il viaggio attraverso Tiziana

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Corteggiamento e sesso
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il viaggio attraverso T, è un' impresa che richiede doti non comuni, ed uno spirito da viaggiatore, un viaggiatore come me, per esempio.

nel viaggio a me piace andare piano e sentire bene, è un gioco di armonie e ciò esclude l' andare di corsa, l' incapacità di ascoltare, l' ansia da prestazione, mentre richiede intensità, amore, dedizione.

odio la fretta, odio i rumori (il letto che cigola mi "ammoscia" letteralmente, per rimanere in tema devo dire che odio il preservativo altra cosa che mi ammoscia), odio tutte le distrazioni: viaggiare è una cosa seria, bisogna concentrarsi bene sulla strada che si sta percorrendo, esplorando, toccando, respirando.

specie quando si viaggia "attraverso" una donna.

bene, comincio il viaggio, è la fantasia di un incontro.

ti immagino nella tua stanza, vestita con quella veste corta da camera, in piedi di fronte a me, ma di spalle, mentre io sono seduto su una poltrona.

la tua veste un po' sopra il ginocchio, senza calze ovviamente, piedi nudi.

un pò scollata davanti.

capelli sciolti.

senza mutandine, ma io non lo so.

ti guardo, che faccio?

allora proseguo il viaggio.

dov'ero rimasto?

ti guardo, che faccio? tante opzioni, tanti possibili piaceri davanti a me, tante emozioni si agitano, scegliere non è facile.

appoggio le mani sulle tue gambe sotto i glutei, accarezzo la gonna, scendo giù fino a sentire la pelle poco sopra il ginocchio, e poi sotto.

le mani risalgono, fanno il percorso inverso, ma provo diverse sensazioni. come mai?

ti tengo ferma, stretta tra le mie mani, non voglio che tu ti muova, è troppo bello così.

poi lentamente ti giro, ora sei di fronte a me, io seduto tu in piedi. ma guido io.

ti ammiro e mi fermo così.

per ora.

il mio viso a pochi centimetri dal tuo corpo, dalla tua pancia, dal tuo pube, mi sembra di sentirne l' odore, ma è una fantasia.

le mani scendono, lentamente vanno sotto la gonna, ma non risalgono come forse avevi creduto (desiderato?).

sollevo la gonna, poco, ma abbastanza per scoprire le tue belle gambe, per vedere da così vicino le tue belle cosce.

accarezzo la tua pelle, delicatamente, quasi un soffio o un solletico, un fremito appena.

col palmo prima e con il dorso poi, come piace a me, per sentirti meglio.

appoggio il mio viso su di te, metto la mia faccia tra le tue gambe scoperte.

inspiro il profumo della tua pelle, ne recepisco il fremito lieve.

poi ti volto di nuovo, e appoggio ancora il viso sul corpo della donna che mi sta di fronte.

solo la gonna divide la pelle del mio viso dalla tua.

ti sollevo la gonna di nuovo, ma un pò di più.

mi accorgo che non indossi mutandine, mi chiedo il perchè, lo so è sciocco chiedermelo, ma non posso non farlo.

"non indossa mutadine perchè vuole essere amata subito", "non indossa mutadine perchè ama il rischio", "non indossa mutadine perchè la cosa la eccita", "non indossa mutadine perchè non le indossa mai", "non indossa mutadine e lo fa per me".

non conosco il perchè, non mi interessa ma mi piace.

ora sono sul tuo sedere, poggio il mio viso sul tuo sedere, appoggiato comodamente lì dove si può riposare, sul morbido.

l' eccitazione cresce, la tua e la mia, le sento tutte e due addosso a me, devi lasciar andare un fremito più violento di prima perché percepisco nell' aria una scarica elettrica: so bene che l' attesa ti rende più sensibile.

scosti impercettibilmente le gambe e la cosa quasi mi blocca il respiro per quel brivido che mi trapassa.

passo una mano tra le tue gambe, una mano che sale e scende in quello spazio tra le tue belle gambe, quello spazio, quel taglio di luce che amo tanto.

mi chiedo: lei l'ha fatto apposta a scostare le gambe? credo di si, e sono felice per questo.

le tue gambe, le tue cosce, la mia mano felice lì in mezzo: la invidio, vorrei essere con tutto me stesso la mia mano.

ed ora mi domando ancora: Tiziana vuole che io vada avanti o vuole fermarsi qui? la sua curiosità potrebbe portarla molto molto lontano nella prossima puntata del viaggio, puntata che io ancora non conosco, viaggio che non so dove porti ma che temo sia, come dire, un pò avventuroso... (non dimenticare che sei accanto ad un uomo, sei senza mutandine, e lui ha una mano tra le tue gambe e sta salendo su verso le tue cosce nude).

dove eravamo rimasti?

ah si... sei accanto ad un uomo, sei senza mutandine, e lui ha una mano tra le tue gambe e sta salendo su verso le tue cosce nude.

a lui piacciono le tue mani, le tue gambe, le tue cosce, i tuoi seni e quel tuo bel culetto rotondo.

siamo molto vicini, il contatto è stabilito, ed ora non sarà più possibile tornare indietro, no le mie mani non ce lo permetterebbero.

ti accarezzo, ma pianissimo, voglio che tu ti domandi "mi sta davvero sfiorando lui o è la mia fantasia?".

le mie mani scivolano sulle tue gambe nude accarezzandoti lievemente, dolcemente.

ti giro di nuovo, non devi assuefarti a nulla, nemmeno ad una posizione, nemmeno a me.

poi appoggio di nuovo il viso, questa volta sulla tua pancia o sul pube, non so perchè tengo gli occhi chiusi ora, e ti abbraccio all' altezza delle ginocchia: spero che ti piaccia essere accarezzata dietro le ginocchia e voglio farti morire proprio lì.

le mie mani accarezzano quella pelle delicata e sensibile e il tuo corpo reagisce in maniera chiara, lo sento dalle vibrazioni che mi trasmetti sul mio viso che rimane appoggiato sul tuo pancino.

questa è per me una sensazione bellissima, erotica, conturbante.

le carezze continuano ed ora voglio sentire l' effetto che tutto ciò sta provocando dentro di te.

ti sfioro con le labbra lì dove non mi ero ancora spinto nemmeno con le mani e tu ti muovi impercettibilmente verso di me, verso la mia bocca, quasi a volerti arrendere, a volerti far mangiare.

scosti ancora impercettibilmente le gambe ora non più sicure e ferme.

ma io esito, ti bacio appena, ti tocco con le mie labbra che creano per te parole silenziose, le sposto come disegnando piccoli cerchi di piacere.

poi poso le mie labbra sulla tua pelle nuda, sei indifesa senza mutandine, ed io sono ormai presso il monte di Venere, o della Ninfa...

sento il tuo profumo, stavolta è vero, sento la passione e l' umido che sta crescendo dentro di te, ti sento bagnarti come piace a me.

ti voglio così, ma ancora di più!

ora ti bacio più forte, le labbra si fanno più audaci e la lingua si spinge ai confini dei territori per me inesplorati della tua femminilità.

le mani ti tengono ferma, premendo sui tuoi bei fianchi, la bocca bacia quelle labbra vogliose del tuo sesso, la lingua parla con il tuo eros.

siamo l' uno dell' altra.

ora mi devo fermare e godere di questo momento, come in un fermo immagine.

mi fermo e ti libero della presa ai fianchi. sono andato troppo in là, ho bisogno di farti soffrire un po', morire del piacere che già immagini.

sei sempre in piedi di fronte a me, io seduto, la tua gonna sollevata, non indossi mutandine, le mie mani ti tengono ferma, forse tu credi, ti aspetti, speri, che la mia bocca avvolga le tue labbra pulsanti, che la mia lingua affondi nel tuo sesso bagnato con forza e sempre più profondamente.

no, questo lo farebbe un amante eccitato, io invece vivo della tua eccitazione, godo del tuo piacere, e ti devo prima portare all' estasi della mente e poi a quella dei sensi.

ma i tuoi seni meritano attenzione, quell' attenzione che fin' ora colpevolmente non ho dedicato loro.

ora sono in piedi di fronte a te, il mio petto si appoggia sul tuo seno morbido, ti cingo la vita con un braccio e ti tiro a me: voglio che tu senta la mia erezione contro il tuo pube, la mia erezione tutta tua, tutta per te.

poi allento la presa sui tuoi fianchi e ti allontano un po' da me: voglio godermi lo spettacolo dei tuoi seni, morbidi, maturi, invitanti... ed io accetto quell' invito, mi piego leggermente verso di te e li sfioro con le labbra.

poi le mie mani si fanno audaci e li avvolgono in una calda carezza. li stringo dolcemente, li massaggio, poi di nuovo con la bocca li bacio leccando i capezzoli turgidi. le mie labbra, la lingua, i denti sono su quei capezzoli mentre le mani continuano a deliziarsi della morbidezza dei seni nudi.

e sono baci, carezze, morsetti delicati che vanno in profondità a stimolare piaceri nascosti e a sollevare ondate di piacere. poggio il mio viso tra i tuoi seni e recito in silenzio: e il naufragar m'è dolce in questo mar.

approfittando del mio momento d' abbandono provi a muovere una mano verso di me, ma ti blocco: non ora, non ancora, è troppo piacevole questa, reciproca, tortura.

pausa, ora ho voglia di fare un gioco con te.

ti ho trovata senza le mutandine, molto erotica, molto invitante, ma così mi è mancato un momento molto importante del gioco erotico: quello in cui "lei" si sfila o si fa sfilare le mutandine.

e' l'attimo senza ritorno, la resa, la conquista, è l'attimo in cui lei si concede. così ti chiedo di indossarle di nuovo per me e tu, ninfa che sa stare al gioco e lo comprende, con grazia e femminilità te le rimetti.

io mi siedo sul bordo del letto e ti ammiro mentre compi quest' operazione: gli uomini trovano erotico lo spogliarello, io preferisco quando una donna si veste, questo è erotico per me. infili un piedino, poi l' altro e quindi fai salire le mutandine lungo le cosce fino a coprire il sedere e il sesso.

poi ti sistemi la sottoveste e la posizioni appena sopra l'indumento appena indossato. fine dello spettacolo.

ora vorrei che tu vedessi, sentissi, l'effetto che tutto questo ha prodotto su di me, ma è ancora presto, non voglio diventare io il centro dell' attenzione e del gioco erotico, non ancora.

per ora ci sei tu, con indosso le tue mutandine profumate.

ti faccio cenno con le braccia di avvicinarti a me, solo tre passi ci separano, tre passi tra la mia bocca e le tue mutandine profumate.

tu ti avvicini, io ti cingo la vita e poggio il mio viso sulla tua pancia: "te le sfilerò con la bocca e con i denti" ti sussurro con le labbra appoggiate sulla pelle, e la mia voce ti penetra dentro, ti attraversa la pancia per risalire fin su facendoti vibrare al passaggio delle parole.

con la mano destra ti accarezzo il sedere facendola scivolare sotto le mutandine, mentre con l' altra gioco col bordo davanti che non può formare una barriera difensiva alla mia voglia di entrare ed esplorarti tutta.

la mano destra è ora completamente sotto le tue mutandine, padrona della situazione e, dopo aver goduto per un po' di quelle forme e di quella morbidezza, ora si fa più audace.

anche la sinistra gioca con la tua pelle sensibile dell' inguine e della pancia aprendosi un varco con l' aiuto delle mie labbra che le fanno spazio tirando a sé la stoffa delle mutandine lasciandosi andare ogni tanto a dei baci fuggenti. ti senti mia e aspetti che io ti faccia morire, aspetti "il colpo di grazia", e ti chiedi come dove e quando te lo assesterò.

la mano destra si muove ormai a suo agio sotto le tue mutandine che l' altra mano con l' aiuto della bocca ti sta lentamente sfilando, il dito medio comincia ad accarezzarre la tua fichetta bagnata, ne sfiora le labbra, ci entra dentro appena appena, ma abbastanza per bagnarsi e spargere quel bel bagnato anche sul buchetto del tuo sedere in modo da permettere al dito indice di cominciare ad insidiarlo tormentandolo con movimenti circolari sempre più insistenti. in poco tempo le due dita ti sono dentro, uno sempre più profondamente nel tuo sesso bollente e l' altro a fare da contrattempo nel culetto rotondo che risponde socchiudendosi e richiudendosi al passaggio dell' eccitante invasore. dentro e fuori, fuori e dentro, con ritmo e decisione mentre davanti la bocca sta lavorando quel tuo sesso che sta impazzendo di piacere, conficcandoci dentro la lingua che, spietata, colpisce dove sa e dove tu non puoi resisterle. le dita, la lingua, le labbra, dentro e fuori dentro e fuori dentro e fuori, ad ogni colpo sempre più dentro mentre tu diventi sempre più sensibile in ogni tuo buchetto.

un orgasmo monta nella tua pancia e ti attraversa tutta ma senza svanire, no rimane lì dentro di te, pronto a rigenerarsi, a moltiplicarsi in due tre tanti orgasmi. infatti dopo poco un' altra scossa elettrica ti percorre mentre respiri con la bocca aperta e gli occhi sono spalancati.

ti sento bagnata, pulsante, la mia bocca non ti dà tregua e tu non la chiedi.

col tuo respiro, col tremore del tuo corpo mi domandi di non fermarmi ed io ti rassicuro: voglio sentirti godere ancora e in maniera finale tra le mie labbra.

sento che stai vacillando, sei vicinissima al "colpo di grazia", ti guido io, ti conduco dove tu vuoi arrivare ma vuoi che sia io a portartici.

le miei dita stanno penetrando senza pietà dentro i tuoi buchetti ormai bagnatissimi e pienamente rilassati. le mie dita ne fanno quello che vogliono procurandoti ondate di piacere puro , ora ne hai due nella fichetta ansimante e due nel culetto che risponde ad ogni colpo con un altro colpo, mentre dalla bocca escono gemiti e sospiri. ti lecchi le labbra, la bocca si spalanca e la lingua ne esce un pochino come per aiutare il respiro. forse in quella bocca vogliosa vorresti che io ci infilassi qualcosa, qualcosa di dolce da succhiare, ma non è ancora il momento per questo. infine sento il tuo corpo inarcarsi, poi irrigidirsi come fuori controllo, come se non fossi più tu a muoverlo, come quando si annuncia una tempesta o un maremoto. ti sento tremare, le dita delle mani tendersi, gli occhi guardare oltre il visibile, e poi soccombi al tuo felice destino e con una scossa finale che parte dalle cosce te ne vieni nella mia bocca, mentre le mie mani non ti tirano più verso di me, ma ti sostengono.

ora mi fermo un momento, tu respiri forte, io ti devo tenere per i fianchi, ci fermiamo, e c'è un attimo in cui anche il nostro mondo si ferma, tutto intorno a noi è immobile, come se avessimo premuto il bottone "pausa".

poi il mondo si riavvia da sè.

solo ora mi accorgo di essere completamente nudo, seduto nudo sulla poltrona. tu mi fissi, poi abbassi gli occhi e vedi che la mia erezione sta scoppiando. ti avvicino ancora di più a me, ora voglio che tu ti sieda sopra di me.

compassionevole acconsenti sedendoti dolcemente su di lui, guidata da me scendi giù piano piano, te lo fai entrare senza chiederlo mentre lui ti scivola dentro come se il tuo sesso lo risucchiasse in un atto inevitabile, sempre più profondamente come se questa discesa non finisse mai.

passerà una quantità indecifrabile incalcolabile inconcepibile di tempo.

e quando finalmente con un gemito ti sarai fermata, mi fermerò anche io, ci fermeremo tutti e due e il tempo intorno a noi si fermerà.

immobili, io dentro di te, in fondo, dove oltre non si può andare, immobili fino al tuo prossimo orgasmo, senza un movimento.

solo presenza e consapevolezza. e piacere.

voglio che tu venga più e più volte e poi, quando tu sarai diventata piacere puro, sarà il mio momento e verrò dentro di te con l' impeto di un torrente schiumante.

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