Il Diario di un Cuckold

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Durante la settimana invece c'è molto meno da fare e qualche volta mia moglie mi da una mano, anche se tocca sempre a me cambiare le lenzuola e rifare il letto prima e dopo le visite del bull, occuparmi di servire bevande e stuzzichini, cucinare e servire in tavola quando, occasionalmente, rimangono a cena.

Che il bull sia presente in casa nostra in assenza di lei capita davvero molto raramente, in due anni e passa ricordo giusto una mezza dozzina di occasioni in tutto; sempre in concomitanza con imprevisti che hanno fatto ritardare lei di qualche decina di minuti al massimo.

Soltanto due casi hanno fatto eccezione: una volta in cui, poco dopo la solita telefonata per annunciare il suo arrivo, al bull si scaricò la batteria del cellulare e mia moglie, che dovette uscire per un'emergenza riguardante i propri genitori, non riuscì ad avvertirlo, e un'altra volta in cui, pur con mia moglie fuori città, si presentò lo stesso per vedere non so che partita di calcio sulla mia pay tv perché a lui non funzionava l'antenna satellitare, e che finì per passare la notte in casa mia.

La volta della partita è stata quella in cui mi sono trovato a dover passare più tempo in assoluto da solo in sua compagnia. Almeno per quanto riguarda casa mia.

Userò il presente indicativo, per raccontarla, perché credo che ciò renda i racconti più vivi ed immediati.

Sono in casa da solo, lei è fuori per motivi di famiglia. In casa c'è poco da fare, sto pensando di prepararmi qualcosa di buono per cena e spararmela poi comodamente sul divano davanti a un bel dvd quando squilla il telefono.

Rispondo con tono scocciato, già pronto a declinare l'ennesima offerta di cambio di gestore telefonico della giornata:

-Proonto?

-Fighetta... sono io... volevo sapere... a casa tua funziona la tele?

Riconosco immediatamente la voce di Bruno, il nostro bull, ma non mi aspettavo proprio di sentirlo, stasera. Sono sorpreso.

-Oh... si, buonasera... cosa? Non ho capito bene...

Sono cosciente che sto facendo la solita figura da scemo, davanti a lui mi capita sempre, quest'uomo mi intimidisce. D'altronde come potrebbe non intimidirti uno che si scopa regolarmente tua moglie, che si fa ripulire il cazzo con la bocca da te ogni volta che viene e che per sovrappiù ogni tanto te lo sbatte pure in culo?

-Lo capisci l'Italiano, fighetta? T E L E... D E C O D E R... a casa tua funziona?

Non riesco a capire dove vuole arrivare, però non ho il coraggio di chiedere ulteriori chiarimenti.

-Si, credo di si...

-CREDI o ne sei sicuro? Controlla.

Mi affretto ad accendere tv e decoder. Ormai è una specie di riflesso condizionato per me ad ogni suo ordine: eseguo.

-Allooora? Quanto ci vuole...?

-Si, sto controllando, un attimo... si funziona tutto, perché?

-Tu non ti preoccupare, fighetta... tra poco arrivo, fammi trovare una bella cenetta.

E riattacca.

-Pronto? Pronto..?

Sono sorpreso, non so cosa pensare, non è mai capitato che telefonasse quando lei non c'è e per un attimo sono tentato di ritelefonargli per dirgli che stasera lei sarà fuori città, magari non se lo ricorda...

Decido che è impossibile che non lo sappia e lascio perdere. Scorro rapidamente la programmazione della serata e mi accorgo che c'è un turno di campionato infrasettimanale... è vero, me ne ero scordato. Ora si spiega tutto...

La cosa mi scoccia e non poco. Va bene fare il padrone in casa mia quando c'è lei, ma adesso anche quando sono da solo...

Ma, come ho detto prima, quest'uomo mi incute soggezione e non me la sento di contrariarlo... passerà pure questa...

Ho giusto il tempo di preparare per lui la cenetta che avevo intenzione di preparare per me, quando sento la chiave girare nella toppa del portoncino di casa: è arrivato.

-Allora, fighetta... è tutto pronto? Dove sei?

Sono impegnato con le pentole sul fuoco e prima che possa mollare tutto e raggiungerlo in soggiorno si affaccia lui in cucina.

-Beh? Non ci siamo proprio eh!

Mi limito a guardarlo con aria ebete non capendo a cosa si riferisca, in fondo la cenetta gliela sto preparando... O NO!?

Mi indica con la mano destra, il palmo aperto verso l'alto.

-Da quando in qua ci si fa trovare vestiti quando arriva il padrone? ...e con vestiti maschili poi... ti vuole entrare in quella testolina che sei una femminuccia ora? E le femminucce non si vestono da maschietti...

Ora... è pur vero che, come ho già detto, è abituato al fatto che io lo accolga completamente nudo, ma questo accade quando viene a scopare lei; non pensavo lo pretendesse anche solo per venirsi a vedere una partita a casa mia!

Ingoio il rospo e chiedo, cercando di evitare che nella mia voce traspaia l'irritazione che sto provando:

-Devo spogliarmi?

Si avvicina ai fornelli e comincia a spiluccare qualcosa senza degnarmi di uno sguardo, poi sempre di spalle e con la bocca piena:

-Non me lo dovresti nemmeno domandare, fighetta, comunque non ti voglio completamente nuda ché mentre mangio la vista di quel cazzetto che ti pende tra le gambe mi disturba... metti un paio di mutandine carine.

Alzando gli occhi al cielo (tanto lui è di spalle e non mi vede), senza obiettare, mi vado a cambiare lasciandolo lì.

Quando sono davanti al cassetto degli slippini di mia moglie intento a sceglierne uno, mi raggiunge la sua voce dal soggiorno.

-Fighettaa... voglio che indossi pure i sandali che ti ho regalato per il tuo compleanno, non te ne dimenticare!

Poi sento che ha acceso la televisione.

OH NO, CAZZO! Mi dico dentro di me I SANDALI TUTTO IL TEMPO NO...

Qui è necessaria una digressione: come forse ho già accennato precedentemente, lui è un vero feticista per tutto quello che riguarda scarpe, stivali, pantofole, e soprattutto i suoi preferiti: Sandali con tacco alto e sottile, meglio se con suola spessa uno o due cm e che lascino più possibile il piede femminile nudo. Ho detto femminile? Si, ho detto bene; e dato che anche io secondo lui sono incluso nel genere femminile, anche i miei piedi sono soggetti alla Legge del Sandalo.

Pretende infatti che mia moglie lo riceva sempre in questo tipo di sandali e che li tenga su anche mentre la scopa, dice che lo eccitano. Fin qui, niente da obiettare, ma da un po' di tempo pretende che li indossi anch'io. Inizialmente aveva provato a farmi infilare quelli di lei, ma dato che io porto il 42 e mia moglie il 39, avevamo dovuto, suo malgrado e per mia felicità, farne a meno.

Fino al giorno del mio compleanno, però.

Come regalo infatti si presentò con un bel paio di sandali argentati da troia n.42, tacco 12, ordinati appositamente per me su internet.

Da allora pretende che li indossi sempre.

Intendiamoci, non è dell'umiliazione di doverli indossare in sé che mi lamento (a quello ho fatto il callo e in fondo in fondo ci provo pure gusto), ma della loro infernale scomodità. Passare una serata con questi sandali ai piedi, sia pure in casa, è una vera e propria forma di tortura.

Ho anche dovuto imparare a camminarci come si deve (mi ha insegnato mia moglie), mettendo un piede davanti all'altro (non di fianco, come per le scarpe basse) e di conseguenza sculettando leggermente.

Comunque... fine della digressione e torniamo al punto.

OH NO, CAZZO! ripeto dentro di me I SANDALI TUTTO IL TEMPO NO...

Però, dopo essermi denudato ed aver indossato un tanga di pizzo verde bottiglia, li metto e torno di là.

E' stravaccato sul divano come al solito, sta ascoltando le ultime novità sulle formazioni che scenderanno in campo, sente il rumore dei tacchi e si gira verso di me

-OOHH... brava! Ti voglio sempre così quando sono in casa, non te lo far ripetere un'altra volta... vieni un po' qui vicino... girati... fatti un po' vedere...

Faccio come chiede, mi avvicino, unisco i piedi e giro lentamente sui tacchi come un'indossatrice.

Mi molla una sonora pacca sul culo con la mano aperta e mi spedisce in cucina.

-Dai sbrigati a portarmi il vassoio con la cena che tra poco comincia! Voglio mangiare adesso che ancora parlano che poi iniziano a giocare e non mi voglio distrarre...

Dopo qualche minuto gli sto sistemando in grembo il vassoio con la MIA cena. Ho già portato la birra e il bicchiere e glieli ho sistemati su un tavolino lì accanto.

-Serve altro?

Mi guarda assorto.

-Lo sai che come camerierina non saresti nemmeno male, fighetta?

Fa poi, mentre comincia ad ingozzarsi.

-Non è mica che avresti un grembiulino, per caso?

Ecco, ci manca solo il grembiulino, adesso...

-No, non ce l'ho il grembiulino.

Faccio io con tono un po' troppo secco, forse.

-Oh... fighetta... abbassiamo la cresta eh? Lo sai che al maschio di casa devi sempre portargli rispetto, non mi costringere a ricordartelo in un altro modo...

E si tocca allusivamente il pacco.

-No... scusi, non intendevo mancarle di rispetto...

-Così va già meglio... adesso fai la brava vai in cucina e metti una di quelle pettorine che si usano per cucinare... non dirmi che non ce l'hai perché le ho viste prima appese, ce ne sono tre! Metti quella di tela nera e aspetta che ti chiamo io quando ho finito di mangiare così porti via il vassoio.

Eseguo senza fiatare.

Un paio d'ore dopo le partite sono finite. Io, sui miei tacchi scomodi, ho continuato a sculettare incessantemente dalla cucina al soggiorno per tutto il tempo, in ottemperanza alle sue continue richieste di acqua, caffè, ammazzacaffè, sigarette, accendino, posacenere... e chi più ne ha più ne metta. Non vedo l'ora che finisca di sentire le interviste dal campo e i vari commenti dei giornalisti in studio e se ne vada finalmente a casa sua lasciando anche a me la possibilità di sbracarmi un po' sul divano.

Mi sa che non è di buonumore, perché la sua squadra ha perso.

*

Me ne sto a sciacquare i piatti nel lavello, quando mi accorgo di averlo dietro di me. Il rumore dell'acqua che scorre e la televisione accesa hanno evidentemente coperto quello dei suoi passi. Sussulto, sorpreso, e faccio per girarmi ma lui mi mette le mani sui fianchi impedendomelo. Mi irrigidisco.

-Calma... volevo solo farti i complimenti per il servizio... quasi perfetto, davvero.

Sento il suo fiato sul collo mentre mi parla nell'orecchio. Sa di alcool e sigarette.

Faccio un altro timido tentativo di staccarmi dal lavello. Le sue mani mi artigliano le reni, subito sopra i fianchi, mi sta facendo male. Mi immobilizzo.

-Tranquilla fighetta, rilassati...

Sento il suo pacco premermi lascivamente tra le natiche nude, rimango immobile, non so cosa fare.

-Ma... ma... non mi sembra il caso... non c'è nemmeno Marisa...

Farfuglio io.

-Tranquilla fighetta, non voglio fare quello che pensi tu... lo so che ti piacerebbe se ti inculassi infilandotelo tutto dentro così, contro il lavello, come in un filmetto porno di quart'ordine, ma oggi non è il tuo giorno fortunato, non sono in vena... e poi scommetto che non ti sei nemmeno fatta il clisterino, vero? Male... molto male. Lo sai che devi essere sempre pulita e profumata per ogni evenienza quando vengo qui... non basta che lo faccia solo Marisa, devi farlo anche tu assieme a lei, vi voglio tutt'e due sempre pronte, lo sai...

Mentre mi dice tutto questo continuando a premermi col bacino contro il lavello, lo vedo allungare una mano e intingerla in una pentola sporca. Raccoglie con le dita un po' di salsa dal fondo e la ritrae. Me le passa sulle labbra, se le fa succhiare. Non era male la salsa, anche se un po' troppo piccante per i miei gusti. Ne raccoglie ancora...

Con l'altra mano sta scostandomi dal centro delle natiche il perizoma e, prima che possa in qualche modo oppormi, mi spalma la salsa direttamente su quella che lui chiama la mia "figa posteriore". Mi preparo per il peggio.

Sento un dito infilarmisi in culo, poi due... Mi sta trattando come un suo giocattolo, al solito.

Mi passa un braccio attorno alla vita bloccandomi anche le braccia, lo sento armeggiare con l'altro braccio sul tavolo dietro di noi, poi di colpo mi infila qualcosa su per il culo, non capisco cosa sia, è duro, lungo e sembra anche ruvido, fortunatamente non è molto largo, però. Me lo stantuffa dentro una decina di volte aumentando via via la velocità. L'attrito mi fa male e inizio a sentire anche gli effetti della salsa piccante...

Mi lascio sfuggire qualche lamento e questo provoca la sua ilarità.

-Di che ti lamenti fighetta? Alla fin fine sei fortunata che invece della bottiglia che cercavo, ho trovato solo un mestolo di legno... o no? Dovresti ringraziarmi invece di lamentarti...

Mi ha mollato, finalmente sono libero di muovermi. Mi giro verso di lui e istintivamente porto una mano dietro: è vero, il bastardo mi ha scopato con un mestolo di legno!

-NON TOGLIERLO FINO A CHE NON TE NE DO' IL PERMESSO, TROIA!

Il suo tono mi blocca. Lascio dentro il mestolo anche se brucia, il peperoncino presente nella salsa sta avendo il suo effetto. Ho letteralmente le lacrime agli occhi.

-Braava fighetta... adesso ringraziami come si deve, però...

E, poggiandomi con forza le mani sulle spalle nude, mi spinge in basso per farmi inginocchiare. Cosa vuole da me è chiarissimo.

Gli slaccio la cintura e gli abbasso la zip, non porta nemmeno le mutande oggi. Forse è venuto preparato...

Gli prendo il cazzo in mano, non è del tutto moscio ma nemmeno del tutto rigido. Oramai glielo ho preso tra le mani tante volte e posso dire di conoscerlo bene, eppure ogni volta la sensazione di come si gonfia lentamente tra le mie dita e le sue dimensioni asinine mi incutono soggezione e di colpo mi sento sottomesso, inferiore, totalmente alla sua mercé.

Lo sego un po': prima riesco a farglielo indurire, meno tempo mi ci vorrà a farlo venire poi di bocca. E' talmente grosso che mi si indolenzisce sempre la mandibola, quando ci mette troppo a venire.

Mentre faccio per portarlo alle labbra mi blocca, afferra uno straccio e me lo passa ruvidamente sulle labbra.

-Il sugo.

Mi spiega laconicamente. Poi lascia che glielo prenda in bocca.

E così me ne sto lì in ginocchio, con un cucchiaio di legno sporco di salsa piccante infilato nel culo e la sua grossa cappella in bocca fino a che il particolare grugnito che ormai ho imparato a riconoscere mi preannuncia l'imminente rilascio dei getti di sperma. Provo a farmi scivolare la cappella violacea in punta alle labbra come faccio di solito ma una mano premuta sulla nuca mi costringe a ricevere gli schizzi caldi in gola. Ingoio per non soffocare.

*

E' in bagno ora, lo sento svuotarsi la vescica e poi l'acqua che scorre nel bidet.

Tra poco se ne andrà a casa e sarà tutto finito, per fortuna.

Sto cercando di ripulirmi dal sugo con un fazzolettino umido, in attesa che lasci libero il bagno consentendo anche a me di sciacquarmi con un po' di acqua fredda.

Finalmente esce dal bagno ma, invece di essersi rivestito come mi sarei aspettato facesse, si è spogliato del tutto. Mi guarda e con l'aria più naturale del mondo mi dice:

-Hai già cambiato le lenzuola?

Mi sa tanto che questa nottata è appena iniziata...

*

Ho appena terminato di mettere un set di lenzuola fresche di bucato al letto matrimoniale. Non ce ne sarebbe stato bisogno perché le avevo cambiate ieri, ma ha preteso così ed è inutile mettersi a discutere con lui.

Porto ancora i sandali alti e i piedi mi fanno un male da morire. Temo che avrò i segni delle scarpe per 24 ore almeno, anche dopo che le avrò tolte.

Ho sempre avuto dei bei piedi, belli al punto di poter passare per quelli di una donna e lui se ne è accorto subito, quindi, siccome è un feticista per queste cose, non si accontenta di farmi portare scarpe femminili ma si diverte anche a farmi smaltare le unghie (non sempre, fortunatamente). Tra l'altro ha preteso che io spostassi al secondo dito del piede sinistro la fede nuziale e al secondo dito di quello destro la fedina d'oro del fidanzamento, che portavo prima di sposarmi. Dice che è più appropriato, visto che mia moglie ormai è cosa sua, e che inoltre portare anelli alle seconde dita di entrambi i piedi è una specie si simbolo universale per significare che ti piace ricevere cazzi neri... bah, sarà...

Gli sto comunicando che il letto è pronto e che io vado a dormire sul divano, come sempre, quando lui rimane qui per la notte. Aggiungo anche che, semmai dovesse servirgli qualcosa durante la notte (e spero vivamente di no, perché sono distrutto), può sempre chiamarmi e arriverò subito.

-Mmmhh... stavo pensando che non mi va di dormire da solo stasera, fighetta... Marisa non c'è... come potrei fare se mai avessi qualche bisogno impellente? Non ci hai pensato a questo??

La prospettiva di dover dividere il letto con lui non mi esalta affatto.

-Basta chiamare e arrivo subito... davvero... non c'è problema

-Se c'è problema o no lo decido io, fighetta... cmq non bagnarti che non ho nessuna intenzione di dividere il mio letto con te... però voglio che tu dorma qui, stanotte. Puoi accomodarti sul pavimento.

Io sono abituato a dormire sul morbido e con due cuscini e so per certo che sul pavimento non chiuderei occhio, per cui insisto un po':

-Ma davvero... è uguale... e poi non vorrei disturbare...

Mi accorgo che lo sto contrariando e, onde evitare guai peggiori, decido di cedere con il segreto intento di spostarmi sul divano non appena si sia addormentato. So che ha il sonno profondo, non sarà certo un problema.

*

ORE 2.00 a.m., circa.

Lo sento russare forte. Mi ha costretto a indossare una specie di babydoll trasparente di mia moglie prima di farsi dare un bel bacio della buonanotte (sul cazzo ovviamente) e di farsi rimboccare le coperte.

Lui dorme nudo, a me non ha consentito nemmeno di togliere le scarpe.

Mi alzo, cercando di evitare il minimo rumore, ma sono al buio più totale e indosso ancora i tacchi che non ho avuto ancora il coraggio di togliere (semmai mi addormentassi, lui si svegliasse e si accorgesse che li ho tolti sarei nei guai seri): inciampo, cado, faccio rumore.

La luce della lampada sul comodino mi acceca. Quello che non doveva succedere è successo: si è svegliato.

-Che cazzo stai facendo, fighetta?

Dice con voce impastata dal sonno.

-Err... no, niente, mi dispiace... andavo in bagno, continui pure a dormire...

Abbozzo pure un sorriso innocente, ma mi sa che non ci casca...

-Ah si? Ti scappa la pipì, povera?

Mi sta scrutando con aria sospettosa.

-Eh si...

-Va bene... e siccome io sono di buon cuore, so che hai paura del buio e voglio evitare che tu faccia brutti incontri... ti accompagnerò in bagno, guarda un po'!

E' evidente che non mi ha creduto, ma faccio finta lo stesso di non aver raccolto e di interpretarla come una semplice battuta. Faccio anche finta di essere divertito:

-Ah ah... vado e torno in un attimo...

E con questo imbocco il corridoio, direzione bagno, sperando che la cosa finisca lì. Invece lui si alza e mi viene dietro.

Entro in bagno, accendo la luce e, naturalmente, non mi sogno nemmeno di chiudermi la porta dietro: si incazzerebbe di sicuro.

Alzo la tavoletta e tiro fuori il pisellino. Dannazione, non mi scappa... (all'epoca non portavo ancora la CB e ancora pisciavo in piedi, oggi il problema non si porrebbe perché sono costretto a sedermi, per fare pipì, proprio come una femmina).

Lui è poggiato allo stipite della porta e mi sta osservando con aria strafottente.

-Allora, fighetta? Non ti scappava al punto di non poter fare a meno di rischiare di svegliarmi? Non è che per caso, invece di pisciare, volevi andartene a dormire sul divano??

- No, no... è che mi succede sempre così quando qualcuno mi guarda... mi blocco...

Provo ad imbastire su due piedi io.

-Mmm... io invece penso che tu mi stia prendendo per il culo...

-Ma no, per carità...

Sento che sto perdendo terreno e sono preoccupato di quello che potrebbe succedermi.

-IN CAMERA DA LETTO, SUBITO!

Il tono delle sua voce mi colpisce come uno schiaffo in piena faccia.