Nino & Rita

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Insuperabile... tra sorella e fratello...
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(Desidero porvi una domanda. Ma lo farò alla fine.)

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Nino è mio fratello, ha quasi due anni meno di me, che ne ho da poco venti. E' un bel ragazzo, simpatico, socievole, e molto premuroso nei miei confronti.

Ho cominciato a considerarlo con occhi non proprio da sorella, quando mi accorsi che tutti i giovani che incontravo, anche quelli che si sentivano già affermati nella vita, avevano molto di meno di Nino. In genere erano frivoli, vanagloriosi, si sentivano quasi in diritto di essere adorati o, a dir poco, si reputavano grandi amatori. Nel contempo, riuscivi a far loro confessare che non avrebbero mai sposato una donna che era stata di altri.

Inutile negarlo. Il problema c'era, perché alla mia età anche il sesso ha le sue esigenze, e non potevo certo accontentarmi di qualche titillare solitario. Del resto, se solo gliela faceva toccare un po', pretendevano chissà cosa, e questo non era possibile dato quella loro pretesa che l'imene della moglie doveva essere trovato intatto.

E' vero che c'era l'imenorafia, quindi potevi fartela ricostruire quella benedetta membrana che, a ben pensarci, era solo un impaccio che gravava crudelmente solo sulle donne, ma sarebbe stato un agire ambiguo e soprattutto complicato.

Comunque, una soluzione ci doveva pur essere.

Arturo, veramente attraente e accattivante, dapprima aveva cercato di farmelo capire e poi me lo aveva detto chiaramente, sia pure con termini che per la loro scientificità dovevano apparire non offensivi:... se gli avessi voltato le spalle... Avete capito, il marpione? Si sarebbe sfogato nel mio posteriore, e poi... chi s'è visto s'è visto. Io sarei rimasta con lo sfintere profanato e alla mercé delle sue vanterie con gli amici! Niente da fare.

Ma con chi potevo parlarne, sfogarmi?

Una sera in cui eravamo soli, perché i genitori erano andati a trovare i nonni paterni, al mare, per trascorrere con loro qualche giorno, Nino ed io stavamo vedendo un film, alla TV, più o meno acciambellati sul sofà, mentre passavano immagini del tutto esplicite di una coppia d'amanti che, beati loro, avevano risolto il problema...

Ecco, 'risoluzione del problema', questo era il tema che, profittando della particolare situazione, avrei affrontato con Nino, garbatamente, s'intende, per sapere lui, in materia, come si comportava.

Quando, dopo il primo tempo, apparve la pubblicità, lo guardai sorridendo e con fare disinvolto, tono confidenziale e un po' complice, gli chiesi se le ragazze che frequentava erano.... condiscendenti o meno.

Alzò le spalle e, pur arrossendo, mi disse che con lui si mantenevano molto...abbottonate.

"Allora, fratellino, come fai?"

"Lavori manuali, sorellina... capisci?"

"Ma almeno... ti aiuta qualcuna in tale attività..."

"Niente da fare... solo me ne vo' per la città... come nella canzone. Ma tu, che fai tante domande, come ti regoli?"

"Sono tua sorella... seguo la stessa strada... anche perché non intendo far nulla che possa far ridere di me..."

"E chi potrebbe ridere di te?"

"Sai, caro mio, è facile farsi la nomea di segaiola e ditalinara... scusa la volgarità..."

"Ma che scuse... se non parliamo chiaro tra noi, siamo sorella e fratello, no?"

"Forse è il solo legame che consente veramente di comprendersi reciprocamente e non ammette prese in giro..."

"Hai proprio ragione."

La conversazione, a dire il vero, mi stava facendo eccitare sempre più. Guardai di sfuggita Nino e mi accorsi che anche lui... però... nei pantaloni si vedeva bene...

Già, mi sorse improvvisamente in mente, e se lo aiutassi io? E se lui potesse ricambiarmi la gentilezza? In ogni caso sarebbe restato tutto tra noi e, in fondo, non era poi una cosa difficoltosa... a ben riflettere poteva perfino piacermi... sia carezzarlo che farmi carezzare da lui.

Allungai la mano, con tenerezza, la posai dolcemente sul gonfiore dei suoi pantaloni. Era veramente eccitato... strinsi le dita... però... era ben fornito il mio fratellone. Mi guardava interrogativamente, certo sorpreso dal mio gesto e incerto sul cosa fare. Poi, evidentemente anche lui guidato dalla stessa mia idea, poggiò la sua mano tra le mie gambe...

Quanta stoffa! Dio mio!

Considerato che ormai eravamo a quel punto... tanto valeva procedere...

Giù la zip, con risolutezza; dentro la manina, una bella frugata e fuori... la parte in causa. Che non si fece pregare. Anzi, sembrava attendere solo quella convocazione per svettare rubiconda e fremente, con enfie vene pulsanti, e un glande veramente elegante, completamente scoperto: un bel fungo violaceo, dalla testa a forma di ogiva, slanciata, che andava ingrossandosi dolcemente verso il solco balanico. Sembrava proprio fatto per...penetrare....

I miei muscoli vaginali si contrassero. Che c'entrava il fatto che era di mio fratello, era pur sempre un pregevole aggeggio perfettamente idoneo alla missione affidatagli dalla natura.

Ebbi l'impulso di accertarmi se anche il resto era conforme, infilai di nuovo la mano e potei constatare che non c'era di che lamentarsi. Due gagliardi testicoli che al semplice tatto della mie dita sembravano rimescolarsi nella robusta apposita sacca!

Dio lo benedica il mio fratellino, e beata la destinataria di quei gioielli.

Nino comprese a volo l'indicazione e sentii la sua mano sotto la gonna, avviarsi verso le mutandine, ormai già roride, che furono scostate delicatamente per consentirgli di fare per la prima volta la conoscenza tattile della ormai assolutamente smaniosa femminilità della sorella.

La mano si posò, aperta, sulle grandi labbra, e un dito vi si introdusse e titillò il clitoride. Mano santa e benedetta. Finalmente, lì, una mano che non era la mia. Incredibile, bastarono pochi stimoli, del resto meravigliosi, e non riuscii a contenere un orgasmo di genere completamente sconosciuto e di intensità inimmaginabile, imprevedibile, eccezionale!

La mia mano gli stringeva convulsamente il fallo, con carezze disordinate, e solo dopo un po' mi resi conto che dovevo agire diversamente se volevo che anche lui..

Non gli volle molto, comunque, e non fu facile arginare quella inondazione, per la quale dovetti ricorrere al mio vestito, riduncendolo in condizioni pietose.

Comunque i nostri, di quasi completa soddisfazione, testimoniarono che ci voleva proprio. Che stupidi, avevamo atteso fino a quel momento.

Fu spontaneo baciare entusiasticamente e appassionatamente Nino sulla bocca, e lo strinsi forte a me. Dovevamo darci una ripulita.

Fui percorsa da un brivido! Che manina deliziosa, aveva il mio Nino.

Lo baciai ancora.

"Ciao, fratellino, vado a letto."

Andai nel mio bagno. Una doccia salutare e rilassante (in parte), poi la leggerissima e corta camiciola da notte, e a letto.

Spensi la luce perché il buio mi favorisce la meditazione.

Ero con gli occhi aperti, verso il soffitto, senza vedere nulla, logicamente.

Ad un tratto mi sembrò che la porta si aprisse, con cautela, anzi con circospezione, come ladro che voglia intrufolarsi di soppiatto. Guardai verso l'ombra che si avvicinava, senza far rumore, a piedi scalzi. Era a fianco del mio letto, alzava il lenzuolo... s'infilava nel mio letto, furtivamente, cercando di non toccarmi, e certamente credendo che stessi dormendo.

Allungai la mano, di scatto, accesi la luce del comodino....

"Nino! Che ci fai qui?"

M'ero accorta, intanto, che era completamente nudo.

Si voltò verso me, mi abbracciò stretta, ma con tanta dolcezza.

"Voglio dormire con te, sorellina... abbracciato a te..."

"Si... va bene... ma...."

Quel ma, chiaramente, si riferiva al suo lungo e duro 'coso' che s'era bello che poggiato sulla mia coscia nuda.

Una mano di Nino s'era infilata nella scollatura della camiciola e aveva afferrata una tetta, strofinando leggermente il palmo contro il mio più che eretto capezzolo... Mi venne subito da pensare, sorridendo, che, in fondo, ognuno rizzava quello che poteva.

Non era male, quel contatto, niente male, ma certe cose si sa bene come vanno a finire, e io stavo facendo del tutto per mantenere integro quell'ingombrante membrana, un assurdo e irrazionale barriera verso naturali e imperiose attività fisiologiche, a causa di pregiudizi ancestrali e tribali.

Cercai di mantenermi calma, anche se, devo confessarlo, ogni mio orifizio, nessuno escluso... perfino orecchie e narici, anelava di essere finalmente appagato, riempito!

"Nino, fratellino adorato, sei meraviglioso, bellissimo, affascinante, stuzzicante... ma... lo sai... io devo... mantenerla sana! Tanto per usare un linguaggio realistico.

Le sue labbra erano al mio orecchio e, benedetto ragazzo, mi stava mordicchiando il lobo... La sua voce un sussurro...

"Lo so, sorellina, lo so... ma anche se mi costa moltissimo questo supplizio, ti assicuro che non sarà il mio 'pisello' a deflorarti, a farti diventare donna... a meno che non lo voglia tu..."

"Sciocchino, eccome se lo vorrei... sei il mio adorato fratellino e un rigoglioso splendido maschiaccio, ma non posso.. non devo..."

"Certo... ma fammi stare con te... abbracci... baci... carezze... sento che la tua tettina non è indifferente..."

"No... è estasiata... ed anche la mia coscia sente il tuo desiderio... che è anche il mio..."

Nino si spostò un po' con la testa, la poggio sul mio petto, e la sua lingua lambì il capezzolo... poi le labbra lo strinsero, e cominciarono a succhiare... Il mio grembo era in tumulto, sentivo i muscoli della vagina contrarsi a vuoto... Era istintivo allargare un po' le gambe, e percepii subito la mano di Nino che frugava, il dito che carezzava il clitoride e, cauto, esplorava deliziosamente l'ingresso che non doveva oltrepassare... il mio bacino, scellerato, gli andava incontro, sussultava... fin quando non venni agitata dal crescente inarrestabile orgasmo che Nino ignorò, seguitando a poppare e titillare, facendolo, in tal modo, rinnovare con maggior energia.

Il suo fallo, nel contempo, s'era freneticamente strusciato sulla mia coscia e sulla pancia, e stava inondandomi di qualcosa appiccicaticcia e calda... Allungai la mano... non doveva colare verso il... luogo proibito.

Quando, più o meno, tornammo in noi stessi, mi tolsi del tutto la camiciola che utilizzai per asciugarci alla meglio, l'avvolsi accuratamente e la posi tra le gambe. Mi voltai di lato, su un fianco, dando il dorso a Nino.

Ne profittò subito, infilò il suo pisello (come lo chiamava) tra le mie natiche e mi abbracciò con una mano sul petto e l'altra nel boschetto folto che custodiva il mio sesso. Non accadde subito, ma mi addormentai. Non so quanto dormii.

Quell'oggetto insolito che premeva tra i miei glutei pigiando decisamente sul 'buchetto', era di Nino, ed era ben ingrandito da quando l'aveva infilato. La punta, poi, premeva...premeva, con un lentissimo avanti-dietro che, se fosse rimasto entro questi limiti, non mi infastidiva, anzi mi recava un certo sottile languido piacere.

Senza voltarmi, sussurrai a Nino di non spingere... non farmi male... Perché lo sentivo, mi accorgevo, e comprendevo, che lui si controllava a stento. Lo percepivo dalle sue mani che titillavano capezzoli e clitoride. E, per la verità, anche io dovevo contenere i movimenti del mio bacino che avrebbe voluto...

Non si poteva, però, e sistemai ancora più accuratamente la camiciola accartocciata a guardia della mia vagina.

Comunque, quel grosso coso, quel glande smanioso, ero certa che mi avrebbe dilaniata se avesse tentato di... procedere oltre... Già sentirne appena qualche millimetro, premere in quel modo, mi impensieriva, pur non dispiacendomi.

Ecco, una stretta forte ,di Nino, una spinta eccezionale e... di nuovo quel getto caldo. Ora scorreva tra le mie chiappe! E non era per niente spiacevole.

Era sensibilissimo, il mio buchetto, e quando il glande di Nino lo... stimolava, con delicatezza e tenerezza, si contraeva trasmettendo tale movimento alla muscolatura vaginale. Tale sensazione, unita al titillamento del clitoride, abilmente condotto, era intensamente voluttuoso e mi aveva procurato un orgasmo fantastico... sempre, però, unito al rammarico di restare vuota, desolatamente vuota.

Lo immaginavo il pisello di Nino su e giù nella mia pancia e la disseminazione di quel balsamo paradisiaco.... Rabbrividii al solo pensiero.

Ciò, però, mi induceva a pensare che il sesso anale non dovesse essere interessante soltanto per "lui". Strano, però, come si poteva godere con quella specie di siluro grosso e palpitante che va su e giù per il tuo retto! Mah!

Mi voltai dalla parte di Nino, avevo tolto la camiciola-cencio e stretta la vulva al suo fianco poggiandogli la gamba sul pube, sul suo pisellone quasi quieto.

"Come va, Ninetto?"

"Sto impazzendo, sorellina, non ti immaginavo così bella!!!"

Mi abbracciò forte, e mi abbandonai a un sonno appagato e felice, mi sentivo protetta. Dormii abbastanza, le luci del giorno filtravano tra le tapparelle, mi alzai, nuda com'ero, e andai a specchiarmi alla toletta, dove un raggio obliquo colpiva il mio posteriore. Mi compiacevo con me stessa.

Mi giunse la voce di Nino che, sveglio, era poggiato su un gomito e mi guardava.

"Niente male, sorellina, hai proprio uno stupendo fondo schiena e due chiappette tonde che hanno tutta l'aria di essere voluttuosamente prensili. Sei una meraviglia."

Mi voltai appena, sorridendogli.

"Togliti strane idee dalla mente, fratellone!"

"Niente di strano, piccola mia, niente di strano!"

Non gli risposi neanche, andai nel bagno.

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Con tanta pigrizia, ci approntammo per la colazione, che preparai, senza fretta, gironzolando per la cucina e Nino seduto a tavola che mi seguiva con gli occhi. Quando mi avvicinai a lui per mescergli il latte, poggiò la sua mano sul mio fianco, mi carezzò la natica... mi chinai e lo baciai sulla guancia...

"Adesso pensa a far colazione!"

Alzò le spalle.

"OK, ok... ma il ricordo dell'avvenuto è una lusinghiera seduzione per l'avvenire..."

"Che pensiero contorto... dai... cosa hai da fare?"

"Niente di particolare, esco un po' ad acquistare i giornali e arrivo fino alla farmacia per le pasticche per la gola..."

"Ti fa male la gola?"

"No, ma potrebbe accadere...è solo precauzione, previdenza..."

Non mi convinceva, ma non risposi.

Finii di rassettare tutto, stabilii che per il pranzo bastavano i filetti che erano in frigo e una bella insalata mista. Decisi che la sera saremmo andati in pizzeria, e mi misi a leggere in attesa del rientro di Nino. Non riuscivo a leggere, però.

Tornava sempre alla mente quanto era avvenuto, il come, e le sensazioni che ne avevo tratto. Tutto era accaduto con istintività, spontaneità, naturalezza, e non riuscivo a vedervi niente di brutto o di biasimevole.

Eravamo due giovani, sani, con le normali pulsioni dell'età, e al fascino dei nostri corpi, all'attrazione che esercitavano reciprocamente, si univa la consuetudine di vita, da sempre, e il sentimento di amore fraterno che ci univa. Fraterno...oddio...almeno fino a ieri!

Era stato bellissimo, e quasi mi rimproveravo di non avervi pensato prima... certi nostri problemi, anche affettivi, lo sentivo, non ci avrebbero angosciato. Questo, almeno per me. Finalmente Nino tornò, un saluto alla voce e andò in camera sua. Dopo poco apparve con giornali e riviste, mi baciò sulla bocca e sedette accanto a me. Ero curiosissima, cosa aveva portato nella sua camera? Dovevo assolutamente accertarmene. Trovai una scusa.

"Nino, mi dispiace farti riuscire, ma mi necessitano.... Alcune pillole... non si sa mai... capisci?"

"No, non capisco, ma non fa niente, cosa devo fare?"

"Ti do la ricetta... per favore... me le vai a comprare?"

Andai in camera, presi la ricetta la diedi a Nino.

La lesse.

Mi guardò con aria interrogativa.

"Ma queste, Rita, sono anticoncezionali... a che ti servono?"

"Non farmi arrossire, tesoro, ma... se sbagliassimo? Meglio cautelarsi."

Mi fissò raggiante.

"Pensi che... potremmo?"

"Non ci penso assolutamente, sarebbe la distruzione di tutto... ma... diciamo che è per scaramanzia..."

"OK, vado."

Uscì, io corsi nella sua camera, aprii il cassetto del suo comodino, vi erano due tubi, su uno era scritto Nalu, sull'altro KYgel, e anche una scatola di profilattici.

Non toccai nulla, tornai in salotto.

Ma cosa stava macchinando Nino? Beh, ci voleva poco a capirlo... visto il KYgel, ma, a cosa serviva Nalu e perché i profilattici? Inoltre, io gli avevo fermamente lasciato capire che non doveva insistere .... là!

Decisi di non parlarne, e stare a vedere. Come dicono gli inglesi, wait and see!

Nino tornò presto a casa, mi dette le pillole e mi abbracciò, con una mano ben aperta sul fondo schiena che spinse verso sé, dimostrandomi chiaramente che lui era prontissimo... del resto... a quel contatto... anche io... ma non dovevo cedere alla prima tentazione, anche se era un sacrificio non indifferente.

Guardammo un po' la TV, navigammo in internet, a caso, distrattamente. Inutile, il mio pensiero, ormai, era sempre lì. Era stato bello, ma temevo che in un momento di abbandono incontrollato potesse accadere quanto avevo sempre temuto, e... Comunque, a ben pensarci, se fosse capitato con Nino, con mio fratello, sarebbe stata una cosa stupenda, lui, certo, non se ne sarebbe vantato con nessuno, lo avrebbe fatto solo per amore, per il nostro reciproco godimento ed io, logicamente, non mi aspettavo di essere sposata da lui. Ma se il mio futuro marito avesse preteso... la benedetta integrità?

Inutile abbandonarsi alle ipotesi, possono essere infinite.

Dissi a Nino cosa avevo in mente per il pranzo e lui, con fare sornione, rispose che al... dopopranzo... avrebbe provveduto lui!

Volutamente, con noncuranza, risposi con ipocrita "Ah!". E tutto finì così.

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Ottimi i filetti e l'insalata, e anche il gelato.

Dissi a Nino che gli avrei portato il caffè in salotto. Poco dopo lo raggiunsi, con le due tazzine. Lui, intanto, era andato nella sua camera e aveva preso gli acquisti della mattina e li aveva messi sul tavolino.

Feci finta di nulla, guardai tutto attentamente, sedetti accanto a lui, e sorseggiai il caffè. Portai le tazzine vuote in cucina e tornai a sedere.

"E questo cosa è?"

Mi riusciva bene fare la parte dell'ingenua.

"E' per noi, sorellina..."

Sguardo allusivo.

"Tutta questa roba?"

"Certo! Io desidero tanto provarci, e vedrai che anche a te piacerà, e farà bene alleviare la nostra tensione... solo una prova..."

"Si, quel KYgel posso anche capirlo, anche se non ti ho ancora detto che sono d'accordo con le tue pretese, e che sono convinta che a me farà male, altro che piacermi, ma il Nalu, e poi... i profilattici....?"

"Posso parlare?"

Assunsi un'aria alquanto scocciata.

"Ti ascolto."

"Le cose vanno fatte con metodo. Nalu è una pomata che unisce a doti lubrificanti anche ottime qualità analgesiche ... chiaro?"

"Allora, il gel?"

"Piano, tesoro... una volta superato l'ostacolo psicologico, più che reale, non servirà più il Nalu... capito?"

"Diciamo di si... ma perché i profilattici?"

Mi sorrise maliziosamente.

"Non vorrai anestetizzare anche il mio povero pisellino!"

"Chiamalo pisellino quella sorta di torpedine ... Nino, non sono convinta della facilità che sostieni e ancor meno del soddisfacimento che io, io, ne avrei..."

"Provare non nuoce. Bambina, e ti prometto che non farò nulla che tu non vorrai..."

"Mah... vedremo..."

Mi abbracciò, mi carezzò appassionatamente il seno, da sopra il vestito, scese al ventre, al pube... e poiché non riuscii a mantenere ben serrate le gambe, dette una eloquente e bella ravanata anche al mio inquieto sesso.

Mi prese per mano.

"Allora, sorellina, andiamo?"

"Adesso? Subito?"

"Carpe diem quam minimum credula postero... ricordi? fidando il meno possibile nel domani".

Già... domani... perché attendere?

Lo seguii docilmente, andai nel bagno, e quando tornai lui era già a letto, nudo come un verme e sul comodino aveva pronti gli intrugli comprati in farmacia.

ULISSE
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