La Mamma è Sempre la Mamma. 07

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Il babbo staccò il preservativo pieno dal cazzo, lo chiuse con un nodo, e lo appoggiò in terra, prese la scatola, e ne scartò un'altro, nel frattempo mamma si stava lamentando sempre più, quella troia era un misto tra mugolii e e sospiri profondi, da una parte implorava il babbo di fermarsi, dall' altra sbavava dal piacere.

Il suo palo di carne era calante, facendo una curva perfetta verso di me, mettendo in mostra l'enorme meato uretrale, probabilmente dalla violenta sborrata che aveva avuto, era rimasto ben dilatato, largo tanto da poter usarlo come porta penne.

Adesso te lo faccio tornare nuovamente duro, sono convinto che il tuo bambino appeso, dopo qualche pompata energica, torna subito al suo splendore.

Fermo.... ah, si....fermo dai....mmmmm, si dai....arresta le tue mani ti pregooooo....mmmm, dai continua, più forte, dai, stringilo di più, mettici più forza Mauro, ancora, ancora, non fermarti ti prego!!

Devo riconoscere che il babbo non si sbagliava, quella troia era una potenza della natura, è un'amazzone scatenata, dopo un carico come aveva appena scaricato, non avrei mai immaginato che avesse ancora la virilità per continuare... Io, scosso ed eccitato nuovamente, mentre il mio cazzetto stava trovando la forza per alzare nuovamente la testa, il mostro di mamma, si ergeva ad un ritmo furibondo, dando delle frustate così energiche che il babbo era costretto ad assecondarle per non perdere la presa.

Il babbo conosceva benissimo mamma, se lei avesse veramente voluto fermare la masturbazione, lui non avrebbe mai fatto una cosa contro il suo volere, era troppo innamorato di quella donna, e non gli avrebbe mai fatto niente di male, ma la decisione che aveva preso, era per il suo bene, da noi esiste un detto, " il medico pietoso, fa' la piaga puzzolente", bhe, stasera mio padre era come un medico per lei, e la stava solamente aiutando a non avere una settimana d'inferno come quella appena trascorsa.

Continuò a menare quel pene disumano fin quando la troia cominciò di nuovo ad ansimare ed emettere gemiti, mugolii, ed urli, così da fargli capire che era giunto il momento di inserire un nuovo preservativo, e di lì a poco, sparò nuovamente un enorme carico, forse non proprio come quello di prima, ma sempre una quantità inaccettabile per un umano.

Il babbo si spostò, e si sollevò dalla coscia sulla quale era a cavalcioni, aveva una forte erezione, il suo cazzetto da 16 centimetri in tiro non passò inosservato neppure alla mamma, ed anche se lei era in uno stato catatonico, non riuscendo più a parlare, con il respiro forte e profondo, cercò di tirarsi su, appoggiando bene le spalle sulla sponda del letto, poi deglutendo un po' di saliva si schiarì la voce, e con tono caldo e deciso, ordinò di essere slegata.

Lui allungò le mani per togliere la pesante ampolla di sperma bianco candido dalla punta del suo cazzone pendente, e lei che apparentemente sembrava ormai disconnessa, diete una frustata al suo palo, togliendolo dalla presa del babbo, e gli sussurrò:

Mauro, amore, togli le manette..

Io pensai che volesse andare al bagno per farsi una doccia, e gettare lo sperma nel lavandino, ma mi sbagliavo di grosso.

Il babbo annuì, spostandosi come un cucciolo frustrato alle quattro sponde del letto, con il cazzetto che oscillava come un pappagallino in gabbia, la mamma invece lo osservava senza spostare la testa, e ruotando solamente gli occhi per non perdere la piccola tenda nella t-shirt di lui.

Lui disse: bene luci, ho finito adesso sei libera.

La mamma riprese coscienza del suo corpo, rannicchiando gli arti e poi allungandosi di nuovo,si voltò dalla parte del babbo con quel cazzone pendente sotto i 45 gradi, l'ampolla spermatica gonfia si allungava fino ad appoggiarsi alle ginocchia, lei chiuse gli occhi per un secondo, e lì riaprì alzando la testa per guardare il viso del suo schiavo, e come si dà uno zuccherino al proprio cavallo quando ha fatto il suo dovere, alzò la maglietta con entrambe le mani, e diede un bacio con le sue carnose labbra alla piccola cappella del membro eretto.

Il babbo fece un passo indietro, come per lasciar spazio allo scettro una volta che si sarebbe alzata, ma la mamma fece una cosa che stupì tutti e due.

Ruotò il busto, mettendosi prona nel letto, appoggiò i palmi e le ginocchia sul materasso, e come fa' un gatto quando lo si accarezza dal collo verso la coda, inarcò la schiena in modo osceno, mettendo tutto quel ben di Dio alla mercé del babbo.

Lei non disse una parola e rimase ferma così, con un' espressione goduriosa nel viso, vidi il babbo riempirsi di gioia mentre si toglieva completamente la maglietta.

Il messaggio era chiaro, più esplicito di così non era possibile, la cagna non aveva ancora finito, voleva godere ancora!

Lui le appoggiò le mani nelle enormi natiche, si sputò nel cazzetto, e lo avvicinò a quella passera grondante di umori, strusciò l'asta sull'entrata vaginale, e come immergere un biscotto nella tazza, entrò dentro senza la minima fatica, sicuramente quella figa così lunga e gonfia, doveva essere enorme, probabilmente, se era stata dotata di un così grande pene, pure tutte le altre parti intime dovevano essere proporzionate.

Senza perder tempo, l'intensità dei colpi del babbo furono violenti e "profondi", naturalmente profondi, per ciò che poteva concedersi, la mamma sollevò una mano, prima si prese tra le dita un capezzolo, sfregandolo sulle lenzuola con forza, poi allungò la mano sotto al ventre, e facendo da parte palle e cazzo, allargò la sua passera infuocata, afferrò il clitoride, e lo massaggiò per quasi tutta la scopata.

Mentre osservavo con stupore il violento amplesso, non potei non far caso ad una ripresa di vigore del membro calante, quando io pensavo che ormai fosse esausto, cominciò ad oscillare e tornare nuovamente turgido, neppure la gravità, neppure il peso che aveva attaccato alla sommità potevano riuscire ad abbassarlo, e in quella che fu una manciata di secondi, lo vidi sollevarsi parallelo al terreno, sbattendo con forza sul petto di mamma.

NON ERA POSSIBILE!! NON VOLEVO CREDERCI, NON RIUSCIVO A CAPIRE DA DOVE PRENDEVA TUTTA QUELLA FORZA, AVEVA UNA VIRILITÀ INFINITA, LA MAMMA ERA VERAMENTE CAPACE DI COSE STRAORDINARIE!!

Vidi la faccia di mio padre contrarsi, era prossimo a venire, la mamma voltò verso lui lo sguardo, rendendosi conto della situazione, e con un possente balzo si mise seduta di fronte a quel cazzetto fradicio di umori, e come il pescecane con Pinocchio, lo fece sparir dentro la bocca in un sol boccone.

Lui strinse le natiche, e riempì di seme la bocca di mamma, lei, a cui era stato dato il compito di far venire entrambi, strappò con forza il preservativo dal suo cazzone, e con entrambe le mani avvolte attorno alla cappella ed oscillando come una pazza, cominciò ad sparare una quantità di sperma superiore pure alla prima sborrata, gli schizzi esplosero ovunque, i primi andarono così in alto che si attaccarono come colla da manifesti al soffitto, poi addosso a mio padre, specialmente nel petto e sotto al mento, continuò così per quelle che potevano essere 30 cordate spesse di brodo caldo, ansimando ed urlando dal piacere.

Io ero pietrificato dopo lo spettacolo che avevo appena visto, come si fa' per una sensazionale orchestra, avrei voluto chiedere il bis battendo le mani, ma ero più esausto di mamma, i due complici rimasero per cinque minuti in quella situazione, gocciolanti di piacere ovunque, poi lei con le mani avvolte ancora a quel cazzone, con un filo di voce disse:

Mauro ci sei? A questo giro abbiamo fatto proprio un bel casino....

No amore, il casino l'hai fatto tu ed il tuo amico!

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