto sul collo, da brava bambina, a sugellare l' accordo e infine arrivammo a casa mia.

le diedi da mettersi addosso qualcosa di mio che poteva indossare per il massaggio, una tshirt e un pantaloncino corto che uso a volte per il letto.

non avevo intenzione di vedermela nuda tra le mani, anche se il massaggio con l' olio...

cosi' cominciai quella che presto divenne per me una specie di tortura, con l' aggiunta che si dovette sfilare maglietta e pantaloncino, e rimanere coperta solo con un piccolo asciugamano.

il mio massaggio procedeva lento, gentile, le mie mani scivolavano sul suo corpo cercando di essere dolci ma non sensuali. dovevo rilassarla no? mica eccitarla di nuovo. non facile, nemmeno per me.

la schiena, le spalle, le braccia, i fianchi, poi giu' fino quasi al sedere. poi il collo, il petto, la pancia, le gambe, le cosce.

le mie mani intorno ai contorni del suo seno, sulle curve del suo sedere, tra quelle cosce formose. le mie mani sulle sue forme, forme che avevo visto solo in foto.

ma perche' l' avevo costretta a quel patto di astinenza del cazzo? si, lo sapevo il perche', per non complicare due vite.

fai il bravo e finisci questo massaggio, che dopo ce ne andiamo a letto, da soli con i nostri incubi, scherzavo tra me anche per distrarmi da quel corpo, dalla sua pelle, dalle sue reazioni fisiche al mio contatto, dai ricordi della serata. e anche dalle mie reazioni... chissa' se se ne sara' accorta?

fai il bravo, e fai il bravo anche TU.

capitolo 7, scarpe e casco e in moto.

L- sono tutta oliata, rilassata, ammorbidita fisicamente e mentalmente. stanotte dormo qui, ti va bene?

I- abbiamo un patto, e poi tu hai la camera gia' pagata in albergo...

L- ho capito, sei proprio uno stronzo.

I- lo so.

L- magari domani avrai un rimorso per questo, chiamiamolo, rifiuto.

I- dici che me ne pentiro'?

L- io dico di si.

I- ti sbagli, non me ne pentiro'. me ne sto gia' pentendo... dai, scarpe e casco e in moto.

la porta dell' appartamento si richiuse dietro le nostre spalle.

sulla moto, nel breve tragitto verso l' albergo, lei mi abbraccio' e si appoggio' con la guancia sinistra sulla mia spalla destra.

emozioni, intensita', pensieri, contatto fisico: sulla moto quella notte facemmo l' amore cosi'.

epilogo.

con la fantasia l' avevo fatta scendere dalla moto davanti al suo albergo, mentre nel frattempo, nella realta', ero tornato a casa dalla passeggiata in cui la mia fantasia se ne era andata per conto suo. parcheggiai la moto e scesi. nella mente e addosso mi era rimasta una miscela di sensazioni che non saprei definire. quasi quasi mi aspettavo di trovarla li' sotto casa mia. la fantasia si confondeva con la realta', ma le sensazioni fisiche provate erano reali, un mondo era entrato nell' altro.

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