Eva

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La cameriera venne a ritirare le tazzine e chiese se, una volta rassettato tutto, poteva uscire. Sarebbe tornata prima di cena. Eva si disse d'accordo. Dopo un po' si sentì chiudere il portoncino.

"Tutto bene, Adam?"

"Benissimo, grazie, era solo un fastidio passeggero. Credo che sia il caso di togliere tutto, anche il gel. Anzi, sai che faccio?, vado in bagno e vi provvedo."

Il raptus tornò ad impadronirsi di Eva, incontenibile.

"Un momento, vediamo prima come stanno le cose. Alzati, vieni di fronte a me."

Adam decise di vedere proprio come sarebbe andata a finire.

Si mise di fronte a lei, abbassò la zip dei pantaloni. Eva introdusse la mano, non le fu difficile estrarre il fallo che andava ergendosi, lo liberò delle garze. Eccolo, in tutta la sua sontuosità. Pensò che era proprio la 'pompa' che avrebbe potuto estinguere l'incendio che le divorava il grembo. Era imponente, eccezionale, per rigidità e dimensione, e sembrava crescere ancora.

"Andiamo in bagno."

Li giunti, gli tolse pantaloni e mutandine e lo fece andare vicino alla vasca. Prese il tubo della doccia, lo aprì, regolò il calore dell'acqua, e insaponò il sesso di Adam, l'asta, lo scroto, l'inguine, parte del pube, insistendo delicatamente, stringendolo e carezzandolo.

Adam pensò che lo stava di nuovo masturbando.

D'un tratto, Eva chiuse l'acqua, prese un asciugamano e lo asciugò accuratamente.

La sua mente era sempre tormentata, perplessa, dubbiosa. Cosa doveva fare? E quello straordinario brando sarebbe potuto entrare in lei? Dopo due decenni di inutilizzazione il fodero è certamente rugginoso... L'inattività atrofizza l'organo... Fu subito smentita, rassicurata, dall' umidiccio che sentiva dentro di se, dai palpiti del ventre. Che fare? Un gesto sbagliato poteva distruggere tutto. Comunque, era in preda alla smania che non le dava pace. Doveva essere l'ultima vampata del fuoco prima della definitiva estinzione. O era la brace che covava sotto la cenere del tempo, una piccola favilla che poteva trasformarsi in una fiamma violenta? Come avrebbe potuto saperlo, senza correre il rischio? Le balzarono alla mente i detti latini: memento audere semper, arrischia sempre, alea iacta est, il dado è tratto!

"Vieni."

Lo prese per mano.

"Ma... i pantaloni... sono così..."

Senza rispondere, seria e serena, lo condusse nella sua camera.

"Siedi li."

Gli indicò la larga poltroncina ai piedi del letto.

Adam eseguiva macchinalmente, senza reagire.

Gli era di fronte. Il pene del ragazzo sembrava un obelisco svettante verso l'infinito. Si chinò verso di lui, guardandolo con una strana espressione negli occhi, come chi si accinga ad affrontare una prova decisiva. Gli sbottonò la camiciola, gliela sfilò, la gettò in terra. Andò alle spalle del ragazzo, pochi gesti, rapidi, decisi, per liberarsi d'ogni indumento. Gli tornò dinanzi, nuda, dominante, superba, meravigliosa, splendida, incantevole, col seno eretto, i capezzoli freneticamente protesi. Il vello del pube era come arruffato, risvegliato, le grandi labbra tumescenti erano scure e rigogliose come un grosso frutto appena aperto.

Adam la guardò confuso, incredulo, ma sempre più eccitato. Il suo coso sembrava voler scoppiare nella pelle. Era paonazzo.

Eva si avvicinò a lui, inesorabile, aprì le gambe, una gamba di qua e l'altra di là della sedia, si abbassò lentamente, afferrò il glande gigantesco e lo raggiunse con l'ingresso della sua fremente vagina. Sarebbe entrato? A mano a mano che s'abbassava sentiva che lei si schiudeva, l'accoglieva fremente, l'avvolgeva golosa e avida. Sempre più giù, fin quando non lo sentì che non sarebbe andato oltre. Si accomodò sulle gambe del ragazzo che dimostrava le sensazioni nuove, inimmaginabili, che lo travolgevano. Afferrò Eva alle spalle, prese tra le labbra un capezzolo di quel rigoglioso seno, e cominciò a succhiare, sentendo che altrettanto stava facendo la vagina di sua nonna col suo fallo. Si, lo mungeva, con movimenti delicati ma decisi, dimenandosi avanti e dietro, col capo riverso, gli occhi socchiusi, la bocca semiaperta, e un roco gemito che andava incalzando.

Il miracolo era accaduto... Il grosso sesso d'un maschio era in lei, invadente ma appagante, palpitante che la faceva fremere, che la portava verso mete più sconosciute che dimenticate. Quando mai un giovane di quelle fattezze e di quella proporzione era entrato in lei.

Le mani di Adam percorrevano, curiose, il corpo della donna, la frugavano, Erano entrate tra le sue natiche, sentivano le pulsazioni dello sfintere che reagiva al suo tocco, alla sua curiosità a quel volerla penetrare, anche li, sia pure con un dito. Si ecco, le stava massaggiando il retto, e ciò si ripercuoteva nel grembo della donna che sembrava quasi rantolare per il piacere. Adam ricordò le parole di quegli uomini: per non parlar del culo..

Eva stava salendo sempre più in alto nell'empireo della voluttà, un orgasmo incontenibile, ripetuto senza soluzione di continuità, che la scuoteva violentemente, per concludersi nell'abbandono totale che le procurò il caldo fiume che stava irrompendo in lei.

Gli gettò le braccia al collo, esausta, affannata. Ancora con la tetta nella bocca di lui, il dito nel sedere, il fallo nella vagina.

Era accaduto tutto come in un sogno.

Cercò di riacquistare il controllo di sé, almeno in parte. Gli sussurrò all'orecchio, sono Eva, la prima donna, la tua prima donna, vero?

"Si, non immaginavo che potesse essere così bello."

Il solo pensiero di quello che era appena avvenuto lo stava eccitando di nuovo, ed Eva non lasciò sfuggire l'occasione di tornare al settimo cielo.

Giacevano sul letto, nudi, supini, si tenevano per mano.

"Non hai nausea per quello che ho fatto? Quello che ha fatto la tua vecchia nonna?"

"Come potrei? Mi hai fatto conoscere il paradiso."

"Non mi giudici disonesta?"

"Ma che sono queste parole. Sei bellissima, incantevole."

"Vorrei che nessun'altra donna possa insegnarti mai qualcosa di nuovo. Vieni qui, siedi su di me, metti il tuo fiore tra le mie grosse tette, al caldo. Come un uccellino nel nido."

Adam eseguì, curioso e coinvolto. Solo che il suo... uccellino era divenuto un condor.

Eva lo accolse tra le mammelle, e cominciò a muoverle in una carezza sempre più eccitante, poi fece in modo che le sue labbra potessero lambire il grosso glande, e cominciò a picchierellarlo con la lingua.

"Non venire, Adam, ho in mente di eleggerti al mio primo uomo. Io la tua prima donna, tu il mio primo uomo."

"Ma come può essere? Io il tuo primo uomo?"

"Non essere impaziente, vedrai."

Lo fece adagiare di nuovo accanto a lei, eccitatissimo. E si vedeva.

"Adesso Eva deve andare al bagno, torno subito."

Così, nuda, uscì dalla camera.

Si, aveva un piano, ma non credeva che sarebbe riuscita a realizzarlo.

La vagina era naturalmente elastica, molto elastica, doveva consentire il passaggio di un neonato. Ma lì. Il suo buchetto vergine era tutt'altra cosa. Un missile di quella portata non ci sarebbe mai passato. O l'avrebbe lacerata. Nel caso, che avrebbe detto al medico? Che alla sua età s'era fatta squarciare il di dietro? No era una pazza idea. Sarebbe stato bello, però, che Adam, in qualche modo, fosse il suo primo uomo. Pazza e pervertita.

Intanto s'era lavata, asciugata, e aveva preso con sé il flacone del bagno schiuma sinalcal, quello con un ph assolutamente neutro.

Tornò in camera.

L'obelisco di Adam era sempre svettante.

Si sdraiò di nuovo.

"Ti è piaciuto carezzare il culetto della nonna?"

Adam non se l'aspettava. Che avrebbe dovuto dire? Deglutì.

"E' attraente, ammaliante, invitante. Ti ho dato fastidio?"

"Tutt'altro, è splendido ascoltare i tuoi apprezzamenti. Non diciamo, poi, com'è delizioso sapere che ti fa piacere fare qualcosa con me."

Si voltò verso di lui, mise nel palmo della mano un po' di schiuma, e la cosparse sul grosso e violaceo glande.

"Eva, cosa è? Perché?"

Quel toccamento lo faceva eccitare sempre più.

"Zitto, tesoro, vedrai che Eva farà in modo che tu sia il suo primo uomo."

Lestamente e destramente spalmò della schiuma anche tra i suoi glutei, intorno al buchetto, facendone entrare parte dentro.

Si girò dall'altra parte, volgendogli la schiena, tirò su le ginocchia.

"Vieni vicino a me, metti il tuo cosino dove hai, prima, introdotto il tuo ditino."

Il grosso fallo di Adam s'intrufolò tra le natiche, che l'accolsero stringendolo, e la punta sentì il pulsare dello sfintere.

"Spingi piano, amore, non so se riuscirò ad accoglierti così, non essere violento."

Adam spinse, senza violenza, ma decisamente. Incontrò una notevole resistenza che accrebbe la sua eccitazione, il suo desiderio.

Per non parlar del culo...

Doveva entrare.

Eva respirava profondamente, si premette come se dovesse evacuare. Era abbastanza doloroso, ma sentì che un po' di quel siluro rovente era penetrato. Pensò che se era entrato il glande il resto non avrebbe trovato eccessiva resistenza. E fu così, ma a prezzo di una certa sofferenza che, però, andava pia piano attenuandosi. Le sembrava di essere stata invasa da un palo. Ecco, sì, la stava impalando, sempre più. Ma non finiva mai quel coso? Adam procedeva, inesorabile, sempre di più, fin quando i suoi testicoli non furono fermati dalle chiappe della donna. Rimasero così, immobili, qualche istante. Solo il fallo palpitava avvolto nel caldo ventre sussultante di Eva.

Si, cominciava a piacerle. Prese la mano di lui e se la portò tra le gambe, la guidò perché le sfiorasse il clitoride. Lui cominciò un lento e crescente stantuffare che fu accolto voluttuosamente dalla donna. Non pensava che sarebbe stato così bello, per lei, che potesse godere anche il quel modo. E quelle dita che le tormentavano il suo cicchetto. Ecco, stava veramente godendo, si, moltissimo, non riusciva a dominarsi, l'orgasmo la travolse, la sommerse nello stesso istante che da Adam fluiva inarrestabile il balsamo che sembrava non dovesse finire mai, diffondendosi deliziosamente in lei.

Non si resero conto di quanto tempo trascorse, così, lui strettamente trattenuto in lei.

Eva volse appena il capo verso il ragazzo.

"Adam, tu sei il mio primo uomo, il primo e l'unico che sia penetrato in me, in questo modo, e così profondamente. Non scordartelo. E' un dono che ti ho con gioia dedicato, e che segna per me il più bel giorno della mia vita. Non avrei mai immaginato che questo potesse accadere, e con mio nipote. Grazie."

E lui sentì che lo avvolgeva appassionatamente.

Adam aveva, adesso, la stessa età di Eva quella estate.

Indimenticabile.

E rifletteva che mai aveva sentito una donna così sua, totalmente sua, incondizionatamente. E mai nessun'altra aveva saputo dargli le stesse emozioni, lo stesso piacere.

Eva, la sua prima donna.

Adam, il suo primo uomo.

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