BETTY GODIVA

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ULISSE
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Era sdraiata su me, la sentii vibrare... Passò la mano tra noi, la ritrasse impiastrata.

"Che sciupio, amore, che spreco."

Guardò l'orologio che era sul comodino. Fece un lungo sospiro, profondo.

"Devo andare in bagno... devo rimettermi in ordine.... Credo che lo debba fare anche tu... vero?"

Si alzò, così, tutta nuda, uscì. Afferrai le mie poche cose e andai a prendere qualcosa per cambiarmi. Attesi che zia Betty uscisse dalla toilette. Sentii chiudere la porta della sua camera... corsi nel bagno.

---

Rimase a lungo senza farsi vedere. Non si sentiva alcun rumore.

Stavo per andare a chiederle se volesse fare una passeggiata in bicicletta. Era più o meno l'ora del giorno precedente. Uscire avrebbe un po' scaricata la tensione che, almeno per me, era insostenibile.

Cercavo di ricordare parola per parola ciò che aveva detto, di interpretare il significato delle frasi.... Troveremo rimedio..

Alzai le spalle. Non ci capivo niente.

Mi decisi, andai a bussare piano.

"Zia, vuoi andare in bici?"

"No, Piero, grazie, desidero restare ancora un po' sola... fino alla cena... va a guardare cosa ci ha lasciato Marina..."

Scossi la testa. A me della cena non interessava proprio nulla!

Comunque, andai a spiare nel frigo.

Antipasto di mare, trancia di pesce bollito, macedonia di frutta. E del vinello bianco.

Me ne andai a guardare la TV.

Zia Betty resto fino a quando si fece scuro.

Uscì dalla sua camera, indossando una delle sue solite vestaglie, leggere, vaporose. I capelli erano annodati dietro.

Mi salutò allegra, con un cenno della mano e andò ad apparecchiare la tavola.

Preparò tutto accuratamente.

"Vuoi venire a cena, Pierino?"

"Va bene, ma non ho molto appetito...."

"Dai, vieni a mangiare... devi tenerti su!"

Mi guardò in modo strano, quasi canzonatorio..."

Feci spallucce, e andai a sedere a tavola.

Ci scambiammo poche parole.

Per lei era come se non fosse accaduto nulla!!!

L'aiutai a sparecchiare.

"Che ne dici, Piero, di bere un po' di quel vinello frizzante comodamente seduti sul sofà?"

"D'accordo."

"Va di là... preparo e porto tutto io..."

Andai a sedere sul sofà.

Dopo poco apparve la splendida figura di Betty. Sorridente, con un vassoio sul quale erano due coppe di fresco frizzantino. Lo poggiò sul tavolino, sedette anche lei sul diva, non molto vicina a me. La guardai interrogativamente.

Un disarmante sorriso.

"Poggia la testa qui... come facevi da piccino... ricordi? E quando eri ancora in fasce, io ti cambiavo... di facevo il bagnetto... eri un incanto, tesoro... Oddio, 'eri', lo sei tuttora. Vieni!"

Batté la sua mano sulle gambe.

Mi sdraiai sul sofà e adagiai, con un certo impaccio, posai la testa sulle sue gambe... non sapevo da quale parte voltarla... scelsi... verso il grembo...

Percepivo chiaramente il suo calore... Fu spontaneo baciarla, anche attraverso la stoffa... sentivo (o immaginavo?) il suo profumo, la cresposità dal suo pube...

Pose il suo braccio sotto il mio collo, mi sollevò lentamente... ero quasi seduto... la guancia sul suo seno... Ora sì, chiaramente, avvertivo il turgore del capezzolo... duro... durissimo... gonfio... sporgente... una eccitazione voluttuosa.. non stetti a pensarci... così... attraverso il vestito e vertamente il leggero reggiseno, lo afferrai avidamente tra le labbra... sentii zia Betty sussultare... stringermi a sé... poi... introdusse la mano nel vestito, la mosse rapidamente... in modo strano... ma il risultato fu che la vestaglia si aprì e balzò fuori, inattesa, una turgida rosea mammella... ero in preda a una incontenibile eccitazione... afferrai avidamente il capezzolo e succhiai bramosamente, golosamente... la mano di Betty aveva afferrato il seno in modo da favorire la sporgenza del capezzolo... come quando si allatta un poppante... E poppavo.... poppavo... sempre più voracemente... sentii lei che gemeva...

"Bimbo mio... come sei bello.... Non l'ho mai provato prima.... solo allorché ... di nascosto... curiosa di sapere cosa si sentisse al succhiare di un bimbo... non ti ho attaccato al mio seno... succhiasti... stringesti forte il capezzolo... inquieto... irritato perché non sentivi colare il latte... come quando poppavi la tua mamma.... Fu bello anche allora.... Ma adesso.... oddio... sto morendo dal piacere... non lo conoscevo...."

E seguitai, fin quando non la sentii fremere, posseduta da un incredibile orgasmo... e questo solo a sentirsi ciucciare una tetta!

Si dominò molto lentamente, ma capivo che non era serena, tranquilla.

Mi abbracciò forte.

"Piero, non immaginavo che potesse accadere... non avevo mai provato una sensazione simile...."

La carezzai teneramente.

"Comprendo, zia, capisco... da quando non c'è più zio..."

Non mi lasciò terminare la frase.

"No, tesoro... lui... lui... non mi ha mai.... Come dire... baciata... così..."

La guardai sorpreso, meravigliato, stupito.

Le scosse il capo, sconsolatamente.

"...é stato sempre tanto caro... affettuoso... premuroso... ma... un bacetto sulle labbra... una carezza su volto... e... si passava all'amplesso.... Soddisfacente.. ma nulla di esaltante, impetuoso... travolgente... capisci? Diceva che era la massima dimostrazione del rispetto e del riguardo che mi doveva... che doveva a sua moglie... perché io ero sua moglie... non una femmina qualunque..."

Seguitavo a carezzarla, a baciarla sul collo, sulle guance...

"Sei bellissima zia Betty.... meravigliosa.... stupendamente sentimentale... e piena di vita, ardente, appassionata... ho notato come sia stato difficile...per te... e non ti dico cosa abbia significato per me quel brusco distacco.... Improvvisamente, mentre stavo raggiungendo il settimo cielo della voluttà sono stato ricacciato nel tormento di un insopportabile supplizio di Tantalo...."

Mi strinse forte.

"Lo so, amore mio... lo capisco... ma... vedrai..."

E mi sorrise in modo enigmatico.

Scivolai lentamente sul tappeto, ai suoi piedi... quella ciucciata di tette mi aveva infiammato... era incredibile ciò che avevo udito... inconcepibile quello strano comportamento di zio Roberto...

Ero in ginocchio, di fronte a lei che mi guardava con espressione estatica nel volto. Introdussi con dolcezza le mani sotto le pieghe della vestaglia... le carezzai le cosce... tiepide. Vibrarono al mio contatto... proseguii...lentamente... incontrai le mutandine... lisce... ancora un po'... ecco... avevo raggiunto l'elastico che le serrava alla vita... lo presi delicatamente e cominciai ad abbassarle... sentivo che s'era contratta, ma seguitava a guardarmi senza parlare... giù... piano piano... alzò appena il bacino per facilitare le cose... finalmente, riuscii a sfilarle completamente, anche dai piedi, e le gettai lontano...

Mi fissava come se volesse rendersi conto di cosa stessi facendo...

Alzai ancora l'orlo della vestaglia, le baciai le ginocchia, l'interno delle cosce, mentre le mani, sempre con infinita delicatezza, l'invitavano a dischiudere le gambe. Una lieve resistenza...

"No... no... Piero... cosa fai...?"

Seguitai... lentamente cominciò a cedere alla mia amorevole premura... La lingua le lambiva la carne... sempre più vicino al folto cespuglio che custodiva lo scrigno degli scrigni, il sancta sanctorum della mia passione...

Sentii le sue mani poggiarsi leggermente sui miei capelli...

Con voce affannosa, debole, mormorava 'no...no...' sempre più fievoli... proseguii... la lingua sentì il caldo umido e carnoso delle grandi labbra, s'inserì tra esse, insistente... udii un lungo gemito, un ooooooh, come di sbalordimento, evento imprevedibile... ora era il dolce-salato distillato dalle sue piccole labbra, vibranti... ecco il piccolo clito... lo ciucciai lievemente... il suo gemito era incalzante, aveva spostato il bacino in avanti, sull'orlo del sofà, il grembo sussultava... insistei... seguitai che con maggior ardore.... la lingua era... entrata, si muoveva, avanti e indietro, circolarmente... ogni tanto un balzò più vigoroso ... ad un tratto strinse le gambe serrando la mia testa e le mani la premettero forte...

"Oddio Piero... sto morendo di piacere... oddio...."

E dopo un sussulto, col quale sembrava volermi fare entrare completamente in lei, si abbandonò sul sofà, le braccia allargate, gli occhi socchiusi, il respiro affannoso, con un lungo gemito che le sortiva dalle labbra...

Ero al colmo della eccitazione.

Cercai lentamente di liberarmi dalla sua stretta, alzai la testa. Era splendida con una espressione di beato rapimento sul volto...

Volevo ancora baciarle il seno...

Non sapevo come agire. Forse l'unica cosa era toglierle la vestaglia... tutto...

Mi lasciò fare con inerte cooperazione... non fu facile... ora, così, nuda, era una visione ammaliante... dovevo liberarmi della prigione insostenibile dei pantaloni.. lo feci in un baleno... rimasi anche io completamente nudo...

Zia Betty mi guardava, sembrava in trance, magnetizzata... allungò le mani... sui miei fianchi... mi spinse lentamente verso il basso...

Caddi a sedere per terra, le gambe distese, il fallo prepotentemente eretto, come un obelisco di carne...

Si alzò in piedi... il suo sesso era all'altezza dei miei occhi... lo vidi abbassarsi piano piano... lei si mise in ginocchio, una gamba a destra e una a sinistra del mio corpo... prese delicatamente il glande turgido e bramoso e le tenne fermo, mentre seguitava ad abbassarsi... lo condusse tra le grandi labbra... l'ingresso palpitante e umido della vagina... seguitò... sentivo che entravo in lei... era molto stretta... ma non si fermava... una inebriante e concupiscente peristalsi mi accoglieva, mi ingurgitava... tutto.... avvertii che toccavo il fondo...

Mi guardò negli occhi, col le nari frementi, mi abbracciò al collo... le belle tette coi capezzoli dritti... e cominciò un lento, voluttuoso andirivieni che andò sempre più incalzando... le cingevo i fianchi... strinsi i capezzoli tra le dita... il ritmo divenne frenetico, impetuoso, mi prese il volto tra le mani, poggiò le labbra sulle mie, le lingue si attorcigliarono, ingorde, e sentii le contrazioni del suo sesso che mi mungevano appassionatamente... sentivo che il suo orgasmo, irrefrenabile, travolgente, stava sopraggiungendo più intenso che mai... si stringeva a me... quasi con furia... mi chiedevo come avrebbe fatto... ma la risposta fu il suo avvinghiarsi a me, con una forza che non immaginavo... godeva impetuosamente... e il mio controllo era durato anche troppo... spinsi con voluttà... e sentii salire e poi prorompere dal mio fallo energici getti di liquido caldo...

"Ooooooooooh.... Oooooooooh... Piero...."

Fu tutto quello che disse.

E mi abbracciò ancora più forte.

Non so quanto tempo restammo così, lei in braccio a me, a cavallo a me... col fallo sempre in lei che stava già riacquistando vigore.

Un lunghissimo respiro... mi guardò con un sorriso beato, una espressione soddisfatta, appagata...

"Tesoro... è la prima volta che provo una sensazione del genere... che comprendo cosa realmente significhi ... sei meraviglioso...."

Eravamo ansanti, sudati, sentii che riprendevano le eccitanti contrazioni della sua vagina... La baciai sugli occhi.

"Si, Betty Godiva, è stato bellissimo... ma...?"

Scosse la testa, con aria maliziosa...

"...ho comprato le pillole in farmacia... le ho prese... e... se non faranno effetto... meglio così...."

La strinsi forte abbraccio.

"La mia Betty Godiva..."

I suoi capelli ci avvolgevano, erano sparsi sui nostri corpi sudati, come a proteggerci da qualsiasi indiscrezione... glielo dissi.

Sempre col pube ben stretto al mio e col fallo che pulsava smanioso e avido nel suo grembo, mi guardò con occhi sfavillanti, e cominciò di nuovo a muoversi mungendomi con la sua insaziabile vagina.

"Sarò solo la tua Godiva, amore... i miei lunghi capelli non mi avvolgeranno mai più insieme a nessun altro..."

"Cosa dici Godiva? Tu sei il dono che dio mi ha fatto, lo dice il tuo nome..."

"Domani taglierò i capelli, corti, e te li donerò, te li offrirò... come le donne che li dedicavano al loro signore, consacrandosi completamente a lui... per sempre..."

Stavamo, intanto, per giungere di nuovo, e in perfetta simultaneità, al massimo del piacere... sentivo fuoriuscire da lei la linfa del nostro precedente godimento, che andava rapidamente rinnovandosi... magnifico... eccezionale...

Non avremmo smesso mai... ma la natura ha le sue leggi...

Andammo insieme a fare la doccia... la asciugai dolcemente, mentre era sdraiata sul letto, mi chinai a baciarla tra le gambe...

Alzai gli occhi, la guardai.

"E' la meta del mio pellegrinaggio: Betlemme...!"

Mi fissò sorpresa.

"Betlemme?"

Annuii.

"Bayt Lahem... in arabo vuole dire Casa della carne..."

Mi sorrise, commossa.

Mi attraeva la... destinazione del mio pellegrinaggio... e... ripercorsi la strada. Da allora, innumerevoli volte, con particolare... deferenza!

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