Disperazione Estrema

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Ragazza disperata alla ricerca di un bagno.
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Il rumore dei suoi tacchi riecheggia fra le corsie del supermercato.

Sono circa le 17 ed è ancora vestita da lavoro. Ha deciso di passare un attimo a fare la spesa prima di tornare a casa ma, essendo l'ora di punta, le casse sono super affollate. Indossa un paio di pantaloni neri abbastanza attillati, una camicetta bianca scollata e le decolleté in vernice nere con un tacco di circa 10 centimetri.

I capelli biondi sono raccolti in una coda alta come piace a me e ondeggiano appena mentre si muove.

Cerca di fare veloce. Ha bevuto quasi un litro d'acqua nelle ultime due ore, da quando ha finito di lavorare, e ha la vescica che scoppia.

"Se qualcuno per sbaglio mi sfiora la pancia mi piscio addosso" pensa mentre spinge il carrello verso le casse.

La coda sarà di circa 7 persone prima di lei. Sbuffa appena incrociando le gambe e si mette in attesa.

Ovviamente, come sempre quando si ha fretta, le cassiere si mettono a chiacchierare con i clienti facendo allungare ancora di più la coda di persone.

Quando finalmente arriva il suo turno infila la spesa nelle borse alla velocità della luce, paga e esce facendo sbattere i tacchi forte contro il pavimento del supermercato.

Arriva alla macchina, mette la spesa in bagagliaio, si siede e mette in moto. Il fatto di essersi piegata la stimola ancora di più così mette una mano in mezzo alle gambe e stringe un po' la fighetta per trattenere meglio.

"15 minuti massimo e sono a casa" pensa accelerando mentre esce dal parcheggio. Si immette nella strada principale ed ecco il primo ostacolo. Il traffico. Non un traffico scorrevole. Tutti fermi. Non può essere un semaforo..o stanno facendo dei lavori o c'è un incidente. Le viene quasi da piangere dalla disperazione.

Si sente la pancia gonfissima e la pipì che preme per uscire con violenza. Guarda la bottiglia di acqua vuota appoggiata sul sedile e vorrebbe tanto non averla bevuta tutta.

Prova ad aspettare un po' muovendo su e giù una gamba e sperando che le macchine davanti a lei si muovano.

Niente. Fermi.

E' ovvio che non resisterà ancora per molto. Fa un'inversione e decide di cercare un bar nelle vicinanze.

Gira per cinque minuti a vuoto, poi le sembra di non ragionare più. I brividi che corrono lungo la schiena, la vescica che manda stimoli continui e una mano costantemente fra le gambe. La toglie solo per cambiare marcia.

Non ci sono bar, solo un piccolo hotel sulla sinistra.

Si vergogna da morire al pensiero di entrare e chiedere di usare il bagno ma non ha scelta. Accosta nel parcheggio e si dirige goffamente verso l'ingresso.

Il receptionist è un uomo in età avanzata con una faccia di culo che lascia già capire come andranno a finire le cose.

"Buonasera...mi scusi...devo chiederle un favore enorme", ha la voce che trema.

"Mi dica".

"Posso usare il bagno? E'urgentissimo".

Lui fa una smorfia appena accennata e taglia corto: "Questo non è un bagno pubblico signorina".

"Lo so, mi dispiace...però c'è tantissimo traffico, non ci sono bar, io non ce la faccio veramente più".

"Già. Però non posso proprio lasciarglielo fare. Ordini del titolare. Prenda la macchina, giri nella via qua a destra, troverà un distributore con un bar, sicuramente hanno anche il bagno".

"Ok...grazie". Esce a testa bassa, rossa per la vergogna e con le lacrime agli occhi.

Decide di provare a cercare il distributore di benzina.

Sente le mutandine bagnate a contatto con la figa. Forse le è uscita qualche goccia o forse è solamente un po' bagnata. Ad ogni modo questo la stimola ulteriormente.

Dopo sette minuti esatti trova il distributore. Scende velocemente e si avvia verso il bar.

"Buonasera, scusate, il bagno?".

"E' fuori signorina ma quello delle donne è intasato. Dovrà usare quello degli uomini, mi spiace".

Non risponde nemmeno, esce e trova la toilette sul retro. Una coda di donne e uomini le fa capire che i tempi di attesa sono troppo per lei.

"Per favore, me la sto facendo addosso, posso passare?". Supplica una signora sulla sessantina.

"Cara siamo tutte nella stessa situazione, mettiti l'anima in pace".

Quelle parole sono troppo per lei. Scoppia a piangere piegandosi in due davanti a tutti. Non può resistere, non ce la fa più.

Prova a salvare un minimo di dignità allontanandosi da quel posto ma ecco che un piccolo schizzo involontario le bagna le mutandine. Sta perdendo il controllo. Pensa di farla da qualche parte ma c'è troppa gente che assisterebbe alla scena.

Torna alla macchina. Si allontana dal distributore e cerca un posto appartato dove farla.

L'unica è rimettersi in coda e accostare sul campo lì vicino. Per fortuna i pantaloni neri hanno coperto la macchia che si è formata con lo schizzo uscito involontariamente.

Accosta sul campo e, noncurante di tutte le macchine ferme che la osservano, cerca un posto dove pisciare.

"Signorina cosa sta facendo?". La voce di un vigile la ferma proprio mentre sta per abbassarsi i pantaloni. Cazzo.

"Pipì, devo assolutamente fare la pipì". Sarà mica un crimine.

"Così in pubblico? Ma non si vergogna?".

"Non so dove andare, non ce la faccio più", si contorce davanti a lui tenendo una mano in mezzo alle gambe.

"Potrei multarla per questo, lo sa? Ci sono persone che potrebbero assistere alla scena. La prego di ricomporsi e rimettersi nella vettura".

La tiene d'occhio mentre obbedisce. Si rimette in macchina e cerca un'altra soluzione.

La bottiglia. Deve farla dentro la bottiglia. Non sa come visto che non riuscirà mai a centrare il buco ma non ha alternative. Un altro schizzo di pipì esce involontariamente con tanto di sibilo. Questa volta le bagna palesemente i vestiti.

Abbassa tutto in fretta e porta la bottiglia sulla figa, cercando di appoggiarla al buchino giusto. Un altro schizzo esce e per fortuna finisce dentro alla bottiglia. Prova a lasciarne andare un po'.

Ma quando hai la vescica così piena, "un po'" è utopia pura.

Un getto potente esce dalla sua figa ed entra solo per metà nella bottiglia. Il resto le bagna la mano.

No, non può farla nemmeno così.

Scende di nuovo dalla macchina cercando di ricomporsi e torna dal vigile che l'ha rimproverata.

"Io non resisto più, mi sto bagnando tutta...la prego, può chiudere un occhio? Non ci sono bagni qua vicino!".

Lui la fissa. Il cazzo improvvisamente duro davanti a quella scena.

"Cosa vuole che le dica? Facciamo una figura di merda davanti a tutti?".

E' piegata in due, trema, si divincola e poi non resiste più.

Così, all'improvviso, si abbassa le mutandine facendogli vedere la fighetta bionda curata...e non fa neanche in tempo ad accucciarsi.

La pipì esce potente e schizza sull'asfalto. Il getto è così forte che il vigile resta a fissarla immobile.

Lei si accuccia ma così facendo, la pipì va a finire anche sui vestiti.

Non le interessa. Il sollievo è tale da sembrare un orgasmo.

Quel sibilo continua per più di un minuto mentre lei geme di piacere rovesciando la testa all'indietro.

Lui si tocca il pacco fissando le decolleté schizzate.

Non c'è niente di più eccitante di una donna che piscia con quelle scarpe addosso.

Senza che lo veda si sega attraverso il vestiti e in pochissimo tempo viene nei boxer.

Quando lei finalmente finisce, lo guarda con gli occhi socchiusi e di morde un labbro. Lui sente lo sperma colare dalla cappella a tutta l'asta del pene.

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