Kore

Più che il sirtaki, Kore preferiva i balli lenti. Era una ballerina perfetta, leggerissima, agile.

Erano in piedi, nel soggiorno, tenendosi per mano.

"Va pure a letto, Paolo, io resterò un po' nello studio, a sfogliare qualche album di fotografie. Buona notte."

Gli sfiorò la guancia con un bacio. Gli prese il volto tra le mani, lo baciò languidamente sulle labbra, stringendosi a lui.

"Buona notte."

Paolo andò nella sua camera. Kore salì al piano superiore, si spogliò, si struccò, indossò una leggera camicia da notte, una vaporosa vestaglia, scese nello studio, sedette dietro la scrivania, prese un album che era sul ripiano, accanto al tavolo, cominciò a sfogliarlo.

Tese l'orecchio per ascoltare il rumore che proveniva dalla camera di Paolo.

Silenzio.

Si alzò, spense la luce, si avvicinò alla porta di Paolo.

Chiamò sottovoce.

"Paolo... Paolo..."

Girò piano la maniglia, la porta s'aprì. Paolo, nel gran letto, dormiva beatamente, coperto dai raggi della luna che entravano dal balcone. Entrò, piano. Lasciò cadere per terra la vestaglia e la camicia. Si sdraiò accanto a Paolo. Lo baciò lievemente sul collo, pose il suo capo sul braccio di lui, la gamba sulle gambe di lui, premendo il ventre fremente sul fianco.

"Non lasciarmi, Paolo, non lasciarmi..."

E lo carezzava, pazza di desiderio.