Ilse 02

Informazioni sulla Storia
Mistress win stud with amazing footjob technique.
3.8k parole
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00

Parte 2 della serie di 5 parti

Aggiornato 05/02/2022
Creato 09/13/2010
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II

Ilse si alzò e, a fatica, si diresse verso la propria stanza. In pochi minuti si lavò accuratamente ed indossò la biancheria desiderata da Marco. Guepiere in pizzo nero trasparentissima, perizoma ridottissimo ed impalpabile, Calze di puro nylon con la cucitura posteriore. La figa ancora le doleva e non era sicura di poter reggere un altro assalto. Si ripresentò con le scarpe in mano. Non erano le tradizionali decoltè ma una scarpa che sapeva essere profondamente erotica per ogni uomo. Nere, tacco a spillo in metallo, cinturino alla caviglia sorretto solo da una striscia di pelle nera che copriva il tallone. La parte anteriore era chiusa e con una punta fortemente acuminata, mentre la parte centrale era di una larghezza ridottissima. In questo modo il piede era praticamente nudo dall'attaccatura delle dita sino al tallone. Sapeva che erano terribilmente eccitanti per ogni uomo. Le mostrò a Marco che se ne stava pigramente sprofondato sul divano, dondolandogliele davanti agli occhi.

- Queste però me le metti tu.

Marco le osservò bene ed il suo cazzo ebbe un sussulto.

- Merda che figata. Ma dove le hai trovate. Con queste ai piedi mi farai bollire lo sperma nelle palle.

- Allora mettimele che vediamo se siamo capaci di svuotartele.

- Ah no. Per quello ci vuole altro. Credo che le scaricherò nel tuo culo.

Prese le scarpe dalle mani di Ilse che sollevò una gamba posandogli il piede in grembo, direttamente sul cazzo turgido. Iniziò a strofinarglielo con lentezza ma continuamente, ben sapendo che il contatto liscio del puro nylon non avrebbe lasciato Marco insensibile. In effetti l'uomo si accoccolò sotto il suo piede e prese a godere di quel massaggio feticista e un po' strano. La straordinaria compattezza e sericità del nylon donava al suo cazzo sensazioni fortissime e lo spettacolo erotico offerto dal corpo di Ilse, inguainato nella stretta guepiere di pizzo era straordinariamente erotico.

- Mmmmmmmmm direi che le scarpe possono aspettare.

- Allora distenditi sul divano che ti masturbo.

Marco seguì la richiesta di Ilse e lei si sedette sullo schienale con entrambe i piedi sul suo cazzo. Prese a massaggiarlo con cura, circuendolo con entrambe i piedi e lisciandolo per tutta la sua lunghezza. Nel masturbarlo aveva cura di scorrere sempre sul prepuzio e sul sottile filetto che lo collega alla cappella. Dopo pochi minuti questo massaggio mandò Marco in estasi. Iniziò a gemere ed ansimare come non gli capitava mai. Era abituato a tutti i tipi di amplessi, sensuali, violenti, aggressivi, dolci ma non aveva mai sperimentato una masturbazione così erotica ed eccitante.

- Cazzo, come sei brava con i piedi. Continua, continua. E bellissimo. Mmmmmmm da godere in eterno.

- E allora goditela. Te lo meriti stallone mio. Mi hai scopato in maniera fantastica e ho goduto come non mai. Lascia che sia io ora a donarti qualcosa. Rilassati e godi.

- Ma perché? Credi di essere in grado di farmi venire così? Non credo proprio.

- Tu rilassati e godi. Poi vediamo se sono capace di farti venire.

Quasi divertito Marco socchiuse gli occhi e si godette il massaggio di quei piedi favolosi. Non sarebbe stato così tranquillo se avesse visto lo sguardo sornione con cui Ilse lo guardava.

"Sii. Goditelo tutto il massaggio, goditelo. Quando avrò finito il tuo cazzo sarà inservibile Stronzo!" Pensò Ilse dentro di sé. Sempre con continuità prese a premere maggiormente sul cazzo dell'uomo, sempre avendo cura di strofinare filetto e prepuzio con il rinforzo scuro delle calze che delineavano la suola del piede. Continuò a lungo in questo modo sempre premendo più forte sino a premere il cazzo di Marco contro il suo ventre. Poi iniziò a sostenere il cazzo con il collo di un piede mentre con il secondo premette sul prepuzio. A questo punto Marco ebbe un sobbalzo.

- Dio che bello! Mmmmmm fammi godere così. Da impazzire. Mmmmmm

- Si mio bello stallone goditelo, vedrai che ti farò veramente impazzire. Godi, godi, bel cazzone.

Travolto da quella masturbazione così sensuale ed intensa Marco non si accorse cosa stava succedendo al suo amato cazzo. Ilse aveva cura di strofinare con forza la cucitura delle calze sul prepuzio ed il filetto e questo in breve avrebbe irritato la pelle, sensibilizzandola al punto di farlo venire ad ogni tocco. Purtroppo però per Marco con la pelle così irritata, il massaggio sarebbe diventato dolorosissimo prevenendo l'orgasmo. Era una tecnica che Ilse aveva usato già più volte in passato e sempre con gli stalloni più potenti che l'avevano messa in difficoltà. Poteva andare avanti ore con quella masturbazione sino a rendere il cazzo dell'uomo una spranga di ferro durissima ma incapace di venire per il dolore che provava. Era arrivata al punto di far sanguinare la pelle tumefatta, prima di far esplodere il maschio in un devastante orgasmo dolorosissimo. Dopo una buona mezz'ora di questa masturbazione Marco iniziò a sentirsi a disagio. Godeva come un pazzo ma il cazzo iniziava a dolergli. Nonostante questo non era in grado di muoversi da sotto quei piedi fantastici che gli stavano regalando una sensazione paradisiaca. Il suo ventre iniziò a fremere come nell'imminenza di un orgasmo

- Cazzo, godo, godo, mi stai facendo venire così. Cazzo godo, godooooooooooooooooooooooo.

- Nooooo, non verrai mio stallone. Devi ancora godertela

Così dicendo Ilse gli ficcò le unghie del piede nel prepuzio ed il dolore ricacciò in gola a Marco l'orgasmo

- Bastarda. Adesso capisco, bastarda, è il tuo turno eh!

- Siiii e il mio turno di farti godere, godere, godere, sino ad impazzire.

- Ma tanto alla fine ti sfondo il culo sai, troia! Non penserai che una sega con i piedi possa farmi qualcosa

- Siiii. Non ti preoccupare adesso. Il mio culo è qui che ti aspetta. Aspetta il tuo cazzone che lo sfondi e lo stantuffi per bene. Ma adesso godi, godi. Godi mio stallone.

Ripetè l'operazione un numero infinito di volte, portandolo sempre al parossimo dell'orgasmo, per poi ricacciarglielo in gola con le acuminate unghie laccate di rosso. Intanto la pelle del cazzo diventava sempre più tumescente ed irritata. Gocce di sperma presero a colare incontrollate dal cazzo dell'uomo, senza che lui potesse trattenerlei. Il corpo intero di Marco prese ora a fremere di godimento. I muscoli scattavano incontrollatamente mentre dalla bocca iniziarono a uscire gemiti continui e sommessi. Il cazzo gli doleva adesso in modo molto marcato e la masturbazione di Ilse iniziò ad essere ancora più decisa. Muoveva il piede lentamente ma premendolo con forza e continuò a trattarlo in quel modo con deliberata ferocia. Sentendo il dolore aumentare ancora Marco desiderò raggiungere l'orgasmo il prima possibile. Per contro desiderava che quella sensazione così straordinariamente erotica non finisse mai.

- aaaahhhhh, cazzo come godo. Dio che meraviglia. Ma che bella troia che sei. I tuoi piedi sono fantastici....... Cazzo da impazzireeeeeeeeeeeee.........eeeee................eeeee

- Siiii, sono la tua troia, la tua puttana ed i miei piedi ti faranno impazzire

- Fammi godere, voglio godere!

- Ti faccio godere non ti preoccupare! Devi solo resistere ancora un po' e poi ti faccio godere come non ha mai provato.

- Nooooooo, adesso! Voglio godere adessooo! Voglio venireeeee.

- Verrai tutte le volte che vorrai e anche di più, te lo prometto....... Ma quando lo vorrò io, mio stallone.

Così dicendo concluse piantandogli nuovamente le unghie nel prepuzio, questa volta con una ferocia inaudita. Il corpo di Marco scattò violentemente mentre dalla bocca gli sfuggì un urlo strozzato. Piccole gocce di sangue comparvero sulla pelle del prepuzio e della cappella, ormai irritate quasi alla lacerazione.

- Bastarda! Puttana! Mi stai ammazzando così! Mi fai male troia!

- Noooo, non ancora, e solo l'inizio. Adesso tocca a te soffrire un poco. Credi che non mi facesse male la figa quando mi sfondavi con il tuo cazzo? Eh bastardo? adesso soffri, soffri stronzo!

- Aaaaarghhhhhhhhhhhh. Oooooooooooohhhhhhhhhhh. Fammi godere, voglio venireeeee.....eeeeeeeeee..........eeee

- Mi sa che come stallone inizi a perdere i colpi eh! Bastano i miei piedi a domarti. Forse sei un po' bolso eh, stronzo!

Marco adesso ad aver perso completamente il controllo. Dalla bocca gli uscivano solo gemiti ed urla, frasi sconclusionate. Il cazzo gli doleva da impazzire come se mille spilli acuminati fossero piantati nella cappella. Le contrazioni del ventre erano praticamente continue ed inesauribili presagendo un orgasmo poderoso che però non arrivava mai. Gli sembrava di sentire ribollire lo sperma nella palle che iniziavano a dolergli anch'esse. La frustrazione che provava era estrema e mai gli era capitato di sentirsi così sovrastato sessualmente da una donna. Si sentiva completamente alla sua mercè, umiliato e dominato. Ma Ilse continuava con sistematica ferocia, senza mai fermarsi, senza una minima interruzione. Sapeva che l'uomo stava per crollare, ne scorgeva i segni dalla sua faccia contrita e sofferente, dal suo ventre in perenne contrazione, dalle sue gambe che scattavano incontrollate, dalle urla e i gemiti che esplodevano gorgoglianti dalla gola, con una voce strozzata dal godimento e dal dolore. Accelerò leggermente la masturbazione pronta a farlo esplodere al minimo segno definitivo di cedimento. La pelle del cazzo era ormai così tumefatta e sensibile che sarebbe stato facilissimo farlo venire tutte le volte che voleva e come voleva, oltre ogni possibilità di resistenza, sino a vuotargli le palle e rendergli il cazzo inservibile a lungo. Si preparò posizionando un piede sulle palle dell'uomo mentre continuava a sfregare e premere la cucitura in rilievo sul prepuzio lacerato. All'ennesima pressione delle unghie acuminate Marco cedette di schianto.

- aaarghh! Bastaa! Bastaaaaaaaaaaaaaaa! Non ce la faccio piùùùùùùùùùùùù! Fammi venire! Per favore! Ti prego, Ti preeeeeggoooooooooooooo!

- Ah, Ah adesso mi preghi anche eh, stallone? Si adesso, adesso ti faccio venire. Ma devi chiedermelo per pietà, dai stronzo! Dai bastardo! che poi ti faccio venire sino a che ti ammazzo. Ti vuoto quel cazzo e quelle palle sino che non avrai più una goccia di sperma. Te lo spacco sino a rendertelo inservibile. Non ti si rizzerà per giorni. Bastardo. Altro che stallone da monta. Stallone da mungere! E adesso ti mungo tutto. Dai prega, chiedi pietà!

- Bastaaaaaaaaaaaaaa, ti prego, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, pietà pietà fammi venireeeee.....eeeee......eeeeeeeeeee. Per pietà, abbi pietà.........

Era oltre ogni limite e Ilse accelerò il movimento di masturbazione sul prepuzio e sulla cappella facendogli superare la soglia dell'orgasmo. Contemporaneamente prese a premere ritmicamente sulle sue palle come a volergliele ricacciare nel corpo, fra cazzo e buco del culo. Così facendo spremeva le palle costringendo tutto lo sperma a uscire forzatamente e stimolava dall'esterno la prostata dell'uomo per liberare quanto più seme possibile nel minor tempo possibile. Fu un orgasmo animalesco che proseguì per un buon minuto. Per quel lunghissimo minuto ogni contrazione era comandata dalla pressione sulle palle e dallo strofinamento sul prepuzio. Lo sperma schizzava ogni volta con getti potenti e copiosi. Sembrava non voler finire mai. Come in stato di trance Marco giaceva disteso gemendo ed urlando. Senza controllo superò una soglia di godimento che mai aveva provato e sparò una serie di orgasmi a raffica, continui, inesauribili, senza nessuna possibilità di fermarsi. Lo sperma fluiva adesso in modo continuo e gli sembrava che venisse direttamente strappato dalle sue palle ormai dolenti. Ma Ilse non si fermava. Senza nessun segno di pietà continuava a lavorarlo con ferocia, facendolo venire a suo piacimento.

- godi adesso eh! Godi! Siiiii vieni, vieni! E adesso ti faccio venire quanto voglio. Guardati stallone! Stai morendo, adesso ti schianto.

- Mmmmmmmmmmpppppppf, aaaaarrrgh Ooooooooooh

- E così siamo 2 set a 1, come ami dire tu. Ma non so se sarai in grado di farne altri. Forse vinco per abbandono!

Marco non era in grado di reagire. Il suo corpo giaceva ora inerte, fremente e sfiancato dai continui orgasmi. Non aveva neanche idea di quanti fossero stati. Non capiva più nulla e per lui esistevano solo quei fantastici piedi inguainati dal nylon. Si acquietò dopo lunghi minuti, quando il rivolo di sperma si ridusse a poche stentate gocce che Ilse continuava a strappargli dalle palle ormai vuote. Vedendolo vinto smise di masturbarlo ma non fece l'errore di lasciarlo rifiatare. Doveva assalirlo adesso, nuovamente, in modo da sfruttare il vantaggio. Ma prima voleva umiliarlo un poco. Si sedette sul divano fra le sue gambe e gli serrò il cazzo tumescente con una mano. Poi estese la gamba e gli mise il piede con la calza sporca di sperma direttamente sulla bocca.

- Adesso lecca, lecca bene! Pulisci il tuo schifoso seme da queste calze, da questi piedi che ti hanno donato il paradiso.

Marco non aveva mai amato leccare lo sperma. Lo trovava umiliante, lui, stallone invincibile che passava il tempo a sfondare i culi delle donne. Cercò quindi di resistere ma Ilse serrò la cappella fra le unghie laccate di rosso e prese a conficcargliele come tante lame appena sotto il bordo. Il dolore fu atroce. Impossibile da resistere e mentre Ilse gli infilava forzatamente il piede in bocca iniziò a realizzare che adesso era lui il perdente. Leccò lo sperma dal piede seguendo i movimenti che Ilse imponeva.

- Oh adesso mi piaci! Sù da bravo! Lecca, leccali bene, puliscili tutti, li voglio lindi e lucidi della tua saliva. Mmmm uno stallone al mio servizio. Proprio quello che ho sempre desiderato. Lecca, lecca, bastardo!

Marco leccò ogni traccia di sperma da quel fantastico piede, inzuppando il nylon lucido con la sua saliva. La fragranza ed il profumo che ancora emanava era per lui inebriante. Mai avrebbe pensato che una donna potesse travolgerlo solo con i piedi. Ma Ilse si stava rivelando veramente una donna fantastica. Leccò a lungo godendo di quel piede e del nylon che lo inguainava.

Finalmente soddisfatta Ilse scese velocemente dal divano e lo afferrò per i capelli obbligandolo a mettersi seduto. Poi gli strinse il cazzo in mano e iniziò a masturbarlo lentamente. Era adesso più flaccido, ma ancora sufficientemente duro per penetrarla. Strofinò i polpastrelli e le unghie sulla cappella ed il prepuzio per verificare lo stato di sensibilizzazione del cazzo. Marco prese subito a gemere e dimenarsi, come infastidito da quelle carezze. "Perfetto" pensò Ilse "adesso lo scopo sino a quando non gli si rizza più!". Gli si sedette in grembo dandogli la schiena e si preparò a calarsi sul cazzo.

- Forza stallone! Ti aspettano altri orgasmi, o il tuo cazzo non ce la fa più"

Marco non era in grado di rispondere ed attese ansimante che la donna iniziasse a cavalcarlo. Ilse sapeva che sarebbe per lui stato dolorosissimo. Con la pelle del cazzo in quelle condizioni ogni strofinamento delle pareti vaginali sarebbe diventato una pena e a lei sarebbe bastato serrarlo con forza nella figa per farlo esplodere ogni volta. Orgasmo e dolore, sempre, come piaceva a lei, come era abituata a trattare i suoi stalloni da monta, sino a schiantarli. Si calò con forza, con un colpo secco. Il cazzo mezzo flaccido non era più in grado di sfondarle la figa. Marco urlò di dolore, rovesciò la testa e prese a gemere nuovamente. La pelle tumescente e lacerata inviava al suo cervello una dolorosa sensazione bruciante. Appena la donna iniziò a muoversi sopra di lui sentì un desiderio di eiaculare, anche se non era sull'orlo dell'orgasmo. Bastarono pochi affondi e non era più in grado di trattenersi.

- Allora stallone! Cosa mi dici adesso? Bello essere cavalcati? Ti faccio venire ancora, stronzo! Tutte le volte che voglio e quando voglio. Dai fammi vedere quanto resisti.

Marco cercò di resistere rispondendo agli affondi sollevando il bacino.

- Oh. Ma allora vuoi lottare ancora! Allora guarda come ti faccio venire!

Strinse le gambe portandole all'interno di quelle dell'uomo e serrò i muscoli pelvici con forza. Le pareti vaginali si chiusero sul cazzo come una morsa e al seguente affondo l'orgasmo proruppe violento. Ilse iniziò a lavorargli il cazzo stringendo e rilassando i muscoli pelvici, facendolo eiaculare ogni volta che li serrava. La donna sentiva lo sperma bollente colpirle la cervice. Evidentemente le palle di Marco non erano ancora prosciugate. Proseguì per alcuni istanti, poi riaprì le gambe e riprese a cavalcarlo liberamente. Il cazzo si stava afflosciando e lei doveva riportarlo almeno ad uno stato di semirigidità per continuare a scoparlo. Sollevò le gambe sino ad appoggiarsi sulle sue ginocchia con i piedi e prese a scendere sul suo cazzo con più forza. Accelerò al massimo il movimento stimolando l'asta del cazzo come più poteva. A Marco sembrava che il cazzo si stesse spellando ad ogni affondo ed i suoi gemiti di dolore erano ora nettamente più intensi. Il godimento selvaggio che lo pervadeva costringeva il suo cervello a desiderare un'altro orgasmo ma le palle gli dolevano ogni volta che Ilse le colpiva con le natiche nei suoi affondi. Contro ogni sua volontà il cazzo prese a pulsare nuovamente e Ilse scese dalle sue ginocchia serrando nuovamente le gambe. Un altro orgasmo squassò il suo ventre sfinito e questa volta ebbe la netta impressione che nessuna goccia di sperma sarebbe stata emessa.. Ilse lo stava ammazzando di sesso. Lo stava sfinendo a furia di orgasmi. Travolto si abbandonò sul divano mentre la donna riprendeva la posizione precedente, reiniziando a muoversi come una furia sopra di lui. Questa volta il suo cervello non provava più nessun desiderio. Nessun godimento veniva trasmesso dal cazzo tumefatto. Solo un dolore lancinante che coinvolgeva adesso anche le palle. Ilse se ne accorse. Lo stallone era allo stremo, quasi finito, bollito, vinto. Rallentò gli affondi e prese a muovere i fianchi circolarmente per variare lo stimolo. Poi accavallò le gambe, stringendole quanto più poteva e ruotò sul corpo dell'uomo. Marco sentì il cazzo torcersi nella morsa della figa ed eiaculò senza orgasmo. Digrignando i denti dal dolore e dalla frustrazione il suo ventre si contrasse spasmodicamente un numero infinito di volte. Ilse non sentì nessuno schizzo dentro la sua figa. Era chiaro che questa volta l'eiaculazione era stata assolutamente a vuoto.

- Ma come non vieni più stallone? Non ce la fai più? Guarda che io ho ancora tanta voglia. Voglio scopare con te sino all'alba, non vorrai mica fermarti ora? Forza! Dai, non sarai mica già spompo?

La bastarda si divertiva adesso a umiliarlo anche verbalmente dichiarandone la sua inadeguatezza ed incapacità. Sapeva di doverlo finire definitivamente. Ruotò ancora il bacino e si mise a cavalcioni sopra di lui, ma girata di 90 gradi. Le gambe sempre accavallate e serrate prese nuovamente a muoversi. Erano adesso affondi lenti, ritmati ma estremamente violenti. Marco ebbe la sensazione che il cazzo si stesse staccando ed in preda ad un deliquio stordente sentì nuovamente il ventre contrarsi. Venne ancora con contrazioni violente e stentate, senza provare più nulla. Solo dolore, al cazzo, alle palle, la cappella, il ventre. Scivolò sul divano sfinito, ansimando e gemendo. Non era più in grado di muovere nessun muscolo. Ilse si sfilò il cazzo ormai moscio e masturbandolo lentamente si rese conto che era veramente distrutto. Sull'orifizio della cappella alcune gocce di sangue raggrumate certificavano che le ultime eiaculazioni dell'uomo erano state assolutamente prive di sperma. Aveva iniziato a pompargli il sangue dalle palle. Era ormai fuori uso, le palle vuote ed il cazzo molle e schiantato. Sarebbero passati giorni prima che si sarebbe rizzato ancora in tutta la sua potenza. Ma la sfida non era ancora finita. In fin dei conti Marco non si era ancora arreso e non aveva ancora accettato il suo stato di domina. Era il momento. Si mise a cavalcioni della sua faccia assumendo la posizione del 69. Abbassò il bacino sul viso dell'uomo avendo cura di chiudergli il naso fra le natiche e posizionandogli la figa direttamente sulla bocca. Poi serrò il cazzo con le unghie sotto il bordo del prepuzio e prese a lisciare il filetto con l'unghia acuminata del medio. Con l'altra mano gli serrò le scroto appena sopra le palle, stringendole delicatamente. In questo modo poteva prevenire il movimento verso l'alto dei testicoli, tipico dell'orgasmo.

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