Seduction During Honeymoon

BETA PUBBLICA

Nota: puoi modificare la dimensione del carattere, il tipo di carattere e attivare la modalità oscura facendo clic sulla scheda dell'icona "A" nella finestra delle informazioni sulla storia.

Puoi tornare temporaneamente a un'esperienza Literotica® classica durante i nostri beta test pubblici in corso. Si prega di considerare di lasciare un feedback sui problemi riscontrati o suggerire miglioramenti.

Clicca qui
nanni
nanni
1 Seguaci

Contro voglia lui si rialzò con un sorriso, che stavolta non fu ricambiato, stette un momento in attesa, quindi si allontanò senza che un'altra parola fosse detta.

Quando Giorgio, fresco di doccia, la raggiunse lei era apparentemente tranquilla. Ma la sua mente era in tempesta, mentre cercava di analizzare ciò che aveva appena provato ,ancora turbata al ricordo della sua reazione al tocco di Marco,.

Dopo il riposo pomeridiano Giorgio le disse che gli avevano proposto una battuta di pesca notturna e che ci sarebbe andato, se lei non avesse avuto nulla in contrario.

"Ma si" gli rispose "non preoccuparti. Ne approfitterò per riposare un po': fra pochi giorni, ormai, dovremo tornare a casa"

"Grazie. Comunque sono certo che Marco ti farà volentieri compagnia, almeno fino ad una certa ora " disse Giorgio senza alcuna malizia.

Partirono prima dell'imbrunire.

Marco comparve poco dopo mentre Francesca si godeva la frescura sdraiata al bordo della piscina, ancora turbata, però, per quanto era avvenuto nella mattinata. Le si sedette vicino e cominciarono a chiacchierare di Giorgio,di come si stesse divertendo con i nuovi amici, del suo desiderio di non perdere nulla di questa vacanza. Il suo sguardo aveva come un velo di malinconia e Marco ne intuiva le ragioni. Pur non conoscendo i dettagli, si rendeva conto che lei non era soddisfatta di come le cose andavano con Giorgio: fosse stato lui suo marito non l'avrebbe lasciata sola nemmeno un momento, la sposina. Non certo per gelosia ma perchè quando le stava vicino si sentiva felice, anche solo a guardarla ed ascoltarla.

"Ceniamo assieme, stasera" le disse deciso "Mi hanno parlato di un delizioso bistrot poco fuori città"

."No, Marco, lasciamo perdere: voglio stare un po' sola e poi andrò a letto presto, forse senza nemmeno cenare".

"Non ti servirà a nulla: devi invece distrarti. Anzi prima faremo un giretto in città e poi andremo direttamente da lì al ristorante"

"No" riprese stancamente " è meglio di no".

"Ma torneranno molto tardi, lo sai" e la guardò dritto negli occhi con dolcezza, quasi una preghiera.

Si sentì intenerire: era come un bambino che chiedeva un regalo. Ma sì, si disse, non c'è niente di male. "E va bene, come vuoi tu".

Stette a lungo indecisa davanti ai suoi abiti allineati nell'armadio¸ poi scelse il più sexy fra quelli che le aveva acquistato Giorgio.

Passando davanti ad un chiosco di fiori Marco volle fermarsi per offrirle una rosa: guardarono le vetrine, entrarono in una delle tante botteghe che esponevano coralli lavorati e piccoli gioielli di filigrana, presero un aperitivo. Poi un taxi per il ristorante: un locale piccolo, arredato con gusto, non troppi tavoli, ciascuno con la sua candela già accesa, ancora pochi clienti.

Il proprietario li accompagnò ad un tavolo un po' appartato "Lo teniamo riservato per le coppie di sposi"

Francesca si sentì avvampare, mentre Marco sorrideva teneramente e "Magari fosse" le sussurrava all'orecchio, da vicino, troppo vicino.

Durante la cena Francesca si andò rilassando sempre più: le buone cose che venivano servite, il vino che Marco aveva sapientemente scelto e le versava ripetutamente, sia pure a piccole dosi, il suo commento alle parole del proprietario, tutto la faceva star bene.

E poi, com'era dolce, premuroso, attento.E quella rosa poggiata sul tavolo tra loro due. Così, quando lui pose una mano sulla sua non si ritrasse: anzi cominciò a godere il calore che lui le trasmetteva. E non allontanò la gamba quando sentì appoggiarvisi un ginocchio di lui.

Poi un taxi per il ritorno. Sedettero molto vicini, le sue mani sulle gambe, una di Marco sulla sua mano più vicina.Tornò ad irrigidirsi: cosa avrebbe fatto se lui l'avesse baciata? Non voleva che guastasse una serata incantevole. Marco non provò nemmeno e lei si sorprese ad esserne quasi delusa. Prima dell'arrivo Marco fece fermare il taxi all'entrata laterale del residence: "Faremo ancora due passi fino al corpo centrale". Meglio, pensò lei, non ci vedranno tornare assieme da fuori.

"Questo è il mio bungalow: è proprio sul mare" interruppe la conversazione Marco "Perché non ci fermiamo un po' a guardare la loro barca col mio binocolo?"

"No, è tardi, voglio andare a letto" ma trasalì accorgendosi che avrebbe fatto meglio a dire "voglio andare a dormire".

"Solo qualche momento, ti prego" E si diresse deciso verso la porta tenendola per la mano.

Le ampie finestre del monolocale erano a diretta vista del mare, le luci delle barche, tante barche, tremolavano, una miriade di stelle erano visibili nella notte senza luna.

Francesca guardava incantata. Marco aprì i vetri, prese il binocolo, lo mise a fuoco e lo passò a lei che però non riusciva a tenerlo fermo. Marco le si mise alle spalle aiutandola con entrambe le mani a tenere il binocolo all'altezza degli occhi e dirigerlo verso un punto più ricco di luci. Sentiva l'alito di lui sfiorarle la nuca e fu tentata di allontanarsi ma lui si era ulteriormente avvicinato appoggiandole sulle natiche il membro già duro e teso che chiedeva di esser messo allo scoperto: sentì un brivido percorrerle tutta la spina dorsale mentre quasi le cedevano le gambe. Poi cominciò ad ondulare il bacino spingendosi contro di lui: le piaceva sentirlo ingrossarsi ulteriormente, avrebbe dovuto allontanarsi ma non ne era capace, era troppo eccitante sentirlo crescere ancora.

Quando Marco cominciò a baciarle prima il collo poi i lobi delle orecchie, lei girò lentamente la testa: ricordava come, quella mattina sulla spiaggia, si era tirata indietro mentre Marco stava per poggiarle un bacio sulla bocca, ricordava la calda sensazione della mano di lui sul suo seno. Una strana spinta a sperimentare più pienamente le sensazioni della mattina cresceva in lei: non ci sarebbe niente di male, si diceva, a scambiarsi un bacio, un solo bacio, in fondo sarebbe stato un momento del flirtare che suo marito le aveva suggerito fin dai primi giorni. Si sentiva sicura si sé, un bacio e poi "buona notte" e subito in camera sua. Girò improvvisamente il viso ma Marco, temendo volesse allontanarlo, la segui continuando a baciarle il collo tenendola stretta alla vita. Sentiva brividi percorrerle continuamente la schiena: no, non poteva fermarsi lì, almeno per ora, doveva dargli un segnale. Si chinò a poggiare il binocolo sul tavolo vicino e, mentre Marco la seguiva, spinse l'altro braccio dietro la spalla per prendere la testa di lui e spingerla contro il suo viso.

L'erezione di Marco cresceva sempre più percettibilmente e il suo calore sembrava bruciarle le natiche: ancora una volta lei flettè i suoi muscoli spingendosi contro di lui a confermare la sua disponibilità. Per tutta risposta Marco posizionò meglio il suo rigonfio nella valle tra le natiche e diede una forte spinta:Francesca si ritrasse istintivamente per un attimo, poi si riavvicinò a lui, ondulando leggermente, tornò a rilassare i suoi muscoli quasi a consentirgli di istallarsi meglio e spinse ancora: le piaceva sentire la sua asta vibrare e contrarsi ad ogni spinta. Ripetè più volte i suoi movimenti godendo di entrambe le sensazioni di piacere e di potere.

Di colpo si rese conto che bisognava fermarsi lì e tornarsene in camera sua; solo un bacio, si disse, e poi via. Spinse un'ultima volta e fece per girarsi e baciarlo ma Marco spostò improvvisamente una e mano dal fianco al seno, stingendolo dolcemente. Francesca tolse la mano che gli cingeva il collo e tentò di liberare il suo seno ma ottenne solo che la presa si facesse più forte.

"Sei adorabile, Francesca. Lasciati andare, ti prego" e Marco riprese a massaggiarle il seno sfiorandone il capezzolo.

Al ricordo di quell'improvvisa carezza sulla spiaggia alla quale aveva reagito allontanandolo bruscamente si chiese perché lo aveva fatto. Era invece così bello sentire il calore della sua mano estendersi a tutto il seno e pian piano a tutto il corpo.

Cominciò a sentirsi bagnata, si spinse nuovamente contro di lui e riportò la mano sulla sua nuca carezzandolo dolcemente. Marco spostò l'altra mano verso l'alto e prese sicuro possesso del secondo seno. Rimasero per un po' immobili assaporando quell'abbraccio. Poi Marco si spostò appena indietro e, facendo forza sui seni, provò a girarla. Prontamente Francesca lo assecondò e quando gli fu di fronte gli pose le mani sulle spalle.

"Sei bellissima" e mentre parlava portò una mano prima a carezzarle una guancia poi tra i suoi capelli. La guardò dolcemente negli occhi, a lungo, prima di avvicinarsi al suo viso. Questa volta lei non si ritrasse e attese il bacio che arrivò subito, delicato, leggero, dolce.

Marco fece scorrere lentamente la punta della lingua sulla rima tra le labbra di Francesca, poi prese il labbro inferiore di lei succhiandolo. Lei lasciò che lui le aprisse la bocca e vi poggiasse sopra e attorno la sua: era bello sentirne il calore e l'alito, sentire la punta della lingua di Marco intrufolarsi e...cercare la sua. Timidamente la ritrasse, piegandola verso l'alto, ma lasciando che Marco esplorasse la sua bocca, carezzandole i denti e le gengive. Poi rilassandosi la lasciò allungarsi poggiandola su quella di Marco, che cominciò a muoversi sinuosamente. Le lingue si allacciarono, si rincorsero a lungo. Francesca provò ad spingere la sua verso la bocca di Marco, il gioco riprese e lei iniziò a mugolare; non era mai stata baciata così. Si staccarono, ma le intenzioni di Francesca (un solo bacio e poi via) erano completamente svanite. Così fu lei ad avvicinarsi nuovamente a Marco per baciarlo e stringerlo fra le braccia: il suo seno sul petto di lui, il suo ventre contro l'asta, se possibile ancora più tesa e dura. Questa volta fu lei ad esplorare la sua bocca, rincorrendo ed allacciando la sua lingua, a lungo.

Improvvisamente sentì le dita di lui scorrere sulla sua pelle nuda; senza che lei se ne accorgesse Marco le aveva sbottonato la parte superiore del top e prendeva ora tra le mani i due seni e tutto ciò aggiungeva piacere al piacere.

Le loro bocche si staccarono e Marco riprese febbrilmente a sbottonare il top, arrestandosi per la difficoltà di tirar fuori dall'asola l'ultimo bottone. Francesca si sentiva in pericolo, ma spinse ancora il ventre contro di lui, sperando che non riuscisse nel suo intento ma rilassandosi immediatamente quando si rese conto che l'opera era compiuta. Le mani di Marco corsero alla valle tra i seni, contornarono le due colline ancora coperte, scesero verso il ventre di lei che riprese a mugolare dal profondo della gola. Ancora un bacio profondo, appassionato mentre Marco la stingeva forte al petto e allungava le mani a sganciarle il reggiseno. Francesca ebbe un senso di paura sopraffatto dall'intensità del bacio; poi si rese conto che l'impresa non era riuscita e cercò di allontanarlo "No, no, non possiamo, no"

"Ti prego, lasciami fare. Sei bellissima.Ti voglio sentire tutta".

Mentre Marco la baciava ancora, lei si rese conto di desiderare ardentemente quelle mani sui seni, sul ventre, su tutto il suo corpo: spinse indietro le spalle, sapendo che così gli avrebbe reso più facile togliere il gancio che ancora resisteva. Non più impegnate le mani di Marco scivolarono lentamente lungo la spina dorsale di Francesca, lungo le costole, raggiunsero il solco sotto i seni. Francesca respirò profondamente quando sentì il leggero tocco delle dita che si muovevano sincronicamente su entrambi i seni, in cerchi concentrici che portavano ai capezzoli ormai da molto tempo turgidi al loro massimo. Marco li sfiorò appena per tornare in basso e prendere a piene mani le due mammelle, soppesandole.

"Meravigliose"

Poi, lasciandole andare sotto il loro peso, turgide e compatte, le sue dita ripresero un tortuoso percorso verso i capezzoli; il pollice e l'indice li strinsero, li tirarono leggermente verso l'alto, li fecero ruotare.

Le sensazioni che provava Francesca erano dolcissime e rassicuranti, contribuendo ad allentare la tensione fino a farla sparire.

Marco tornò a guardare ancora quelle mammelle bianchissime nelle parti che non avevano visto il sole, rotonde, perfettamente modellate "Bellissime. Bellissime"

Francesca sorrise orgogliosa e tenera verso il "bambino" che si godeva il regalo ricevuto. Spinse di più il ventre, per sentire ancora il suo pene pulsare, strusciandosi ripetutamente. I suoi succhi scorrevano già abbondanti a bagnare il microscopico (l'aveva scelto Giorgio) slip, provocandole un certo disagio. Si baciarono ancora ed era inevitabile che lei non si opponesse a quel ginocchio che premeva tra le sue cosce, aumentando la straordinaria profondità del piacere che l'andava sommergendo.

Quando il bacio ebbe il suo termine naturale e Marco portò le mani sulle sue spalle per togliere gli indumenti ormai liberi, Francesca cercò di spingerlo "No, no"

"Ti prego, Voglio vederti tutta.Sei bellissima"

"No, non possiamo. Devo andare. Ora, subito"

"Lasciami fare e subito dopo potrai andartene... Se è questo che vuoi realmente"

Marco cominciò ad abbassare top e reggiseno da entrambi i lati, fino ai gomiti, fece una dolce forza quando Francesca tentò ancora, senza troppa convinzione, di bloccarlo, poi gli indumenti furono a terra.

Istintivamente Francesca portò le mani a coprire i seni: nessun uomo, tranne Giorgio,l'aveva mai vista in quel modo. Poi le mani cominciarono una lenta, dolce carezza, soppesarono i due morbidi globi, titillarono i capezzoli mentre lei guardava dritto negli occhi Marco che la fissava estasiato. Si avvicinò a lui lentamente, lasciò ricadere liberi i seni e mettendogli le mani ai due lati del viso "Baciami ancora, Marco"

"No, aspetta. Voglio sentirti tutta contro di me, mentre ti bacio". Si liberò furiosamente della camicia, si sbottonò i pantaloni che caddero ai suoi piedi, lasciandolo in slip.

Francesca, affascinata, guardava la macchia di umido che segnava la parte più alta dello slip, guardava il grosso rigonfiamento, mentre qualcosa sembrava voler fare capolino al di sopra dell'elastico. Lo aveva sentito pulsare così a lungo, prima, contro di lei ma ora le sembrava ancora più grosso di quanto non avesse immaginato. Fu sopraffatta dalla curiosità di vederlo subito, di fare un confronto con l'unico che avesse finora visto, nella sua giovanile inesperienza.

Mentre Marco si impadroniva ancora una volta dei suoi seni, spontaneamente si arcuò per sentire contro il suo ventre il turgore pulsante dell'uomo. Rimasero così, senza un movimento, a godere il piacere e l'eccitamento del contatto: era un momento di pura e semplice lussuria, preludio di non dette promesse. Come sognando Francesca sentì una mano liberarle il seno, scivolare sul suo fianco e abbassare la zip della sua gonna: ebbe un attimo di paura, si scostò da lui e allungò la mano in un vano tentativo di bloccare la gonna che ora era ai suoi piedi. Lo slip era rimasto l'ultima difesa.

Marco la guardava incantato: quel corpo che aveva già visto sulla spiaggia coperto solo da un ridottissimo due pezzi, era lì, davanti a lui, splendido, opulento nella giusta misura. Perfetto.

Si liberò dei pantaloni e la invitò solo con un sorriso a fare altrettanto. Francesca,scostò la gonna con i piedi, si mosse e tornò a premere il suo inguine contro di lui:ormai solo due sottili strati di tessuto si frapponevano ai loro sessi. Marco l'abbracciò forte, stringendo i suoi seni al torace. Poi, allentando la stretta, prese le mammelle e fece strisciare i capezzoli tesi sulla sua pelle.

Le loro bocche si cercarono quasi con furia, in un bacio appassionato e lascivo. I liquidi di

Francesca scorrevano liberamente inzuppando il suo slip mentre lei allargava le cosce per dare il benvenuto a quel ginocchio che era tornato ad insinuarvisi.

Le mani di Marco percorrevano curiose quel dorso stupendo, dalle spalle ai fianchi, alle natiche, alla loro attaccatura con le cosce, ancora ai fianchi, poi di nuovo giù, più giù finchè un dito andò ad insinuarsi sotto l'orlo dello slip, a contatto con un ciuffetto ribelle.

Era la seconda volta, dopo quella mattina sulla spiaggia, che arrivava così vicino al bersaglio.

Ormai aveva risvegliato tutta la sensualità nascosta in quella donna stupenda ma...temeva di fare qualche passo falso, di spaventarla..

E, in realtà lei che, quasi in un sogno, aveva seguito tutti i movimenti delle dita di Marco sul suo corpo, godendone le carezze, ebbe l'istinto di sottrarsi all'abbraccio e interrompere il bacio. Marco, allora, riportò le mani sulla parte bassa delle natiche, all'attaccature delle cosce, e la attirò con forza così che i loro sessi furono a più stretto contatto

Francesca reagì iniziando un movimento ondulatorio del bacino e respirando profondamente per il naso prima di affondare la lingua alla ricerca di quella di Marco che, incoraggiato, spostò le mani sul dorso e poi, rapidamente, sotto l'elastico dello slip, che finì abbassato a livello delle anche.

Il bacio profondo finì ma i loro volti rimasero vicini mentre si sorridevano dolcemente. Poi Marco, deliberatamente, forzò la spinta del suo bacino per farle sentire la calda durezza del suo membro contro lo stomaco: Francesca si piegò opportunamente per riprendere il contatto di prima.

Era un segnale inequivocabile: Marco portò un braccio alla vita di Francesca, l'altro all'incavo delle ginocchia e sollevandola "Sistemiamoci più comodamente" le sussurrò con voce roca.

"No, rimettimi giù, devo andare via. Lasciami"

"Tutto va bene, cara. Non aver paura. Tutto andrà bene, te lo prometto"

Forse per la dolcezza di quelle parole, forse per la consapevolezza di tutto quello che c'era già stato tra loro, Francesca posò un lieve bacio sulle labbra di Marco che la spinse delicatamente sul letto, stendendosi poi accanto a lei. Si guardarono dolcemente, poi si baciarono ancora: fu un bacio dolcissimo, lieve, prima di trasformarsi bruscamente in un bacio profondo, furioso, pieno di lussuria. Si strinsero l'una all'altro, la braccia sui fianchi, sulle spalle, un ginocchio di lui tra le sue gambe a premere sul sesso ormai quasi denudato di lei. Marco spostò le mani sulle natiche di Francesca infilandosi sotto l'elastico arrotolato dello slip e spingendo. "Non farlo, ti prego" protestò debolmente la donna. Lui continuò sperando nella sua collaborazione ma invano: la guardò negli occhi ,quasi supplicando, continuavano a guardarsi a lungo. Francesca era confusa, voleva conservare un minimo di pudore ma il tocco delle sue mani, il contatto dei loro corpi la eccitava. Impercettibilmente un minimo spazio si aprì tra il letto e il corpo di lei. Lo slip scese fino alle cosce, alle ginocchia; Marco riuscì ad alzarle un poco, poi Francesca le sollevò decisa per fare sfilare lo slip, oltre i polpacci, oltre le caviglie, oltre i piedi mentre mormorava "Non dobbiamo".

Per la prima volta nella sua vita era nuda tra le braccia di un uomo, completamente nuda come non l'aveva mai vista nemmeno suo marito.

Marco riprese a baciarla, questa volta con estrema dolcezza; poi scese verso il mento, verso il collo, ancora sulle labbra. Francesca rispose al bacio con ardore, stringendosi a lui. Lui riprese a baciarla ai lati delle labbra, sugli occhi, sul collo: spingendola per le spalle la fece distenderla sul dorso e continuò il suo percorso verso l'attaccatura del seno, la sua rotondità, il primo capezzolo che strinse tra le labbra, l'altro che leccò tutto intorno. Scese verso l'ombelico infilandovi la punta della lingua, mentre una mano si dirigeva verso il ciuffetto di peli che ornava il suo monte. Lo carezzò dolcemente e mise la mano tra le sue cosce appena allargate. Lei le chiuse di scatto serrandogli la mano e resistendo ai suoi tentativi di allargarle di nuovo. Tornò a baciarla dolcemente sulle labbra, intorno al perimetro dei seni , giocando con la lingua sui capezzoli, ne strinse uno tra le labbra, tra i denti, prima leggermente poi con più forza: Francesca ebbe un sussulto, pose le mani sul suo collo e lo strinse al seno per farlo continuare. Le sue cosce allentarono la morsa e si allargarono permettendo a un dito di Marco di percorrere dolcemente le labbra semidischiuse, mentre lei mormorava "Non dobbiamo. Non dobbiamo". Marco continuò l'esplorazione allargando le labbra con due dita, infilandone poi uno nella cavità grondante di umori. Rassicurato da un mugolio di Francesca introdusse il secondo dito, divaricandolo e iniziando un movimento rotatorio, alternato ad uno di va e vieni, mentre riprendeva a baciarla lievemente sulla bocca. Francesca era sopraffatta da sensazioni nuove, mai prima provate. Un residuo di coscienza le diceva che avrebbe dovuto resistere a Marco, rivertirsi e tornare in camera sua ma quello che riceveva da lui era troppo bello per perderlo.

nanni
nanni
1 Seguaci