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Il Porko Satyriko frequenatava le chat line per trovare belle donne da far godere, e per godere lui stesso. Il Porko non trova differenza tra far godere e godere, non gode se non fa godere.

Aveva conosciuto Lorelei in una chat line che frequentava saltuariamente e dopo un po' di chiacchierate virtuali i due decisero di incontrarsi. Il Porko si faceva chiamare Lelio, ed aveva creato per questo Lelio un personaggio simpatico, gentile, affidabile. E infatti Lorelei si fido' di questo gentiluomo che parlava bene e le faceva complimenti con stile ed eleganza. Accetto' il suo invito certa che non ci sarebbero state sgradite sorprese, ma il Porko aveva in serbo bel altro per lei...

Il primo impatto fu positivo, la cena si svolse tranquilla e piacevole, secondo i canoni sperati dalla bella Lorelei. Dopo cena "Lelio" le propose con nonchlance di salire da lui per farle ammirare la sua collezione di statuette greche: una preziosa collezione di satiri di grande valore. Lorelei ne rimase affascinata e lo segui' senza sospettare alcun pericolo. Una volta giunti nell' appartamento il Porko le mostro' i suoi pezzi pregiati e le diede da bere. Era un bicchiere colmo di vino rosso di Cipro, dolce e forte, cui lui aveva aggiunto delle gocce di laudano, un potente sonnifero usato nei tempi antichi. Il sonnifero fece ben presto effetto sulla bella Lorelei che cadde come svenuta sul divano. Quel corpo esanime, le gambe nude con la gonna sollevata, gli occhi chiusi... tutto cio' fece sul Porko l' effetto previsto. La sollevo' prendendola in braccio, la sdraio' sul tappeto, la denudo' e rimase ad ammirarla nuda e a sua disposizione.

Ma questo era solo l' inizio: il Porko aveva deciso di farla sua concubina per sempre e cio' comportava un lungo e complicato rituale, lo stesso usato secoli prima durante i riti eleusini nella Grecia antica. La spalmo' di olio di Corinto, un olio che produce effetti stimolanti ed erotici al massaggio. Tutto il bel corpo di lei ora sembrava ponto per il rito erotico.

Il massaggio aveva stimolato l' eros del Porko il quale senti' il suo membro gonfiarsi al contatto con quella pelle, quelle cosce, quei seni. Lorelei giaceva priva di sensi, il corpo brillante per l' olio e i capelli scuri sciolti, aperti sul tappeto. Il Porko la giro' su un fianco, le inseri' un dito nell' ano e, grazie all' olio, questo entro' dentro subito senza trovare alcuna opposizione. Poi tolse il dito per lasciare spazio al suo grosso fallo gia' eretto. La penetro' rapidamente, e mentre quel cazzo duro le entrava nel culo, dalla bocca di Lorelei usciva un lieve mugolio. Non era certamente la prima volta che Lorelei veniva sodomizzata e questo facilito' la penetrazione. Anche parlando in chat lei gli aveva spesso detto di quanto le piacesse essere inculata e di come a volte sognasse di essere presa da dietro contro la sua volonta'. La penetrazione anale era il primo momento del rito di sottomissione che il Porko aveva preparato per lei.

Le riverso' nell' intestino un fiume di sperma dopo solo pochi minuti e poi estrasse il suo arnese e rimase a guardarla: nuda, sdraiata indifesa, e da pochi minuti cosi' tanto inculata. Poi la sollevo' prendendola in braccio e la poso' su di una sedia, mentre il liquido seminale del Porko le scivolava giu' dal buchetto violato. Le lego' le mani e i piedi e poi le mise in bocca una pallina di gomma per non farla parlare e tenerle la bocca aperta allo stesso tempo. Infine lascio' la stanza ed attese che la bella si svegliasse.

Quando dopo un po' lei si risveglio' sbarro' gli occhi prima per la sorpresa, e poi per la paura! Avrebbe voluto gridare ma scopri' di essere stata resa muta! Avrebbe voluto alzarsi da quella sedia, muoversi, scappare, ma scopri' di essere stata legata! Ed era per di piu' nuda! Ma c' era dell' altro: lo capi' presto quando senti' una strana, ma ben nota, sensazione nel suo didietro. Era stata sodomizzata da poco, dunque da lui, da Lelio! Fu a questo punto che vide una figura entrare nella stanza, era il Porko, nel suo costume rituale di pelle di capro, nudo sotto la pelle, con il fallo eretto e bene in vista.

"Ti ho dovuta legare perche' stai per subire il trattamento di sottomissione. Ti piacera' alla fine, sai? Ma per ora e' meglio tenerti cosi'." le disse il Porko avvicinandosi a lei. La povera Lorelei non capiva, ma si sentiva inerme nelle sue mani. Era gia' stata inculata da lui, e capiva che non avrebbe potuto far nulla per ribellarsi e controllare il suo destino. Il Porko si denudo' del tutto e le mostro' quel suo potente cazzo priapesco. La cosa la fece tremare e allo stesso tempo fremere. Lorelei era sempre stata molto sensibile ai bei cazzi e quello era una cosa davvero spettacolare per lei. Ma continuava a dimenarsi e a cercare, seppur inutilmente, di trovare un modo per uscire da quella situazione. Ma per lei non c' era nessuna salvezza, sarebbe stata sottomessa ben presto!

Il Porko si avvicino' a lei e le pianto' quel grosso cazzo davanti alla faccia, a pochi centimetri dalla sua bocca socchiusa.

"Non credere che ti voglia violentare, mia cara. -le disse con un tono caldo della voce- Voglio che sia tu a supplicarmi per averlo dentro di te." Lorelei penso' che, sia pure per un bel cazzo come quello, non avrebbe mai e poi mai soggiaciuto a quella follia. Mugolo' qualche cosa che poteva essere un "mai! non lo faro' mai!"

Ma il Porko non aveva fretta e rimase ad aspettare, con il cazzo a pochi centimetri dalla faccia della bella. Quella vista ben presto la conquisto', la ipnotizzo', la fece sua. La sua volonta' comincio' a vacillare, ad indebolirsi, a piegarsi a quella del Porko. Iniziava a desiderare qul grosso arnese dentro di se', penso' a quale godimento sarebbe stato sentirlo entrare, sentirlo penetrarla, averlo in bocca, nella fica... e questi pensieri la fecero bagnare senza quasi che se ne accorgesse. Ad un tratto il suo sguardo si addolci', gli occhi si abbassarono e poi si rialzarono verso il membro del Porko con un' espressione nuova, un' espressione di sottomissione. Il Porko le tolse la pallina dalla bocca, ma lei non grido'. Poi le slego' le mani ed i piedi, ma lei non fuggi'. L' operazione "sottomissione di Lorelei" era a buon punto. Lei avvicino' le labbra al membro, lo lecco' per un po' quasi gustando il seguito, e poi lo prese dentro carezzandolo con la lingua. Lo ingoio' voracemente e comincio' a regargli un pompino regale. Fece tutto lei, fece tutto da sola, finche' lo senti' irrigidirsi nella sua bocca e inondarla di sperma fin nelle viscere. Lei inghiotti' come pote', ma non riusci' a mandare giu' tutto, cosi' che un po' scivolo' dalle sue labbra sul mento e lungo il collo. Poi Lorelei si lecco' le labbra come una vera gheisa. A questo punto il Porko si mosse e le parlo'.

"Sei stata brava, ma lo sai che siamo appena all' inizio? Il mio membro puo' tornare duro in un attimo, puo' avere un numero infinito di orgasmi, puo' rigenerare sperma di continuo. E tu lo proverai." Era ormai totalmente sottomessa, ipnotizzata dai lunghi minuti in cui aveva dovuto fissarlo cosi' vicino davanti a se', cosi' grosso e turgido, e desiderava solo averlo dentro di lei ora.

"Dammelo, ti prego. Dammelo ora, subito, ti prego, ti supplico. Lo voglio dentro di me." supplicava Lorelei, mente lui la guardava con aria di soddisfazione.

"Dammelo! E' bello, lo voglio sentire. Infilamelo nel culo! Dove vuoi, ma dammelo! Sono tua, non lo vedi? Sono tua fa di me quello che vuoi, mi hai vinta, piegata al tuo volere, al tuo membro virile!"

Cosi' comincio' la terza parte del rito, parte in cui Lorelei fu scopata in ogni modo, a terra, in piedi, piegata, nella fica, nel culo. Urlava, godeva, chiedeva di piu', si contorceva. Se lo sentiva dappertutto, in fondo, piantato dentro di lei. Le sue mani non sapevano piu' dove sostenersi, le gambe le tremavano e i suoi buchetti erano violati di continuo e riempiti di sperma senza sosta. E piu' ne aveva piu' ne voleva, proprio come il Porko le aveva detto all' inizio! Si cibo' del suo cazzo e del suo sperma per ore finche' non cadde svenuta, esanime, quasi in preda a spasmi di piacere che le provocarono una specie di collasso finale.

Dormi' per ore Lorelei, e sogno', sogno' quel membro divino... mentre il Porko le preparava il seguito...

Il Porko sapeva che ormai dopo quella interminabile scopata lei era sua, totalmente sua. Devota al suo cazzo per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa. Ma non era ancora sufficiente. Lui voleva che la bella Lorelei fosse privata di volonta', sacrificata sull' altare del piacere, che dimenticasse ogni altra cosa quando sentiva il nome del suo satiro scopatore, quando vedeva il suo violentatore, quando lo sentiva avvicinarsi eretto, quando lo sognava bagnata. E, secondo l' antico rito, non c' era che una cosa da fare per completare l' opera di sottomissione: ingravidarla come la giumenta che era e che sarebbe sempre stata per lui!

Ma il Porko non voleva realmente figli, voleva solo farle sentire l' effetto della verga nella sua pancia, la potenza del membro che la rende fertile, che le inonda la vagina, e allora si rivolse all' antica saggezza mediterranea. Mentre Lorelei era ancora svenuta sotto l' effetto delle selvagge scopate cui era stata sottoposta, il Porko le fece bere una pozione di mandragola. Quell' erba aveva l' effetto di rendere l' uomo piu' potente, mentre sulla donna otteneva risultati diversi. La mandragola poteva sterilizzare l' ovulo fecondato, lasciando il corpo modificarsi per un breve periodo proprio come se la donna fosse ancora incinta. Ossia, nella donna gravida da poche ore, la mandragola operava come una sorta di interruzione di gravidanza naturale, lasciando pero' che per un mese o due gli effetti esteriori continuassero a manifestarsi. Questo sarebbe l' atto finale e completo di sottomissione cui Lorelei era destinata!

Quando la poveretta si sveglio' era ancora come sotto l' effetto di un anestetico. Gli arti doloranti, il sesso gonfio, l' ano aperto, lo sperma del Porko ancora gocciolante dai suoi orifizi violati brutalmente, ma con suo totale piacere. Lorelei penso' che era tutto finito, che il Porko l' avrebbe lasciata andare e si chiese se e dove l' avrebbe mai rivisto. Al solo pensiero di incontrarlo di nuovo si bagno' la fichetta gia' tanto provata e un mugolio le usci' dalle labbra.

"Ne vuoi ancora?" le domando' il Porko, come leggendo nei suoi pensieri.

"Si, ne voglio ancora, ne vorro' sempre." rispose Lorelei sottomessa alla sua volonta'.

"Ne avrai"

"Quando me ne darai ancora?"

"Adesso!" Al solo sentire questa risposta Lorelei si senti' bagnare e un brivido di piacere percorrerla da capo a piedi.

"Ti terro' qui con me per una settimana intera, per controllare una cosa..."

"Una... una settimana? Ma... come faccio? Come... posso...? Io... non..." Il Porko non replico', non rispose, non disse niente. Allora Lorelei tacque, annui' e poi disse solamente: "Bene, una settimana. Come vuoi tu."

Poi il Porko le parlo' del suo piano di ingravidamento forzato.

A questo punto la bella Lorelei si senti' sconvolgere: non poteva accettarlo, non poteva essere messa incinta cosi', da quest' uomo che pure tanto la eccitava! Non poteva no, e cerco' di dirglielo.

"Ti prego, io... non posso... tu non sai nulla di me, ma io sono una... no, ti prego, ti scongiuro... fai di me quello che vuoi, ma... risparmiami." in lacrime lo scongiuro', si mise in ginocchio e lo prego' di non farle quello che aveva minacciato di farle.

Solo questa debole reazione confermo' nel Porko la giustezza della sua decisione: Lorelei era sottomessa, ma ancora manifestava una sua sia pur minima volonta', ancora poteva obbiettare al Porko le sue decisioni. Era dunque necessario e giusto ingravidarla!

"Ti terro' qui con me una settimana, per essere certo dell' esito, anche se credo che gia'... che tu sia gia' incinta di me." Una lacrima di disperazione scese lungo le sue gote, la donna soggiogata ora si sentiva disperata, violata, ancor di piu' di prima senza difese, e nelle sue mani. Il Porko le esibi' davanti agli occhi, ancora come prima, il suo membro eretto. La vista di quel cazzo maestoso ipnotizzo' di nuovo la donna che resto' come inebetita a fissare il suo carnefice. In un momento la possibile gravidanza, le paure, le angosce e tutto il resto legato al pensiero di poter essere messa incinta, tutto spari' e rimase nei suoi occhi spalancati solo la vista del membro del Porko. Eretto. Gonfio. Turgido. Trionfante. Lui non si muoveva ma l' eccitazione in lei cresceva come se gia' la stesse scopando. Lorelei si sentiva gia' quella verga dentro di lei, lo sentiva muoversi su e giu', lo sentiva irrigidirsi ed esplodere e... ingravidarla come lui le aveva promesso. Ma quel magnifico cazzo rimaneva ancora fuori di lei, ad ipnotizzarla immobile e duro come marmo.

"Pos... possssss... posso leccarlo? Ti prego, fammelo leccare... hhhhhhhh... ho voglia di sentirlo in bocca." supplico' infine Lorelei che non poteva piu' aspettare. Il Porko si avvicino' e glielo poggio' accanto alle labbra. Lei non tardo' un attimo ad ingoiarlo tutto, il piu' possibile, fino ad ingolfarle la gola. Da questo momento lei non fu piu' in possesso delle sue facolta', unicamente, totalmente, devota a lui, a quel membro per cui la sua volonta' sarebbe per sempre stata annientata. E si fece scopare per ore, poi per giorni, all' infinito, dal Porko che ad ogni orgasmo riversava dentro la sua fica ondate di caldo e fertile sperma. Poi si rigenerava e ricominciava fino ad inondarla di nuovo senza sosta. La scopava dappertutto, ma le veniva solo nella fica per essere certo di compiere la sua missione. E ad ogni orgasmo di lui ne seguiva uno piu' intenso, piu' squassante, di lei. Lorelei aveva il membro del Porko sempre davanti a se', lo sognava di notte, lo cercava di giorno, lo vedeva, lo guardava, lo ammirava, e quando non lo vedeva era solo perche' ce l' aveva dentro di se'. Ora il pensiero di essere ingravidata da lui non la spaventava piu', anzi la eccitava sentirsi la sua giumenta fertile, la sua vacca ricettiva, la sua pancia da gonfiare, i suoi seni da inturgidire, il suo corpo da rimodellare, la sua donna pregna. Alla fine della settimana Lorelei fu rimandata a casa sua dal Porko, scopata e certamente ingravidata. Lei si rivesti', dopo giorni passati nuda a disposizione del cazzo di quell' uomo infoiato (il Porko le consentiva solo di indossare una sottoveste corta, calze e tacchi alti, il che la rendeva ancora piu' appetibile per lui), e si avvio' cosi' come un automa, quasi in estasi, muovendosi meccanicamente, ancora ipnotizzata da quella visione satiresca.

Passarono i giorni, passo' un mese, e infine Lorelei ebbe la conferma dei suoi timori: si, era incinta! I suoi seni si stavano gonfiando appena ma chiaramente, il pancino era piu' visibile e rotondo, i bei fianchi anche si stavano arrotondando, i primi sensi di nausea si facevano sentire ogni tanto. Portava dentro di se' il frutto di quella settimana col Porko. Cosa avrebbe fatto ora? Come avrebbe potuto affrontare le conseguenze? In certi momenti si sentiva disperata, in altri provava ancora piacere... e si bagnava al solo ricordo.

Ma Lorelei non sapeva della mandragola...

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