L'estate Bollente Pt. 01

Informazioni sulla Storia
Conosco la zia e le sue figlie.
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I fatti che seguono si riferiscono all'estate in cui ho compiuto 19 anni e sono stata mandata da mia madre a trascorrere le vacanze estive presso sua sorella che vive in una nota località di mare.

Mia zia ha due figlie, mie cugine, della mia stessa età nate gemelle e molto belle.

Quando sono arrivata a casa della zia sono stata accolta molto bene e mi è stata assegnata la stanza di Rosa che per i mesi estivi in cui ci sarei stata io si è trasferita nella stanza della sorella Marta.

La zia era una donna molto sexy e sensuale di aspetto assai più giovanile rispetto ai 45 anni che aveva. Lo zio era da anni andato a vivere all'estero e la si era fatto una nuova famiglia e non era più tornato.

Io ero molto felice di trascorrere quei giorni al mare con la famiglia di mia zia e, come avrei scoperto con immenso piacere, lo sarei stata ancora di più in seguito.

Le giornate sin da subito presero a divenire sempre le stesse e ci si annoiava un po' tutte. Giocavamo a pallavolo, andavamo in spiaggia, componevamo puzzle e cose del genere in un tempo in cui non esistevano congegni elettronici e internet.

Un giorno però cambiò completamente tutta la prospettiva delle vacanze innescando un susseguirsi di vicende eccitanti.

Una sera eravamo già tutti a letto. Io ero nella mia stanza quando ho cominciato a sentire dei lamenti provenire dal corridoio. I lamenti erano interrotti da un piagnucolio insistente come di chi chiede insistentemente qualcosa. Incuriosita dalla cosa sono uscita dalla mia cameretta e senza fare il minimo rumore sono andata in cerca di chi facesse quei rumori.

In lontananza vedevo che dalla porta del salotto filtrava una debole luce e che i rumori che sentivo sembravano provenire proprio da quella stanza. Mi avvicinai senza emettere il minimo rumore e mi appostai di lato della porta che era parzialmente aperta e da lì potevo vedere l'interno della stanza senza essere vista. All'interno vidi mia zia seduta sul grande divano. Davanti a lei in ginocchio c'era mia cugina Rosa che con voce supplicante chiedeva qualcosa a sua madre con voce sommessa al punto che non capivo le parole. Sua madre rimaneva immobile ed impassibile e la guardava con sguardo severo.

Poco dopo, la zia afferrò di scatto la figlia per l'avambraccio e la sollevò in piedi per poi strattonarla giù fino a che non fu a pancia sotto sulle proprie ginocchia. Mia cugina iniziò ad ansimare senza smettere di piagnucolare. La zia sollevò la canottiera della figlia e con un gesto brusco le abbassò violentemente le mutandine scoprendole il sedere più bello che avessi mai visto sino a quel momento.

Dopo aver calato le mutandine della figlia, la zia alzò il braccio sopra la testa e sferrò un sonoro sculaccione a quelle natiche angeliche lasciandovi un'impronta rosea. Mia cugina, contrariamente a quanto mi aspettai di sentire, non gridò né pianse ma emise un gemito di quelli che avevo sentito solo in certi filmini per adulti che mi era capitato di vedere quando alcuni miei compagni di scuola fecero uno scherzo di cattivo gusto a me e alle mie amiche sostituendo una cassetta VHS di un film romantico con quella di un porno.

Io rimasi attonita e immobile come una statua di sale mentre vedevo la zia sferrare altri colpi sulle natiche di Rosa che era costretta a contare i colpi ricevuti e che udii dovessero essere non meno di venti. Le natiche della poverina erano oramai divenute di un rosso acceso e, con mio sommo stupore e curiosità, vidi che dalla sua fica scendevano delle grosse gocce di umore che formavano delle lunghe striature trasparenti lungo le sue cosce. Mi spostai leggermente per avere una visuale migliore e quando ebbi il suo deretano davanti al mio sguardo vidi che mia cugina aveva infilato una mano tra le gambe e si era infilata due dita nella fica e se la stava masturbando furiosamente sotto gli implacabili colpi della madre che non smettevano nemmeno per un istante e che rimbombavano per la stanza come sferzate di una frusta.

Mentre assistevo quello spettacolo anziché inorridire provai un piacere sessuale profondo provenire dalla mia fica e che sconvolgeva la mia giovane mente. La mia mano scese tra le mie gambe quasi seguendo una sua propria volontà. Le mie dita si infilarono sotto l'elastico delle mutandine di cotone bianco che indossavo in quel momento. Superai la rada peluria sottile che ricopriva il mio monte di Venere sino a toccare le pieghe che delimitavano quella spaccatura nera e profonda che conduce all'abisso dei miei sensi. Ero bagnata in modo indecente e i miei umori avevano già formato una larga macchia umida nelle mutandine. Le dita della mia mano esplorarono le mie cavità come se fosse la prima volta mandando al mio cervello lampi e tuoni di orgasmo. Finii per seppellire due indice e medio più profondamente che potei nella vagina madida, bollente e socchiusa e senza alcuna resistenza le sprofondai sino a sbattere contro l'imene ancora intatto che mi impediva di aprirmi il passaggio sino alle nocche senza sentire dolore. Col pollice di quella stessa mano mi masturbavo il clitoride orrendamente proteso all'esterno del suo prepuzio. Lo sentivo duro come una biglia di vetro e con il polpastrello scivolavo sopra di esso provocandomi spasmi di piacere violenti. L'altra mano era a terra per impedirmi di cadere rovinosamente sul pavimento poiché le ginocchia già da un po' non erano più in grado di sostenermi in piedi.

Me ne stavo lì accucciata con la mano ficcata nella bocca della dea mentre guardavo mia zia sculacciare mia cugina Rosa che a sua volta se ne veniva ogni tanto masturbandosi. Ad ogni orgasmo mia cugina perdeva il conto e si ricominciava con la madre che sferrava i suoi colpi implacabili sul suo culo mentre lei riprendeva a masturbarsi fino a un nuovo sconvolgente orgasmo. Io, dal canto mio, ero già venuta due volte quando lo scenario cambiò.

Mia zia interruppe il supplizio e fece girare Rosa a pancia in su in modo che la testa poggiasse sulle sue ginocchia. La zia divenne molto dolce con lei e le sussurrava parole dolci mentre con una mano le accarezzava i bei capelli biondi che le scendevano in una chioma folta e ondulata. La zia si sbottonò il vestito e con un movimento fece i seni che la figlia inizio a succhiare come un lattante. LA scena mi provocò nuove sensazioni e sentii che la mia fica tirava nuovamente tra le mie gambe.

Mentre Rosa succhiava i capezzoli e leccava i seni che la madre le porgeva vidi che la zia con una mano continuava ad accarezzare i capelli della figlia mentre l'altra la fece scivolare tra le gambe della ragazza. La donna muoveva le dita affusolate in modo sapiente e toccava quella fica in un modo magistrale. Le due dita che aprivano l'apertura della vagina presto diventarono tre mentre il pollice massaggiava il clitoride con movimenti circolari e costanti. Feci anch'io la stessa cosa su me stessa e dovetti resistere non poco per non emettere lo stesso intenso gemito che uscì dalla bocca di Rosa.

Ero completamente assorbita dalla situazione che non mi accorsi che alle mie spalle si era nel frattempo materializzata la gemella Marta che mi premette una mano sulla bocca per impedirmi di urlare mentre con l'altra mi cinse violentemente impedendomi ogni movimento o fuga. Sentivo il suo profumo promanare dal suo corpo e dai suoi capelli e anziché provare paura quella svolta improvvisa mi fece eccitare ancora di più di quanto non lo fossi appena prima.

Marta mi parlò sommessamente ad un orecchio: "Ti piace quello che vedi porcellina?!" Io annuii con un movimento della testa non potendo emettere alcun suono dalla mia bocca tappata con forza dalla sua mano.

"Fanno così quasi tutte le sere." Proseguì Marta con un bisbiglio appena percettibile. "Mia sorella dice alla mamma di meritare una punizione perché è stata una cattiva bambina e la mamma la punisce. Sempre. Ovviamente è uno stratagemma per masturbarsi e venire masturbata dalla mamma. Mia sorella ne ha un bisogno viscerale per placare la sua ninfomania e il bisogno di orgasmi violenti."

Io ero bagnata al punto che le gocce avevano iniziato a colare sul pavimento. Mia cugina Marta mi disse: "Adesso ti toglierò la mano dalla bocca e ti pregherei di non dire o fare nulla se non voi che la mamma ci scopra ponendo fine a quelle che vedo essere gioie che stai condividendo anche tu considerato che hai una mano ficcata tra le gambe e che ho visto tutto anche i tuoi orgasmi." Rimasi impietrita e, nuovamente, annuii con un movimento della testa.

Marta liberò la mia bocca sostituendo la sua mano con la sua bocca. La sua lingua bollente toccò la mia provocandomi un orgasmo istantaneo che ella soffocò premendo ancora più forte le labbra contro le mie e la sua lingua contro la mia. Smise di cingermi mentre mi scioglievo tra le sue braccia. "Non smettere di guardare." Mi disse con un sussurro appena percettibile nonostante la nostra grande vicinanza. "Adesso voglio che continui a guardare mie sorella che succhia le tette di nostra madre mente quella le tocca la fica".

Così feci girando nuovamente la testa verso quello spettacolo erotico che proseguiva senza interruzione alcuna. La zia proseguiva masturbando la figlia interrompendo quel massaggio solamente per portarsi le dita bagnate alla bocca per sentire il sapore di fica di quegli umori. Ogni tanto faceva la assaggiare le sue dita madide di umori a Rosa stessa che assaporava dalle dita della propria madre il sapore della propria fica.

Mentre guardavo compiersi il destino di sua sorella, Marta prese a masturbarmi allo stesso modo in cui la madre faceva con quella. Sentivo le sue dita insinuarsi nella mia fica fino a farmi dolere l'imene e io crollavo tra le sue braccia venendo con convulsioni violente. Marta mi tratteneva dal cadere e mi baciava il collo toccandomi i piccoli seni da diciannovenne ancora vergine che formavano un discreto rilievo sul mio petto.

Ma la cosa che distrusse ogni mia convinzione sull'anatomia della donna fu scoprire la complessa natura di Marta. Mentre questa mi cingeva da dietro sentii una protuberanza spingermi contro le natiche. La sensazione era del tutto simile al rigonfiamento che un maschi ha tra le mutande quando ha un'erezione. Trattenni un grido e feci per girarmi di scatto quando venni trattenuta da Marta che mi bloccò nuovamente con la schiena contro il suo petto. I suoi seni, ben più grossi dei miei, premevano contro la mia schiena e sentivo i suoi capezzoli durissimi incuneati tra le mie scapole.

"Mi dispiace che tu l'abbia scoperto in modo così inaspettato!", mi disse con un sussurro coperto dai gemiti di Rosa che se ne veniva toccata abilmente dalla madre. "Devi sapere che sono nata femmina ma con una malformazione per cui ho la vagina quasi del tutto ostruita e un clitoride, ehm, diciamo, molto più grosso del normale". Passai una mano libera dietro la schiena e sentii quella protuberanza durissima sotto le mutandine di Marta. Scostai le mutandine e ne sgusciò fuori un piccolo "pene" che toccai provocando in Marta dei piccoli contorcimenti. Il suo respiro era pesante e gemeva mentre con la mano tastavo delicatamente quell'asta che mi sembrava lunga una quindicina di centimetri e che, per quanto mi riguardava, dalla consistenza, durezza, lunghezza e grossezza avrebbe fatto invidia a molti uomini.

Toccavo quel cazzo con il piacere che si prova ad esplorare nuove esperienze. "Vacci piano!" Mi disse con voce soffocata. "Se continui così potrei venirti addosso e, credimi, faremmo un gran casino sul pavimento perché, ecco, vengo molto."

"Cosa vuoi dire con 'vengo molto'?!" chiesi a mia volta.

"Vuol dire che nel venire dal clitoride schizzo una gran quantità di sperma ecco cosa vuol dire"

"Ma sei una femmina non puoi" dissi io.

"Non è come quello dei maschi, è più fluido e liquido ed è come se fosse sperma ma senza gli spermatozoi." Mi disse "Al posto delle ovaie ho dei rudimentali testicoli che producono solo liquido seminale senza seme ed essendo ogniuno grande il doppio del normale ne produco tantissimo!"

Mentre ascoltavo Marta che mi spiegava del suo phallus muliebris non smettevo di smanettarle il cazzo che cresceva sempre più grosso e duro tra le mie mani. Infine mi sollevai un po' per montarci sopra a cavalcioni. La sua cappella dura e rotonda si incuneò immediatamente dentro la mia vulva quasi avesse una volontà propria. "Sei sicura di quello che vuoi fa...ahhh" Marta non riuscì a terminare la frase che il suo cazzo scivolò nella mia fica dilaniandomi l'imene provocandomi un intenso dolore acuto che soffocai tappandomi forte con entrambe le mani.

Il dolore non durò a lungo e fu presto sostituito dall'intensa sensazione di avere la fica riempita da quel cazzo bollente e duro come pietra. Fu così che realizzai di avere appena perso la verginità con una femmina.

Marta divenne straordinariamente irrequieta e iniziò a muoversi spingendomi il suo cazzo femminile dentro la fica provocandomi ora un piacere intenso e mai provato prima. Presto finii carponi con lei che mi afferrava i fianchi e mi scopava da dietro facendo scorrere il cazzo dentro di me per tutta la sua lunghezza con spinte vigorose e ritmiche. "Ahhh, Marta! Se continui così mi farai venire!" Ma lei non accennava a smettere e mi pompava la fica così bene che mi ci volle meno di un minuto per venire. Il mio orgasmo arrivò potente e violento come un colpo di mazza in testa. Le ondate orgasmiche mi investivano come una marea incontrollabile. Non avevo mai provato nulla di simile masturbandomi nemmeno nei momenti in cui ero eccitata al massimo.

Il mio orgasmo provocò quello di Marta che se ne venne altrettanto violentemente spruzzandomi la sua linfa bollente nella fica. Mi riempì a tal punto che lo sperma di Marta fuoriuscì in grande quantità come la cuginetta mi aveva promesso.

Mentre venivamo all'unisono io e Marta assistemmo all'ennesimo orgasmo della zia, la loro mamma, che nel frattempo aveva spalancato le sue gambe per permettere alla figlia Rosa di leccare e succhiare quella stessa fica che diciotto anni prima l'aveva messa al mondo.

Il cazzo di Marta, placatosi, si indebolì e mi scivolò fuori sgocciolando ancora sperma. Mi girai e con solerte dovizia lo presi in bocca e lo ripulii succhiandone il frutto il cui sapore era deliziosamente agrodolce e mescolato al sapore speziato della mia fica.

Mentre la zia faceva altre coccole alla figlioletta, io e Marta riprendemmo le forze e recuperammo un asciugamano per detergere il pavimento e poi filammo nelle rispettive camerette scambiandoci un intenso bacio alla francese ripromettendoci di proseguire il "discorso" il giorno dopo.

Sentii la zia spegnere la luce e il rumore di passi mentre accompagnava Rosa a letto per poi andare nella propria camera. La luce si spense e dormimmo tutti beatamente.

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